Firenze, 2 dicembre 2025 – Apre oggi al pubblico, agli Uffizi, una delle opere più chiacchierate e ambite del Rinascimento: il celebre ritratto di Ridolfo del Ghirlandaio. La tela è esposta dalla mattina alle 10 nella Sala 15 e sta già attirando studiosi, turisti e appassionati da ogni parte d’Italia. Il direttore Eike Schmidt, ieri in conferenza stampa, ha commentato: «Un arrivo atteso da anni. Questa mostra è una tappa fondamentale della nostra stagione». Dopo essere rimasta a lungo in collezioni private, l’opera torna finalmente visibile a tutti, fino a marzo prossimo.
Ridolfo del Ghirlandaio, un pittore tra tradizione e innovazione
Nato a Firenze nel 1483, Ridolfo era figlio di Domenico e allievo di Fra Bartolomeo. Il ritratto esposto – olio su tavola di 67 per 51 centimetri, senza la cornice originale – è datato tra il 1512 e il 1515. Secondo la scheda degli Uffizi, il personaggio ritratto è probabilmente un notabile fiorentino (ma il nome resta un mistero). Indossa una zimarra scura bordata di velluto e tiene tra le mani un piccolo libro. Il volto, intenso ma tranquillo, riflette lo stile di Ridolfo: una pittura limpida che parte dalla tradizione familiare ma che si apre alle novità nate nelle botteghe fiorentine dopo la morte di Leonardo.
«La luce che cade su mani e occhi rivela una vera ricerca psicologica», ha spiegato la curatrice Maria Elena Massimi. Gli studiosi sono d’accordo: Ghirlandaio non ha avuto la fama dei suoi grandi contemporanei ma ha lasciato un segno profondo in città. Questo ritratto, fino a pochi mesi fa nella villa privata dei Marchesi Pandolfini a Lastra a Signa, è uno dei pezzi più preziosi della sua fase matura.
Un allestimento sobrio che lascia parlare l’opera
La sala dedicata ha pareti grigio chiaro e luci studiate per valorizzare il dipinto posto su una pedana in legno chiaro. Un pannello racconta la vita dell’artista e alcune fotografie ingrandite svelano i dettagli nascosti della pittura. «Abbiamo voluto un allestimento semplice ma efficace», ha detto Schmidt ai giornalisti, «l’opera deve essere protagonista». Tra le scelte curatoriali spiccano l’assenza di audioguide digitali e pochi materiali interattivi: tutto per non disturbare la contemplazione.
Fin dalle prime ore si sono visti visitatori: studenti del Liceo Artistico di Porta Romana con i loro taccuini, appassionati che osservano con attenzione e anche una coppia di turisti spagnoli incantati davanti alla tela. Nel libro firme si leggono commenti come «Un volto che sembra guardarti» scritto da Elena, 16 anni, o «Ghirlandaio merita di essere riscoperto», segnato da Massimo, pensionato di Prato.
La riscoperta di un talento dimenticato
Ridolfo del Ghirlandaio non è mai stato famoso quanto Raffaello o Michelangelo ma ai suoi tempi godeva di buona reputazione. Vasari lo descrive come “giovane dotato e generoso”, anche se spesso rimase nell’ombra del padre Domenico. Negli ultimi anni la critica internazionale ha rivalutato il suo lavoro. Questo ritratto tornato agli Uffizi dopo secoli è considerato da molti esperti uno dei capolavori del primo Cinquecento fiorentino.
La mostra fa parte di un progetto più ampio che porterà alla pubblicazione nel 2026 di un catalogo monografico dedicato all’artista. «Siamo solo all’inizio», racconta Massimi. «Quest’opera nasconde ancora molti dettagli e simboli da scoprire». Per questo sono già stati organizzati incontri tra gennaio e febbraio con storici dell’arte italiani e stranieri.
Il ritorno atteso dai fiorentini
Per tanti abitanti della città questa esposizione significa “ritrovare qualcosa di proprio”. L’ultima volta che il dipinto era stato mostrato in pubblico risale al 1978, quando fu esposto brevemente nel Salone dei Cinquecento durante una retrospettiva sui Ghirlandaio. Da allora era sparito dai grandi musei. Il biglietto d’ingresso – costo standard 18 euro – include anche l’accesso alle sale permanenti degli Uffizi.
L’atmosfera in città è quella delle grandi occasioni. Stamattina in Piazza della Signoria si vedevano gruppetti con le brochure della mostra in mano. E secondo i dati diffusi dal Comune nelle prime ore si sono contate più di cinquecento persone davanti all’ingresso.
Un segnale chiaro che la passione per la pittura rinascimentale fiorentina resta forte – sia dentro sia fuori i confini toscani.





