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Dietro le quinte del golpe rosso: il piano solo di bigazzi e fertilio

Il Piano Solo rappresenta un episodio oscuro e controverso della storia italiana, suscitando dibattiti e interrogativi che si intrecciano con la politica del paese. Questa presunta cospirazione per un colpo di Stato, orchestrata dall’Arma dei Carabinieri nel 1964, ha attirato l’attenzione di storici e studiosi. Tra questi, Francesco Bigazzi e Dario Fertilio offrono una nuova prospettiva su questo capitolo, con il loro saggio “Il Piano Solo: golpe sì, ma rosso”, pubblicato da Mauro Pagliai.

Il contesto del Piano Solo

Il Piano Solo è stato concepito come un tentativo di rovesciare il governo dell’epoca, sostenuto dall’allora presidente della Repubblica, Antonio Segni. L’obiettivo era quello di fermare i dirigenti dell’opposizione e dei sindacati, deportandoli in Sardegna. Sebbene il piano non sia mai stato attuato, il suo impatto sulla politica italiana è stato significativo. Le accuse mosse nel corso degli anni sono state spesso descritte come il risultato di una fake news orchestrata da forze esterne.

  1. La narrazione dei media di sinistra, come Paese Sera e L’Astrolabio, ha contribuito a diffondere l’idea che il Piano Solo fosse un piano di golpe di destra.
  2. Mario Segni, ex presidente della Repubblica, ha definito questa narrazione una vera e propria falsificazione storica.
  3. La ricerca di Bigazzi e Fertilio si basa su nuove fonti e documenti recentemente desecretati, che offrono una visione più chiara delle dinamiche di potere del periodo.

Le dinamiche geopolitiche degli anni ’60

La Guerra Fredda ha avuto un ruolo cruciale nel contesto del Piano Solo. In questo periodo, l’Italia si trovava al centro di manovre politiche che coinvolgevano non solo forze interne, ma anche potenze esterne come l’Unione Sovietica. La commissione Mitrokhin ha rivelato che Mosca stava attuando una strategia di disinformazione per destabilizzare l’Italia, coinvolgendo politici, militari e media.

  • Il Piano Solo potrebbe essere interpretato come un tentativo di rispondere a questa crescente influenza sovietica.
  • I servizi segreti italiani, già sotto pressione, sono stati ulteriormente indeboliti da una campagna di disinformazione.

Il ruolo dei media nella percezione del Piano Solo

Bigazzi e Fertilio analizzano anche come i media abbiano plasmato la percezione pubblica del Piano Solo. La copertura della stampa ha contribuito a creare un clima di sospetto, rappresentando il Piano come un attacco alla democrazia. Tuttavia, gli autori sostengono che questa narrazione sia stata manipolata da interessi politici e ideologici, distorcendo la realtà.

Le rivelazioni di Leonid Kolosov, ex numero due dei servizi segreti sovietici in Italia, forniscono ulteriori elementi per comprendere il contesto del Piano Solo. Le sue dichiarazioni evidenziano l’interesse diretto dell’Unione Sovietica nel creare disordini in Italia, utilizzando vari strumenti, dalla propaganda alla manipolazione politica.

In conclusione, il lavoro di Bigazzi e Fertilio offre una revisione importante di un capitolo controverso della storia italiana. Mettendo in discussione le narrazioni convenzionali e portando alla luce nuove prove, gli autori invitano a riflettere sulle implicazioni più profonde delle dinamiche politiche e delle influenze esterne che hanno segnato l’Italia degli anni ’60. La loro analisi rappresenta un contributo significativo alla comprensione di un periodo complesso e cruciale della nostra storia.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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