Il telescopio Vera Rubin apre le porte all'astrocinematografia - ©ANSA Photo
L’astronomia sta vivendo un momento di grande innovazione, grazie all’introduzione della dimensione temporale nelle sue osservazioni. Questo cambiamento è reso possibile dal telescopio Vera Rubin, un avanguardistico strumento che ha recentemente avviato le sue operazioni. Le prime immagini catturate offrono uno spettacolo straordinario, mostrando nebulose come Laguna e Trifida, illuminate da colori vibranti, e galassie dell’ammasso della Vergine, situate a 60 milioni di anni luce dalla Terra. Inoltre, il telescopio ha identificato oltre 2.000 asteroidi, rivelando le immense potenzialità di questo strumento.
Il telescopio è dedicato all’illustre astronoma Vera Rubin, pioniera nella ricerca sulla materia oscura. Nonostante i suoi significativi contributi, Rubin ha affrontato numerose difficoltà legate al genere, trovandosi esclusa da molte istituzioni accademiche nel periodo in cui desiderava studiare a Princeton. Solo dopo la sua morte nel 2016, le sue teorie hanno ricevuto il riconoscimento che meritano, sottolineando l’importanza di una figura che ha aperto la strada a generazioni di scienziati.
Situato a 2.682 metri di altitudine sul Cerro Pachón, in Cile, il telescopio è il risultato di una significativa collaborazione internazionale. Il progetto è finanziato dalla National Science Foundation degli Stati Uniti e dall’Ufficio scientifico del Dipartimento dell’Energia degli USA. L’Italia gioca un ruolo cruciale, con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) che coordina l’analisi scientifica dei dati dal 2017. Il contributo italiano non si limita alla ricerca, ma include anche la progettazione della cupola dell’osservatorio, realizzata dall’azienda Eie Group, che consente al telescopio di osservare l’intera volta celeste in tre notti.
Le prime immagini del telescopio sono state presentate in diretta streaming durante eventi sia negli Stati Uniti che in Italia. Come ha affermato Roberto Ragazzon, presidente dell’INAF, “Entriamo nell’epoca dell’astrocinematografia, esplorando una dimensione che fino ad oggi era inimmaginabile”. Il telescopio è dotato della fotocamera astronomica più grande mai costruita, con 3.200 megapixel, in grado di coprire un’area del cielo pari a 45 volte quella della luna piena. Grazie a questa tecnologia, il telescopio può puntare a una nuova porzione di cielo in meno di 5 secondi e riprendere ogni regione del cielo circa 800 volte nel corso della sua missione di dieci anni.
La Legacy Survey of Space and Time (LSST) rappresenta la campagna osservativa più ambiziosa mai realizzata, con l’obiettivo di raccogliere ogni notte circa 20 terabyte di dati, equivalenti a 6.000 film in alta definizione. Il telescopio potrà catturare immagini di 10 milioni di asteroidi ogni notte, creando un “film multicolore del cielo”, come ha affermato Sara (Rosaria) Bonito, rappresentante dell’INAF. Questo progetto non solo promette di rivoluzionare le nostre conoscenze sull’universo, ma rappresenta anche un passo fondamentale per il futuro scientifico degli Stati Uniti, come sottolineato da Michael Kratsios, direttore dell’ufficio per la Politica scientifica e tecnologica della Casa Bianca.
In conclusione, l’apertura del telescopio Vera Rubin segna l’inizio di una nuova era nell’astrofisica, con l’aspettativa di scoperte che potrebbero ispirare una nuova generazione di scienziati e contribuire significativamente al progresso del campo.
Nel cuore della Sicilia, l'antico Parco Archeologico di Selinunte si presenta non solo come un…
Un episodio tragico ha scosso la comunità di Catania, dove una ragazza di 18 anni…
A partire da stasera e fino al 26 giugno, Palermo ospiterà una rassegna cinematografica unica…
Nancy Dell'Olio, avvocata pugliese e figura pubblica di spicco, ha recentemente attirato l'attenzione dei media…
Un viaggio visivo e narrativo attraverso le vite di circa trenta donne provenienti da tutto…
In un contesto in cui il turismo sostenibile sta diventando sempre più rilevante, la Filiera…