Milano, 24 dicembre 2025 – Renato De Maria, regista milanese, ha scelto il cuore di Roma per raccontare, nel suo nuovo film, la parabola umana e artistica di un personaggio fuori dagli schemi. L’opera, presentata in anteprima all’Auditorium Parco della Musica nella serata del 23 dicembre, ripercorre le tappe fondamentali della vita dell’artista al centro della narrazione: incontri, cadute, rinascite. Un lavoro che De Maria definisce “necessario”, perché – come ha spiegato a margine della proiezione – “ci sono biografie che servono a restituire un pezzo d’Italia che rischiamo di dimenticare”.
Il film si apre con una scena negli anni Settanta, tra i primi successi, i volti della Bologna bohémien e le tensioni di un’Italia in fermento. De Maria evita il tono didascalico: preferisce seguire il ritmo un po’ scomposto delle passioni dell’artista. A volte basta un dettaglio piccolo per far emergere amicizie nate in locali fumosi o discussioni accese nelle osterie. “Non ho mai voluto fare un’agiografia”, ha detto il regista alla stampa, “ma raccontare una storia vera, piena di contraddizioni”.
I salti temporali sono segnati da oggetti, canzoni e atmosfere riconoscibili a chi conosce bene la vicenda: la sedia rossa nello studio, un vinile graffiato sul giradischi, una copia logora di Pavese. In sala c’era anche Marta Moretti, storica amica dell’artista, che a fine proiezione non ha nascosto l’emozione: “Rivedere certi momenti mi ha scosso, sembrava tutto ieri”.
Il protagonista è interpretato da Francesco Scianna, attore palermitano già noto per ruoli intensi. La sua prova è misurata, mai imitativa: resta una distanza sottile tra lui e il vero personaggio. Una distanza colmata – secondo De Maria – dal “rispetto per le fragilità”. La scelta di Scianna non era scontata, ha confidato il produttore Paolo Signorelli: “Cercavamo qualcuno capace di portare malinconia e rabbia insieme. Francesco ci è sembrato quello giusto”.
Nel cast ci sono anche Alessia Barela e Riccardo Scamarcio, chiamati a interpretare figure chiave della vita personale e pubblica dell’artista. Le riprese hanno toccato Bologna, Torino e Roma: poche settimane intense, notti sul set e riprese all’aperto anche sotto la pioggia, che spesso costringeva a ricominciare da capo.
Uno degli aspetti più forti è la colonna sonora, con brani scelti tra vecchie registrazioni e pezzi originali. Spiccano nomi come Francesco De Gregori e Paolo Conte, insieme a inediti scritti apposta da giovani cantautori. “Volevamo che la musica non fosse solo sfondo”, ha detto De Maria, “ma parte integrante della storia”.
All’uscita dalla sala il pubblico parlava soprattutto delle scelte musicali. Roberto Galli, pensionato romano che aveva conosciuto l’artista negli anni Ottanta, ha commentato: “Quei pezzi mi hanno riportato ai miei vent’anni”.
Le prime recensioni sono arrivate nella notte tra martedì e mercoledì. Per Il Messaggero, il film tiene insieme “malinconia e leggerezza senza cadere nel ricatto emotivo”. Più cauta una firma di La Repubblica che parla di “opera sincera ma forse troppo lunga nella seconda parte”. De Maria però ha detto di essere “più curioso delle reazioni della gente comune che non degli addetti ai lavori”.
Dopo Roma il film arriverà nei cinema italiani dal 26 dicembre; sono previste tappe a Milano (Cinema Anteo), Torino e Firenze.
Alla domanda sul perché questa scelta biografica, De Maria ha risposto senza mezzi termini: “Sentivo il bisogno di ricordare una figura che ha dato tanto ma spesso è stata fraintesa”. Il film diventa così non solo un racconto personale ma anche uno specchio delle contraddizioni italiane dagli anni Settanta al Duemila. Come ha scherzato alla platea il regista: “Raccontare un artista è sempre anche un modo per raccontare noi stessi”.
Il pubblico lo ha salutato con un applauso lungo e raccolto. Un grazie quasi sussurrato per aver rimesso in moto ricordi, immagini e voci destinati a svanire.
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