Torino, 8 novembre 2025 – Pierfrancesco Favino, uno degli attori più conosciuti del cinema italiano, ha parlato oggi a Torino, durante la proiezione di “Il Maestro” alle Atp Finals, della situazione dei fondi per il cinema in Italia. Favino ha raccontato di aver più volte provato, sia a Cannes che a Venezia, a far partire un confronto serio tra le parti in causa, ma di essersi sempre scontrato con un muro. “Da tanto tempo chiediamo di sederci a quel tavolo, ma quel tavolo non vuole vederci”, ha detto con un filo di amarezza nella voce.
Favino: il nodo dei fondi per il cinema italiano
Il tema dei finanziamenti pubblici al cinema resta una ferita aperta. Favino, volto di tanti film di successo, ha sottolineato quanto il settore abbia bisogno di un vero dialogo con le istituzioni. “I ponti si costruiscono solo quando chi deve farlo si mette insieme e decide come farlo”, ha spiegato davanti a studenti, addetti ai lavori e appassionati. La sua presenza a Torino, in un evento sportivo come le Atp Finals, ha dato ancora più forza alle sue parole.
Per Favino, la mancanza di confronto rischia di trasformare tutto in un monologo. “Ormai non è più un dialogo, ma un monologo”, ha aggiunto, riferendosi alle difficoltà delle associazioni di categoria nel farsi ascoltare dal governo e dagli enti che gestiscono i fondi. Una situazione che, secondo molti nel settore, va avanti da mesi e che rischia di penalizzare soprattutto le produzioni indipendenti e i giovani registi.
Un settore in attesa di risposte concrete
Negli ultimi anni il cinema italiano ha conquistato sempre più attenzione all’estero, come dimostrano i premi a Cannes e Venezia, ma il problema dei fondi resta centrale. Le associazioni chiedono da tempo più chiarezza su come vengono assegnati i finanziamenti e una pianificazione che duri nel tempo, per permettere alle produzioni di lavorare con più tranquillità.
Favino non è nuovo a queste battaglie. Già in passato aveva chiesto un ruolo più attivo per gli artisti nelle decisioni strategiche del settore. “Serve fiducia reciproca”, aveva detto alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre. Oggi però il suo tono è più rassegnato: “Abbiamo chiesto tante volte di sederci insieme per trovare soluzioni, ma non ci è stato permesso”.
Reazioni e cosa aspettarsi
Le parole di Favino hanno subito acceso la sala. Alcuni produttori hanno annuito, altri hanno preferito non commentare. Un giovane regista torinese, uscendo, ha confidato: “Se non c’è un confronto vero, rischiamo di restare bloccati. Servono regole chiare e fondi certi”. Anche tra gli studenti si è sentita una certa preoccupazione per il futuro.
Dal Ministero della Cultura, intanto, nessuna risposta ufficiale. Fonti vicine al ministro Gennaro Sangiuliano raccontano che nelle prossime settimane potrebbe essere convocato un tavolo tecnico con le associazioni principali del settore audiovisivo. Ma al momento non ci sono date né dettagli precisi.
Il cinema italiano: tra successi e sfide
Nonostante i problemi con i fondi per il cinema, il nostro cinema continua a brillare all’estero. Solo nell’ultimo anno, film come “Io Capitano” di Matteo Garrone e “La Chimera” di Alice Rohrwacher hanno raccolto applausi nei festival più importanti. Eppure, come ha ricordato Favino oggi a Torino, senza investimenti stabili e senza un vero confronto tra artisti e istituzioni, si rischia di disperdere energie e talenti.
La giornata si è chiusa con la proiezione di “Il Maestro” e un breve dibattito. Favino, prima di andare via, ha stretto mani e scambiato qualche parola con i giovani presenti. “Non bisogna smettere di crederci”, ha detto sottovoce a una studentessa che gli chiedeva un consiglio sul futuro nel cinema. Poi è uscito tra gli applausi, lasciando aperta una domanda: quando arriverà davvero il momento del dialogo?





