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Il Teatro Patologico conquista New York e Londra

Roma, 10 novembre 2025 – Il Teatro Patologico, guidato da Dario D’Ambrosi, chiude un anno ricco di traguardi che hanno lasciato un segno profondo nel mondo culturale italiano e non solo. Dopo aver aperto la stagione del Teatro dell’Opera di Roma – un evento unico al mondo, con una compagnia formata da attori con disabilità psichiche e fisiche su un palcoscenico lirico – e aver calcato il palco del Festival di Sanremo davanti a 16,1 milioni di spettatori, la compagnia si prepara ora a due appuntamenti di grande rilievo internazionale: dal 17 al 22 novembre debutta a New York con “La Commedia Divina”, poi il 3 dicembre sarà all’Ambasciata d’Italia a Londra.

Un anno che ha cambiato le regole del gioco

Il 2025 ha visto il Teatro Patologico protagonista in eventi che hanno ribaltato il modo di pensare all’inclusione, al teatro e alla salute mentale. A febbraio, la loro esibizione al Festival di Sanremo li ha portati davanti a un pubblico televisivo enorme: “È stata un’emozione che non si riesce a spiegare”, ha raccontato D’Ambrosi, ricordando quei momenti dietro le quinte dell’Ariston. A ottobre, poi, la presentazione all’Onu di New York dei protocolli scientifici legati alla loro metodologia di Teatro-Terapia. Un metodo che, dice D’Ambrosi, “sta cambiando il modo di guardare alle fragilità”.

New York chiama: La Commedia Divina al La MaMa Theatre

Dal 17 al 22 novembre la Compagnia Stabile del Teatro Patologico porterà in scena “La Commedia Divina” nel celebre La MaMa Theatre di Manhattan. L’evento è in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, grazie all’invito del direttore Claudio Pagliara. Questa data segna anche i 45 anni di carriera di D’Ambrosi negli Stati Uniti. “Tornare a New York, in un luogo simbolo dell’avanguardia mondiale, è un riconoscimento che va ben oltre il teatro”, ha spiegato il regista romano. La scelta del La MaMa Theatre non è casuale: è qui, negli anni Ottanta, che D’Ambrosi ha lasciato il segno con i suoi primi lavori sul rapporto tra arte e disagio psichico.

Londra e la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

Il viaggio continua il 3 dicembre a Londra, ospiti dell’Ambasciata d’Italia per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Qui attori e operatori racconteranno la forza di un modello artistico-terapeutico che, come sottolinea D’Ambrosi, “dimostra che ogni persona, con la sua unicità, può essere luce e poesia, sia sul palco che nella vita”. L’inclusione resta il cuore del discorso: “Solo così”, aggiunge il regista, “potremo davvero parlare di umanizzazione della cura”.

La Teatro-Terapia conquista il mondo

Non solo spettacoli e festival: il metodo di Teatro-Terapia ideato dal Teatro Patologico ha attirato l’attenzione anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Se l’OMS dovesse riconoscerlo ufficialmente come trattamento psichiatrico, si aprirebbe una nuova fase, partendo da quanto fatto in Italia con la legge Basaglia. “Sarebbe un passo storico”, ammette D’Ambrosi, “in un percorso che mette al centro la persona, non la malattia”.

“Il Principe della Follia”: dal Festival di Roma alle sale italiane

Tra le novità più importanti c’è la presentazione de “Il Principe della Follia” alla Festa del Cinema di Roma. Il film, diretto dallo stesso D’Ambrosi, arriverà nelle sale italiane nella primavera 2026. Racconta, con immagini e testimonianze dirette, il cammino umano e artistico degli attori del Teatro Patologico. “Volevamo mostrare cosa significa vivere ogni giorno tra difficoltà e conquiste”, ha detto il regista durante l’incontro con il pubblico romano.

La sfida continua, oltre il palco

Guardando avanti, D’Ambrosi non nasconde le difficoltà, ma rilancia con forza: “Il nostro obiettivo è abbattere tutte le barriere, dentro e fuori dal teatro”. Oggi la compagnia conta più di trenta attori da tutta Italia e continuerà il suo lavoro tra laboratori, spettacoli e appuntamenti internazionali. E come ricorda spesso D’Ambrosi ai suoi ragazzi durante le prove in via Cassia, “la vera rivoluzione è credere che nessuno sia escluso dalla bellezza”.

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