Roma, 1 dicembre 2025 – Da oggi, cinque giorni a settimana, in varie zone della Capitale i cittadini stanno sperimentando un nuovo sistema di partenze serali con orari differenziati. L’iniziativa nasce da un confronto tra Comune, aziende del trasporto pubblico e rappresentanti dei pendolari. L’obiettivo è chiaro: ridurre la congestione nei punti più critici della città tra le 18 e le 22, una fascia oraria da sempre complicata per traffico e servizi.
Dalle 18 di questo lunedì, i tabelloni elettronici delle fermate principali – Termini, Tiburtina, Anagnina – hanno iniziato a segnare orari di partenza scaglionati per bus, metro e alcune linee ferroviarie locali. Un dettaglio che non è passato inosservato ai viaggiatori abituali, costretti a rivedere abitudini ormai consolidate. “Ho dovuto anticipare l’uscita dall’ufficio – racconta Laura, 38 anni, impiegata all’Eur – perché il mio autobus passa venti minuti prima rispetto a ieri”.
L’assessore alla Mobilità Eugenio D’Alessandro spiega che il piano punta a “diluire i flussi e alleggerire la pressione sugli snodi più affollati. Non sarà una rivoluzione da subito – ammette – ma vogliamo rendere il rientro a casa più regolare e meno stressante”.
Il progetto interessa dal lunedì al venerdì tutte le linee principali di trasporto pubblico urbano e alcune extraurbane. Gli orari non sono fissi: cambiano ogni giorno in base alle esigenze di ogni quartiere e vengono aggiornati settimanalmente. Questo ha creato qualche difficoltà soprattutto tra gli utenti più anziani, meno pratici con i cambiamenti digitali.
Alle 18:30 in piazza Bologna c’è chi si è detto confuso davanti agli annunci sonori e agli schermi digitali. “Non sapevo che oggi gli autobus partissero a questi orari”, ammette Piero, pensionato di 72 anni. Molti si sono rivolti agli addetti Atac presenti alle banchine o hanno cercato info sulle app ufficiali o nei gruppi Telegram dedicati ai pendolari.
Le reazioni alla partenza scaglionata sono state contrastanti. Chi può lavorare in modo flessibile ha accolto la novità con sollievo, sperando di trovare mezzi meno affollati. “Finalmente non sarò più schiacciata nella folla alle sei e mezza”, commentano alcuni studenti fuori dalla metro Garbatella.
Altri invece lamentano già disagi legati ai nuovi orari. “Il mio treno per Guidonia è partito dieci minuti prima”, spiega Marco, pendolare da Roma Nord. “Se non sto attento agli aggiornamenti rischio di arrivare tardi al doposcuola di mio figlio”.
La scelta degli orari si basa su uno studio dell’Università La Sapienza insieme al Dipartimento Mobilità del Comune. Nei mesi scorsi hanno monitorato dati dai tornelli e validatori in vari quartieri. “Abbiamo registrato picchi tra le 18:05 e le 18:45 nelle zone universitarie”, si legge nel rapporto. In periferia le code si formano più tardi, verso le 20:15 soprattutto verso Ostia o Tor Bella Monaca.
Per questo il nuovo schema prevede corse anticipate in centro e una frequenza maggiore nelle zone periferiche dopo le 20. Una strategia pensata per “evitare gli ingorghi cronici”, come li definisce l’ingegner Carlo D’Agostini dell’Atac.
Il Comune ha fissato una prima verifica tra trenta giorni. Se i numeri daranno ragione al modello, l’orario differenziato sarà esteso anche ai weekend e accompagnato da altre misure — ad esempio agevolazioni per chi sceglierà fasce meno affollate. “Stiamo valutando incentivi anche sui biglietti – dice D’Alessandro – ma molto dipenderà dai risultati di questa fase”.
Gli esperti invitano alla prudenza: secondo la sociologa Elena Mantovani “serviranno settimane prima che i cittadini si abituino ai nuovi ritmi”. Intanto i dati parziali raccolti oggi mostrano una cosa chiara: per muoversi bene in città servono sì orari diversi ma anche un po’ più di flessibilità nelle abitudini.
Roma prova così a cambiare passo nelle sue serate lavorative: un esperimento ancora in corso che mette alla prova sia le infrastrutture sia la pazienza dei suoi abitanti.
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