Torino, 17 novembre 2025 – Alla Palazzina di caccia di Stupinigi, uno splendido gioiello barocco a due passi da Torino, i soldi per i grandi restauri non mancano. Ma far andare avanti la gestione di tutti i giorni è un vero rompicapo. A tracciarne il quadro è stata Licia Mattioli, presidente della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino e della Fondazione Ordine Mauriziano, che ha lanciato un appello chiaro al governo: “Non è normale che un posto come questo fatichi così tanto a sopravvivere. È un unicum in Europa. Chiediamo al Paese di darci una mano”.
Anticamere di Carlo Felice, il restauro che tutti aspettavano
Questa mattina, nella storica residenza, è stato presentato il restauro degli apparati decorativi delle anticamere dell’appartamento di Carlo Felice. L’intervento, finanziato dalla Consulta con 350.000 euro, sarà visitabile da dicembre, ma solo su prenotazione e in gruppi piccoli, grazie al programma Passepartout. L’obiettivo è riaccendere i riflettori su uno dei luoghi più importanti del patrimonio piemontese.
“In Francia, in un posto così, ci sarebbero le code, mentre qui nemmeno i pullman arrivano,” ha confidato Mattioli ai giornalisti. Il problema è evidente: la Palazzina di Stupinigi non soffre solo per la mancanza di fondi ordinari, ma anche per un accesso complicato. “Dicono che per allungare di qualche chilometro il tram 4 e portare la fermata davanti alla Palazzina servono venti milioni. Una cifra pazzesca,” ha aggiunto la presidente.
Soldi extra, ma la gestione resta un problema
Negli ultimi due anni, dopo il fallimento della Fondazione Ordine Mauriziano, la Regione Piemonte ha messo sul piatto 11 milioni di euro. Grazie a quei fondi sono stati fatti lavori urgenti: nuovo impianto elettrico, sistema d’allarme, restauro dei muri. Interventi indispensabili, certo, ma che non bastano per far girare la struttura giorno per giorno.
“Ho chiesto aiuto ovunque: al Ministero della Cultura, alla Regione, al Comune, alle Fondazioni,” ha raccontato Mattioli. Eppure, nonostante questi sforzi e i soldi extra, la gestione ordinaria è sempre in bilico. “Abbiamo dovuto bloccare anche la nomina del direttore,” ha ammesso, sottolineando che non si tratta solo di problemi economici, ma anche di organizzazione.
Un tesoro poco valorizzato
La Palazzina di caccia di Stupinigi, disegnata da Filippo Juvarra nel Settecento per i Savoia, è uno dei capolavori del barocco europeo. Eppure, chi la gestisce denuncia l’assenza di una vera strategia nazionale per valorizzarla. “In altri Paesi, una residenza così sarebbe una meta turistica di primo piano,” ha osservato Mattioli. Qui invece si fatica persino a garantire i servizi più semplici: trasporti pubblici insufficienti, pochi eventi, personale ridotto all’osso.
Il prossimo passo sarà invitare il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a visitare la Palazzina. Un gesto sia simbolico sia concreto. “Solo vedendo con i propri occhi si può capire davvero la situazione,” ha detto Mattioli.
Futuro in bilico tra restauri e incertezze
Entro la primavera 2026 è previsto il termine del restauro dell’appartamento di ponente di Carlo Felice, finanziato con 5 milioni di euro dal Ministero della Cultura. Un cantiere importante, che dovrebbe aprire nuovi spazi al pubblico e dare nuova vita alla Palazzina. Ma senza fondi stabili per la gestione di tutti i giorni – dalla manutenzione alle attività educative – il rischio è che anche questi lavori rimangano isolati.
Secondo le prime stime, servirebbero almeno 1,5 milioni di euro all’anno per mantenere la struttura viva e funzionante. Una cifra che oggi sembra lontanissima. “Siamo a un bivio – ha chiuso Mattioli – o si trova una soluzione duratura o rischiamo di perdere un pezzo fondamentale della nostra storia”.
Nel frattempo, la Palazzina resta aperta nei fine settimana e nei giorni festivi. Ma il futuro della reggia juvarriana – fatta di restauri importanti e una quotidianità precaria – è appeso a un filo.





