Roma, 10 dicembre 2025 – Pietro Sermonti, Paola Iezzi, Marina Rocco e Sandro Veronesi. Quattro nomi, quattro mondi diversi che ieri sera si sono ritrovati insieme nella Capitale per un evento che ha catturato l’attenzione di molti. Non capita spesso di vedere attori, musicisti e scrittori condividere lo stesso palco. Eppure è successo, in un incontro riservato che ha preso il via poco dopo le 19 nella sala principale del Teatro Quirino.
Davanti a quasi duecento persone – tra appassionati, fan e qualche addetto ai lavori – Pietro Sermonti, volto noto di serie come Boris e Un medico in famiglia, ha aperto la serata parlando del rapporto tra cinema e nuove generazioni. “Il modo di comunicare cambia, i ragazzi oggi si raccontano in modo diverso”, ha detto stringendo il microfono con una mano sola. Il pubblico, per lo più giovani universitari, ha seguito in silenzio.
Poi è salita sul palco Paola Iezzi, cantante e autrice, metà del celebre duo Paola & Chiara. Con pochi appunti in mano e un atteggiamento quasi informale, ha raccontato come l’industria musicale sia cambiata nel tempo. “Bisogna correre dei rischi se vuoi rimanere te stessa”, ha confidato ripercorrendo gli inizi a Milano e le scelte difficili della sua carriera. Qualcuno dalla terza fila ha sussurrato: “Finalmente una voce autentica”.
La serata è proseguita con l’intervento di Marina Rocco, attrice teatrale e televisiva nota per i ruoli ironici e sorprendenti. Visibilmente a suo agio sotto i riflettori caldi del Quirino, ha parlato dell’importanza dell’improvvisazione: “Si sbaglia spesso, ma è lì che si scopre la verità del personaggio”, ha spiegato con tono deciso. Un applauso spontaneo ha accolto le sue parole.
A chiudere il ciclo degli ospiti è stato Sandro Veronesi, scrittore vincitore di due Premi Strega. Con camicia azzurra e giacca scura, Veronesi ha preferito restare in piedi mentre parlava di letteratura e attualità. “Oggi la narrativa deve fare i conti con la velocità”, ha detto a braccio. Poi una lunga pausa, guardando il pubblico davanti a sé: “Ma il bisogno di storie resta”.
Dopo gli interventi individuali la serata è diventata una conversazione aperta. Alcuni studenti di Lettere hanno chiesto a Sermonti se il cinema italiano abbia ancora un ruolo sociale importante. L’attore non si è tirato indietro: “C’è molta distanza tra i film che vediamo e la realtà di oggi, ma chi fa questo mestiere deve prendersi la responsabilità di colmarla”. Paola Iezzi ha aggiunto: “Anche nella musica c’è questa distanza, però quando trovi la canzone giusta le persone si riconoscono”.
Tra il pubblico spiccavano anche alcuni volti noti della cultura romana. Intorno alle 20.30 la moderatrice della serata – Francesca Molinari, giornalista di Radio Capital – ha invitato Veronesi a leggere un breve brano dal suo ultimo romanzo. Lui ha accettato senza esitazioni: “Leggere ad alta voce serve a ricordarci che la scrittura è soprattutto suono”, ha detto prima di iniziare.
Nel foyer del teatro molti si sono fermati dopo l’evento per scambiare qualche parola. Qualcuno chiedeva autografi a Sermonti e Iezzi; altri commentavano la sincerità degli interventi ascoltati poco prima. Un signore anziano, taccuino alla mano, prendeva appunti su libri e canzoni citate durante la serata. L’atmosfera era informale ma intensa. Come sottolineava sorridendo il direttore artistico del Quirino: “Serate così fanno bene a tutti: al pubblico, agli artisti e al teatro stesso”.
Poco dopo le 21 la sala si è svuotata lentamente; solo allora i tecnici hanno spento le ultime luci mentre qualcuno raccoglieva i programmi abbandonati sulle poltroncine rosse.
Questo appuntamento al Teatro Quirino è uno degli esempi più recenti della vivacità culturale romana. Incontri che mettono insieme mondi diversi – cinema, musica, letteratura – attirano interesse vero e fanno nascere dibattiti soprattutto tra i più giovani. Un segnale chiaro: la voglia di cultura dal vivo resta forte nonostante la concorrenza dei social o dello streaming.
E i prossimi eventi? Gli organizzatori assicurano che altre serate simili sono già programmate per i primi mesi del 2026. Nomi ancora top secret. Ma ormai il pubblico romano sa cosa aspettarsi: ascoltare voci nuove e vedere talenti diversi mescolarsi dal vivo. E magari portarsi a casa un pezzo di quelle conversazioni per giorni interi.
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