Milano, 26 dicembre 2025 – Oltre duemila iscritti quest’anno al contest internazionale della Fondazione Milano Film, che si è chiuso ieri sera negli spazi rinnovati della Triennale. Una partecipazione record, segno evidente di una manifestazione che sta diventando un punto di riferimento per studenti e giovani autori under 35. Sul palco, davanti a una platea gremita di addetti ai lavori e curiosi, il premio Oscar Giuseppe Tornatore ha consegnato i premi. Le sue parole hanno colpito tutti: “Qui si unisce il meglio dell’arte e dell’industria. Il futuro del cinema passa anche da queste sinergie”.
Le candidature sono arrivate da oltre venti Paesi, dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Francia, Germania e Spagna. Marco Fabbri, direttore artistico, sottolinea come molti corti siano stati girati in provincia. Circa un terzo delle opere è frutto di collaborazioni tra squadre miste e imprese locali. L’età media? Tra i 23 e i 29 anni. “Abbiamo avuto proposte anche da studenti dei licei – spiega Fabbri – ma la maggior parte sono universitari e filmmaker all’inizio del percorso. Si sente una voglia di raccontare e sperimentare che in Italia mancava da tempo”.
All’auditorium della Triennale poco dopo le 19 l’atmosfera era carica di attesa. File all’ingresso fin dalle 18, alcuni con la mail di convocazione in mano, altri a rileggere il programma sul telefono con un po’ di nervosismo. Quando le luci si sono abbassate, sul palco è salito Tornatore accanto a Silvia Baldini, presidente della Fondazione. L’applauso è durato fino a quando il regista ha preso la parola: “Oggi chi fa cinema deve pensare anche a come funziona la produzione. Industria e creatività devono sostenersi senza dimenticare la responsabilità verso il pubblico”. Una riflessione interrotta solo dal click delle macchine fotografiche; qualcuno tra i finalisti in seconda fila ha sussurrato: “Parole che servivano”.
Il primo premio è andato a “Respiro Corto”, corto girato tra Piacenza e la Val Trebbia dalla ventiseienne Claudia Messina. La storia racconta l’incontro casuale tra un operaio stagionale e una giovane infermiera durante uno sciopero nel settembre 2024. La giuria – con la sceneggiatrice Paola Randi e il produttore francese Alain Lefèvre – ha motivato così la scelta: “Un racconto semplice ma potente. Non cerca effetti facili, scava nell’ordinario”. Menzioni speciali per “Luoghi Comuni”, documentario ambientato nella periferia nord di Milano, e per il corto animato “Domani alle cinque”.
Secondo gli organizzatori, circa metà delle opere selezionate affrontano temi sociali: lavoro precario, nuove forme familiari, rapporto tra tecnologia e privacy. Il presidente di giuria ha ammesso: “Colpisce come i giovani autori siano dentro le tensioni del presente”. Un aspetto che non è passato inosservato al pubblico.
A fine serata non sono mancati momenti di confronto con produttori e referenti delle piattaforme streaming come RaiPlay e Netflix Italia. Molti ospiti hanno evidenziato come eventi come questo rappresentino “un canale diretto tra nuovi talenti e aziende”, soprattutto in un momento in cui l’audiovisivo italiano cerca slancio tra investimenti pubblici e iniziative start up. Nel foyer piccoli gruppi parlavano fino a tardi di bandi e occasioni concrete. Alcuni vincitori si dicono pronti a mettersi in gioco; Anna Ruggeri, 24 anni, ammette: “Farsi notare non è facile ma almeno qui puoi parlare con chi decide davvero”.
Prima di congedarsi Tornatore ha rivolto un appello ai giovani: “Abbiate il coraggio di sbagliare – ha detto – perché solo così si innova davvero. Non serve inseguire mode o algoritmi: bisogna cercare storie che parlino a tutti”. Un discorso accolto con applausi anche dai docenti universitari presenti.
Insomma, questa edizione 2025 del contest milanese chiude con numeri da record e una certezza nuova: l’incontro tra arte e industria può dare frutti importanti, se i più giovani hanno il coraggio giusto e il sistema produttivo sa accogliere idee fuori dal comune. Solo così le storie possono davvero lasciare il segno.
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