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Comandante Arma Catania: oltre 54 mila interventi in un anno, il bilancio del Generale Altavilla

Roma, 30 dicembre 2025 – Il generale Antonio Altavilla, comandante delle Forze Armate italiane, ha detto oggi che “abbiamo cercato di dare risposta a tutte”. Parole rivolte sia al Parlamento sia alle unità operative impegnate negli ultimi mesi in diversi scenari di crisi. È stato durante la conferenza stampa di fine anno, tenuta nella sede dello Stato Maggiore in via XX Settembre, un commento che riassume mesi segnati da emergenze, cambi di strategia e non poche polemiche.

Altavilla traccia il bilancio di un anno difficile

Seduto davanti ai giornalisti, il generale Altavilla ha fatto un rapido bilancio degli ultimi dodici mesi. “Le Forze Armate – ha detto – hanno lavorato su più fronti, dall’emergenza sicurezza nazionale agli interventi nelle aree di crisi all’estero”. In sala, gli occhi si posavano sulle note distribuite: nel 2025, le missioni italiane all’estero hanno coinvolto oltre 5.200 militari in una dozzina di Paesi tra Africa e Medio Oriente. Le richieste arrivate al comando sono state tante, ha ammesso Altavilla. E non sono mancate “le preoccupazioni espresse sia dal Governo che dagli alleati”.

Solo allora l’attenzione si è spostata sui problemi interni: dalla riforma del comparto difesa ai guai logistici emersi durante le operazioni di soccorso per le alluvioni in Toscana. “Abbiamo provato a trovare soluzioni immediate, non sempre perfette – ha confidato –, ma la risposta è arrivata in fretta”. Qui una pausa breve, quasi per sottolineare il peso delle responsabilità.

Le risposte alla politica e la pressione degli alleati

Altavilla ha ricordato come ci sia stato bisogno di un confronto serrato con il Parlamento: interrogazioni urgenti sulla sicurezza degli assetti strategici e richieste di chiarimenti sulle spese per i nuovi mezzi. “Abbiamo risposto punto su punto – ha sottolineato –, fornendo dati aggiornati e massima trasparenza sui costi”. Riguardo alle forniture agli alleati NATO, il comandante ha precisato che “l’Italia ha mantenuto gli impegni presi”, soprattutto dopo l’aumento delle tensioni ai confini orientali dell’Alleanza. Le domande dei giornalisti si sono fatte fitte proprio su questo tema, complici le tensioni internazionali.

Ieri pomeriggio fonti diplomatiche italiane avevano sottolineato l’importanza di “un’azione coesa e continua” tra i partner europei. Chiamato a commentare quella frase, Altavilla ha annuito: “La pressione c’è, è chiaro. Ma la nostra linea resta netta: collaborazione e pragmatismo”.

Emergenze sul territorio e il ruolo della Difesa

L’anno che sta per finire è stato segnato da diverse emergenze dentro i confini nazionali. Dall’ondata di maltempo di ottobre all’operazione “Scudo Sicuro” a Bari – dove l’Esercito è intervenuto per aiutare a ristabilire l’ordine dopo i disordini nel centro città. Altavilla ne ha parlato così: “Ci hanno chiamati a garantire la sicurezza dei cittadini. Spesso le richieste sono arrivate direttamente dalle Prefetture”. E i tempi? “Ore, non giorni”, ha spiegato il generale. Alcuni sindaci hanno ringraziato pubblicamente per il supporto nei momenti più difficili.

Non sono però mancati dubbi sulle dotazioni e sui costi da sostenere. “Non abbiamo risorse infinite”, ha ammesso senza giri di parole il comandante. Una presa d’atto secca ma reale. Però – come ha aggiunto subito dopo – “il dovere resta quello di rispondere”. Anche quando manca tutto ciò che serve facilmente.

Le sfide del 2026

Guardando al futuro, Altavilla non si è lasciato andare a grandi annunci. Ha però messo sul tavolo alcune priorità: rafforzare l’addestramento congiunto con gli altri Paesi europei e puntare sulla digitalizzazione delle strutture militari. Restano aperti i temi della riforma del servizio civile e della possibile revisione delle spese militari previste dal DEF.

Alla domanda se la Difesa sia pronta alle nuove sfide del 2026, il generale non si è tirato indietro: “Abbiamo imparato molto nell’ultimo anno. Sappiamo che sarà dura – ha concluso –, ma continueremo a rispondere a tutte le richieste”. Un impegno chiaro davanti ai taccuini aperti dei cronisti, mentre la sala stampa restava piena di domande senza risposta.

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