Catania, 27 dicembre 2025 – Una nuova eruzione ha colpito l’Etna nelle prime ore di oggi. Poco dopo le 6, una nube eruttiva si è alzata per diversi chilometri sopra la cima del vulcano. Sul versante sud-orientale, a Zafferana Etnea e Milo, i residenti hanno subito notato un’oscillazione della luce e un rumore sordo provenire dalla montagna. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania ha confermato: la colonna di fumo ha superato i 4.500 metri di altezza, spinta dal vento verso nord-est.
Al sorgere del sole, la nube era visibile anche a decine di chilometri di distanza, proiettando un’ombra chiara sui paesi ai piedi del vulcano. Intorno alle 6:30, i telefoni della centrale dei vigili del fuoco hanno iniziato a squillare. “Ci sono detriti nell’aria, sembra pioggia nera”, ha raccontato una residente di Santa Venerina. Da Trecastagni arrivano altre segnalazioni: vetri che vibrano e il cielo che si tinge di grigio. “Non si vedeva niente davanti, solo fumo e cenere”, dice un autista dell’AMT in transito sulla statale 284 verso Adrano. La protezione civile si è subito mossa con il monitoraggio delle zone più a rischio, schierando squadre già all’alba.
Secondo i primi dati diffusi dall’INGV, l’eruzione si è concentrata nel cratere di sud-est, con esplosioni intermittenti e una forte emissione di materiali piroclastici. “La nube è densa e trasporta cenere finissima con il vento”, ha spiegato il vulcanologo Eugenio Privitera in diretta stampa alle 7:45. Il vulcano viene seguito costantemente tramite sismografi e telecamere a infrarossi sparse tra i comuni vicini.
Per ora non ci sono notizie di danni a persone o cose. Le autorità hanno comunque deciso di chiudere temporaneamente la strada provinciale Mareneve vicino al Rifugio Sapienza. Una misura precauzionale, dicono i tecnici comunali.
L’aeroporto di Catania Fontanarossa è rimasto aperto, ma tra le 7 e le 8:30 alcuni voli per Roma e Milano hanno subito ritardi a causa della scarsa visibilità. Sac, la società che gestisce lo scalo, ha riattivato i voli regolarmente dopo aver valutato le condizioni meteo. Sul fronte stradale, alcune strade secondarie intorno all’Etna sono state limitate per permettere agli spazzaneve di pulire la cenere sulle carreggiate.
A Zafferana, intorno alle 9 del mattino, commercianti con scope alla mano hanno iniziato a pulire davanti ai negozi. “Succede spesso – racconta Rosaria Cavallaro, panettiera in via Roma – ma ogni volta sembra un’esperienza diversa”. Nel frattempo le scuole elementari della zona sono rimaste chiuse per precauzione.
Non è la prima volta negli ultimi mesi che l’Etna dà segnali forti: tra ottobre e novembre aveva già mostrato episodi più contenuti ma ben percepiti dalle comunità locali. “La situazione è sotto controllo”, assicura Salvatore Cocina della Protezione civile siciliana, invitando però i cittadini a seguire solo le informazioni ufficiali. Ricorda anche che in caso di cenere è meglio stare in casa o usare mascherine all’aperto.
La situazione viene monitorata anche dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea ed è aggiornata continuamente. Nei bar di Nicolosi se ne parla senza allarmismi ma con attenzione. “Conviviamo con l’Etna da sempre – commenta Giovanni Russo, barista – però quando alzi gli occhi e vedi quella colonna grigia ti rendi conto che non ci si abitua mai del tutto”.
Le autorità locali mantengono l’allerta gialla e raccomandano di evitare spostamenti inutili nelle zone più colpite dalla caduta di cenere. Nel pomeriggio i tecnici INGV torneranno sul posto per valutare come evolve la situazione. Intorno alle 11 è atteso un nuovo bollettino con dati aggiornati sulla nube e possibili effetti sull’agricoltura locale.
Al momento tutto sembra stabile, ma l’attenzione resta alta: “Seguiamo ogni fase – spiega Privitera – il vulcano ci ricorda che è sempre lì”. Sul versante orientale intanto la vita prosegue tra pulizie veloci e occhi rivolti al cielo: una normalità interrotta solo da un rumore sordo o da quella scia grigia sospesa sulla valle.
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