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Franco Arminio sorprende con poesie sui muri del Salernitano

Il piccolo borgo di Sant’Angelo a Fasanella, situato nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, ha recentemente vissuto un evento straordinario: i muri delle sue antiche strade si sono trasformati in una galleria d’arte poetica grazie ai versi di Franco Arminio, noto poeta e paesologo. Questo gesto inaspettato ha portato la poesia direttamente nelle vite quotidiane degli abitanti e dei visitatori, creando un’atmosfera di stupore e meraviglia tra i vicoli silenziosi e le case in pietra che caratterizzano il paese.

L’inizio di un’esperienza poetica

La mattina del 16 agosto, gli abitanti di Sant’Angelo a Fasanella si sono svegliati trovando fogli di carta bianca affissi accanto ai portoni e vicino alle case antiche. Questi fogli, recanti versi poetici di Arminio, esprimono sentimenti di appartenenza, memoria e radici. L’assenza di annunci o spiegazioni ha reso l’iniziativa ancora più affascinante e misteriosa, portando con sé un messaggio di vulnerabilità e forza. Il sindaco Bruno Tierno ha testimoniato l’emozione provata dalla comunità, sottolineando come questo gesto anonimo e semplice abbia toccato profondamente i cuori di chi passeggiava per il centro storico.

La reazione della comunità

Franco Arminio è un autore molto apprezzato per la sua capacità di raccontare l’anima dei piccoli borghi e delle aree interne italiane. Le sue poesie spesso riflettono il dolore e la bellezza della vita nei luoghi meno visibili, invitando a una riflessione profonda sulla nostra esistenza e sulla necessità di connetterci con le nostre origini. Questo intervento a Sant’Angelo a Fasanella non è solo un omaggio alla poesia, ma un invito a valorizzare e preservare i piccoli centri, spesso dimenticati, ma ricchi di storia e cultura.

La reazione della popolazione è stata di incredulità e gioia. Molti abitanti si sono fermati a leggere i versi, condividendo il loro stupore e la loro commozione. “Ci auguriamo – ha commentato Tierno – che si tratti di un’iniziativa nata dai giovani, perché in queste parole vedo un chiaro messaggio di resilienza, un invito a restare e a credere ancora nella forza dei nostri luoghi.” Queste affermazioni evidenziano come la poesia possa diventare un veicolo di speranza e una risorsa per le comunità che affrontano sfide legate allo spopolamento e all’abbandono.

Un futuro per la poesia nel borgo

Il sindaco ha anche lanciato un’idea interessante: trasformare queste affissioni poetiche in opere più durature, stampandole su tela o montandole su strutture rigide. Tierno ha suggerito di esporle durante il Fasanella Fest, un evento che si svolgerà il 22, 23 e 24 agosto, che celebra la cultura e le tradizioni locali. Quest’idea non solo arricchirebbe il festival, ma darebbe anche la possibilità di rendere omaggio a questa iniziativa ispirata, trasformando i muri del paese in un vero e proprio museo a cielo aperto.

Sant’Angelo a Fasanella, con i suoi poco più di 500 abitanti, si è così trasformato in un laboratorio di emozioni e creatività. Qui, la cultura non è confinata all’interno di musei o gallerie, ma si respira tra le pietre e le porte, tra le persone che popolano il borgo. Questo evento poetico ha risvegliato l’attenzione sulla bellezza e sull’autenticità di un luogo che, sebbene possa sembrare ai margini, è vivo e pulsante di storia e significato.

L’iniziativa di affiggere poesie sui muri non è soltanto un gesto artistico, ma un atto di amore verso il proprio territorio. In un’epoca in cui i piccoli centri sono spesso trascurati, questo esempio di riappropriazione della cultura locale dimostra che è possibile creare connessioni significative attraverso l’arte. La poesia, in questo contesto, diventa un mezzo per raccontare storie, emozioni e identità, un modo per unire le persone e farle riflettere sulla loro esistenza e sul loro legame con il territorio.

I versi di Franco Arminio, incollati silenziosamente sui muri del borgo, hanno dunque creato un legame tra passato e presente, tra individui e comunità. L’arte, in questo caso, non si limita a decorare, ma invita a un dialogo profondo con la storia e la cultura del luogo. Questo gesto poetico rappresenta una piccola grande rivoluzione culturale che, con discrezione e umiltà, riesce a riportare l’attenzione sulla bellezza delle cose semplici e sulla necessità di custodire e valorizzare i luoghi che ci circondano.

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