Milano, 19 novembre 2025 – In libreria torna “Il cavaliere della valle solitaria” di Jack Schaefer, questa volta in una nuova edizione italiana pubblicata da Mattioli 1885 e tradotta da Nicola Manuppelli. Il romanzo, uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1949, è considerato da molti critici e dalla Western Writers of America come il più grande western mai scritto. La storia è ambientata nel Wyoming del 1889 e racconta l’arrivo di uno straniero misterioso nella vita della famiglia Starrett, un evento che segnerà per sempre il giovane Bob e il destino della valle.
Shane, l’eroe silenzioso del West
Tutto comincia con l’arrivo di Shane, un uomo dal passato oscuro che si presenta con una frase semplice: “Chiamatemi Shane”. Bob Starrett, figlio dei coloni Joe e Marian e voce narrante, ricorda bene quel primo incontro: “Sembrava calmo, ma dentro c’era una tensione pronta a esplodere”, racconta. Shane entra nella vita dei Starrett come bracciante, guadagnandosi in fretta la fiducia e l’affetto della famiglia. Diventa presto un punto di riferimento, non solo per Bob, che lo vede come un eroe, ma per tutta la comunità di coloni.
Fletcher, la minaccia che non si può ignorare
La pace nella valle viene messa a dura prova da Luke Fletcher, un allevatore deciso a prendersi tutte le terre dei piccoli proprietari. Fletcher non si limita a fare offerte: usa minacce e intimidazioni, arrivando a schierare uomini armati per costringere i coloni a cedere. Shane, noto per la sua eleganza e per non portare mai la pistola, non rimane a guardare. Bob ricorda: “Capivo che con lui non si scherzava”. Shane gli insegna a maneggiare un’arma con calma: “Tienila come un dito teso davanti a te… basta puntarla senza alzarla troppo, in modo rapido e preciso”.
Il duello che cambia tutto
Quando Fletcher assume il pistolero Stark Wilson per forzare gli Starrett, la tensione esplode. Il duello tra Shane e Wilson è descritto da Bob così: “Il tempo si fermò… il colpo risuonò come un solo schianto. Shane era ancora lì, fermo come una quercia”. Solo dopo aver sconfitto la minaccia, Shane decide di andarsene, proprio come era arrivato: in silenzio, lasciandosi dietro una valle cambiata e un ragazzo cresciuto troppo in fretta.
Un classico che torna a emozionare l’Italia
Grazie alla traduzione di Manuppelli, anche i lettori italiani possono riscoprire un romanzo che negli Stati Uniti ha accompagnato generazioni, letto persino nelle scuole. “Il cavaliere della valle solitaria” non è solo un’avventura: è una storia sull’onore, sulla solitudine dell’eroe e sulla perdita dell’innocenza. Con il successo dei primi libri di Cormac McCarthy, il western letterario ha ripreso vita anche in Italia; Mattioli 1885 prosegue così il suo lavoro di recupero dei grandi classici del genere.
Shane, un’icona tra libri e cinema
Il romanzo ha ispirato il famoso film di George Stevens del 1953, con Alan Ladd nel ruolo di Shane. L’immagine dell’eroe solitario che arriva dal nulla e poi sparisce all’orizzonte è diventata un simbolo del western americano, influenzando scrittori e registi per decenni. Oggi, a più di settant’anni dalla prima edizione, “Il cavaliere della valle solitaria” torna a parlare anche al pubblico italiano, offrendo uno sguardo autentico su un’epoca resa immortale dalla letteratura e dal cinema.





