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Il Premiolino rende omaggio alla coraggiosa reporter ucraina Viktorija Roscyna

L’annuncio dei vincitori della 65/a edizione del Premio Premiolino rappresenta un momento significativo nel panorama giornalistico italiano. Questo prestigioso riconoscimento, che si svolgerà il 29 settembre al Piccolo Teatro Grassi di Milano, ha visto emergere nomi illustri come Paolo Giordano del Corriere della Sera, Anna Zafesova de La Stampa, e Luigi Manconi de La Repubblica. Tuttavia, quest’anno la giuria ha deciso di dedicare una menzione speciale alla memoria di Viktorija Roščyna, una reporter ucraina della testata Ukraïns’ka Pravda, che ha sacrificato la sua vita per la verità.

Viktorija Roščyna: un simbolo di coraggio e impegno

Viktorija Roščyna è stata una giornalista coraggiosa, il cui lavoro si è svolto in un contesto di estrema difficoltà e pericolo. La reporter è stata torturata e uccisa a Enerhodar, una città ucraina diventata simbolo delle atrocità del conflitto in corso. La giuria del Premiolino, guidata da Chiara Beria di Argentine, ha voluto onorare il suo sacrificio, sottolineando il “terribile prezzo pagato nel 2024”, un anno in cui un numero senza precedenti di giornalisti ha perso la vita per documentare conflitti, specialmente in Ucraina e Gaza.

  1. Mai dal dopoguerra tanti giornalisti sono stati vittime di conflitti armati, ha dichiarato Beria.
  2. La giuria ha espresso l’intenzione di onorare il sacrificio di questi professionisti, affinché le loro storie non vengano dimenticate.
  3. In particolare, ricordano con affetto il lavoro di Viktorija, una professionista che ha messo in gioco la propria vita per garantire che le atrocità non rimanessero nell’ombra.

La lotta per la libertà di stampa

Il contesto in cui Viktorija Roščyna ha operato è stato caratterizzato da un clima di crescente violenza e repressione nei confronti dei giornalisti. La sua morte rappresenta emblematicamente la lotta per la libertà di stampa in un’epoca in cui, come evidenziato dalla giuria, “l’Italia è scesa dal 46° al 49° posto nella classifica sulla libertà di stampa di Reporters sans Frontières“. Questo declino è dovuto a diversi fattori, tra cui:

  • L’influenza delle organizzazioni criminali in alcune regioni.
  • La crescente pressione politica.
  • La diffusione di fake news tramite i social media.

In un momento in cui la libertà di espressione è a rischio, la giuria del Premiolino ha premiato articoli e reportage che non solo informano, ma che cercano di formare opinioni critiche nei lettori. Beria ha affermato: “La nostra responsabilità come giornalisti è quella di fornire informazioni accurate e contestualizzate.”

Un tributo alla resilienza e alla verità

Oltre ai vincitori principali, la giuria ha incluso figure di spicco del giornalismo italiano, come Piero Colaprico e Milena Gabanelli, i quali hanno contribuito a creare un dibattito di alta qualità. Questi professionisti valorizzano il lavoro di chi, come Roščyna, ha sacrificato la propria vita per garantire che le verità non venissero soffocate dalla violenza.

Viktorija Roščyna non è stata solo una reporter; rappresenta un simbolo di tutte le donne e gli uomini che operano nel giornalismo sotto minaccia. La sua storia è un monito della fragilità della libertà di stampa, ma anche un invito a proseguire la lotta per un’informazione libera e imparziale. La sua dedizione al giornalismo e il coraggio di affrontare le difficoltà in nome della verità devono continuare a ispirare le nuove generazioni di reporter.

La cerimonia di premiazione del Premiolino non sarà solo un momento di celebrazione, ma un’opportunità per riflettere sull’importanza del giornalismo nel mondo contemporaneo. Attraverso la memoria di Viktorija Roščyna, il Premio si pone come un faro di speranza per chi continua a lottare per la libertà di informazione, anche di fronte a minacce e pericoli. La serata del 29 settembre si preannuncia come un tributo alla resilienza e alla forza di chi, come Viktorija, ha scelto di raccontare la verità, a qualunque costo.

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