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Immigrati agricoli a Ribera: la dura realtà degli alloggi fatiscenti

Ribera, 8 novembre 2025 – Quattordici stranieri, costretti a vivere in condizioni igieniche estremamente precarie e senza servizi di base, sono stati scoperti ieri mattina dai carabinieri di Sciacca durante un controllo mirato a contrastare il caporalato nel settore agricolo. L’intervento ha avuto luogo in un edificio abbandonato di via Tevere, proprio nel centro di Ribera, e ha visto impegnati circa cinquanta militari, supportati dalle compagnie di Agrigento, Licata, Canicattì e Cammarata.

Blitz contro il caporalato: 14 stranieri trovati in condizioni disperate

L’operazione è partita poco dopo le 7.30. I carabinieri, in tenuta operativa e con mezzi di servizio, hanno circondato l’ex complesso residenziale, ormai ridotto a rudere. All’interno, spiegano gli investigatori, sono stati trovati 14 cittadini extracomunitari provenienti da Algeria, Marocco e Tunisia. Alcuni dormivano su materassi posati direttamente a terra, altri cercavano di scaldarsi con coperte di fortuna. Nessuna acqua corrente, niente elettricità. Il riscaldamento non c’era: solo qualche fornello da campeggio e candele consumate a fare luce.

Irregolari e decreti di espulsione: dieci senza permesso

Dieci di loro erano irregolari sul territorio nazionale. Quattro sono stati portati al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Trapani, mentre altri sei sono stati condotti al commissariato di Sciacca per la notifica del decreto di espulsione. Gli altri quattro, con permesso di soggiorno valido, sono stati identificati e lasciati andare. “Persone in condizioni di forte disagio, senza nessuna tutela sanitaria o lavorativa”, ha spiegato uno degli ufficiali.

Lavoro nero e sfruttamento: la dura realtà dei campi

Dalle prime verifiche, emerge che i migranti vivevano nell’edificio abbandonato da settimane. Alcuni lavoravano nei campi della zona, impegnati nella raccolta stagionale per pochi euro al giorno. Nessun contratto, nessuna assicurazione. “Succede spesso – racconta un residente – li vediamo partire all’alba, spesso a piedi o su vecchi furgoni.” Il fenomeno del lavoro nero in agricoltura è ancora molto diffuso nell’entroterra agrigentino, dove la domanda di manodopera stagionale si scontra con la vulnerabilità dei migranti.

Allarme dalle istituzioni: “Serve più coordinamento”

Il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo, ha espresso preoccupazione per quanto emerso: “Non possiamo accettare che nel nostro territorio accadano queste cose. Serve una maggiore collaborazione tra enti locali e forze dell’ordine.” Anche la prefettura di Agrigento ha chiesto controlli costanti sugli insediamenti informali e sulle condizioni abitative dei lavoratori stranieri. “Il rischio sanitario è reale”, ha sottolineato un funzionario della sanità pubblica.

Indagini in corso: caccia ai responsabili

L’operazione non si è fermata agli allontanamenti. Sono in corso approfondimenti per scovare chi recluta illegalmente e sfrutta questi lavoratori. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e verificando i legami tra i migranti e alcuni intermediari locali. “Non ci fermeremo qui”, ha garantito il comandante della compagnia di Sciacca.

Una piaga difficile da estirpare

Il caso di via Tevere riporta l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori agricoli stranieri in Sicilia. Secondo l’Osservatorio Placido Rizzotto, nella provincia di Agrigento almeno un terzo della manodopera stagionale lavora senza contratto. Le condizioni abitative sono spesso al limite: edifici abbandonati, baracche improvvisate, senza servizi.

Solo quando le luci blu delle pattuglie si sono spente e il silenzio è tornato tra le mura scrostate dell’ex complesso, è apparso chiaro quanto il caporalato continui a trovare terreno fertile, dove povertà e disperazione spalancano la porta allo sfruttamento. Ma, come assicurano i carabinieri, i controlli non si fermeranno: l’obiettivo è restituire dignità e sicurezza ai lavoratori più fragili.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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