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Crescita del pubblico al cinema: più spettatori ma meno frequenza nelle sale

Negli ultimi anni, il panorama cinematografico italiano ha subito una significativa trasformazione. Secondo la nuova edizione dello studio “Sala e Salotto”, condotto da Anica e curato da Michele Casula, partner di Ergo Research, presentato al Mia, il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, emergono tendenze interessanti riguardo alla fruizione del cinema. Sebbene gli spettatori siano in aumento, il numero medio di ingressi per persona sta diminuendo, segnalando un cambiamento nei modelli di consumo cinematografico.

Aumento degli ingressi ma diminuzione della frequenza

Analizzando i dati del 2024, confermati dai resoconti del primo semestre del 2025, si nota che gli ingressi nelle sale cinematografiche hanno superato i 18 milioni. Tuttavia, la media di biglietti acquistati per spettatore è scesa sotto la soglia di due biglietti, evidenziando una “diluizione” nella frequenza delle visite al cinema. Questo fenomeno trova spiegazione nell’andamento del pubblico: il numero di frequentatori abituali è in calo, mentre gli spettatori occasionali sono aumentati di 2,2 milioni.

Un aspetto interessante del 2024 è l’incremento degli spettatori unici, con oltre 2 milioni di italiani che sono tornati in sala almeno una volta rispetto all’anno precedente, ma con una diminuzione complessiva di quasi 2 milioni di biglietti venduti. Di conseguenza, la frequenza media annuale scende a 2,8 ingressi per spettatore, nonostante il dato che indica come il 42% della popolazione di età superiore ai 3 anni frequenti il cinema almeno una volta all’anno. Questo scenario suggerisce una platea cinematografica più ampia ma meno assidua, con un cambiamento nel profilo demografico del pubblico.

Trend demografico e partecipazione giovanile

Il segmento di età compreso tra 3 e 14 anni e i giovani tra 15 e 24 anni hanno visto un incremento del 11% negli ingressi, segnando un trend positivo per il futuro del cinema. Gli under 25, sebbene rappresentino solo il 20% della popolazione, generano il 43% degli ingressi totali. Dall’altra parte, la partecipazione dei cinquantenni e oltre, che costituiscono il 50% della popolazione, è scesa al 22% delle ammissioni, nonostante rappresentino il 40% dei cosiddetti “moviegoer”, i frequentatori più assidui delle sale. In particolare, il segmento degli over 60, pur essendo numeroso, mostra una frequenza limitata, anche se nei primi sei mesi del 2025 ha già registrato quasi il 60% degli ingressi dell’intero 2024.

L’importanza di attrarre il pubblico giovane

Alessandro Usai, presidente di Anica, commenta questi risultati con ottimismo, sottolineando come il pubblico italiano stia tornando a vivere il cinema, ma in modi diversi rispetto al passato. “È incoraggiante vedere crescere il pubblico più giovane”, afferma Usai, “contrariamente all’idea che i ragazzi siano esclusivamente attratti da internet e non frequentino più le sale. Questo studio dimostra che i giovani sono ancora vitali per il consumo cinematografico”.

Tuttavia, il presidente di Anica sottolinea l’importanza di fare di più per attrarre questo target di pubblico. La crescita degli spettatori e l’interesse rinnovato per il prodotto italiano sono indicatori positivi. “Le storie ben raccontate sanno attrarre e creare comunità attorno alla sala”, aggiunge Usai, evidenziando la necessità di continuare a investire nella qualità e nella varietà delle opere cinematografiche.

In sintesi, mentre il panorama cinematografico italiano mostra segnali di vita con un aumento degli spettatori, resta da affrontare la sfida della fedeltà del pubblico. L’emergere di nuovi modelli di consumo, la crescente presenza di giovani nelle sale e la necessità di un’offerta cinematografica diversificata sono elementi chiave da considerare per il futuro del settore. Il cinema deve adattarsi a queste nuove dinamiche, rispondendo alle aspettative di un pubblico in evoluzione e impegnandosi a raccontare storie che continuino a risuonare con spettatori di tutte le età.

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