Scrivere significa “fissare immagini”. È attorno a questo concetto che ruota il memoir di Anna Katharina Frohlich, intitolato La trama dell’invisibile, pubblicato da Mondadori. Frohlich, scrittrice e appassionata giardiniera, ha trascorso venticinque anni della sua vita accanto a Roberto Calasso, l’illustre editore e fondatore della casa editrice Adelphi, con cui ha avuto due figli. In occasione del Salone del Libro di Torino, conclusosi il 19 maggio, Frohlich ha presentato il suo libro, in cui racconta non solo la storia d’amore con Calasso, durata fino alla sua morte nel 2021, ma anche il ritratto di un uomo che ha saputo sfuggire alle convenzioni del mondo letterario e accademico.
L’approccio di Calasso alla scrittura
“Roberto diceva: ‘A me i temi non interessano'”, racconta Frohlich in un’intervista rilasciata all’ANSA, “fissava immagini nei suoi libri”. Questa affermazione riassume perfettamente l’approccio di Calasso alla scrittura e alla vita. Frohlich ricorda come l’editore avesse una sorta di “corazza” che lo proteggeva, permettendogli di mantenere un distacco dalle superficialità del mondo. “Mi ha dato delle chiavi in mano, anche per il mondo invisibile”, continua, evidenziando l’inquietudine metafisica di Calasso e la sua nostalgia di un contatto con il divino.
La vita di Frohlich e Calasso
Originaria di Francoforte sul Meno e cresciuta a Monaco, Frohlich si è trasferita a Mornaga, sul Lago di Garda, dove vive tuttora e ha pubblicato cinque romanzi. La sua vita è stata caratterizzata da una disciplina rigorosa, simile a quella di Calasso, che ogni mattina si ritirava per scrivere.
Frohlich afferma:
1. “Ci vuole disciplina”.
2. “In questo libro contano le immagini e ho usato quelle che hanno mantenuto la loro sostanza”.
Queste riflessioni sottolineano l’importanza della memoria e del ricordo nel suo lavoro.
Il primo incontro tra Frohlich e Calasso avvenne alla Fiera del Libro di Francoforte nel 1995, dando inizio a una “storia d’amore sotto la stella del viaggio” che si sarebbe intrecciata indissolubilmente con i libri. “Ho letto e riletto i libri di Roberto per rimanere nella sua aura spirituale”, dice Frohlich, riferendosi all’eredità culturale che Calasso ha lasciato, non solo a lei, ma a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.
L’eredità culturale di Calasso
Nel suo libro, Frohlich ripercorre anche la figura di Bobi Bazlen, considerato l’unico vero maestro di Calasso, e racconta della fondazione e della prima sede dell’Adelphi. La scelta del nome, derivante dal greco “adelphoi”, che significa “fratelli”, riflette la visione di Calasso di un’editoria che unisce anziché dividere.
Frohlich rievoca anche i “foglietti gialli” scritti da Bazlen, pieni di nomi di scrittori e titoli di opere che avrebbero formato il catalogo dell’Adelphi, con la pubblicazione dell’edizione critica delle opere di Nietzsche come progetto editoriale centrale. Le telefonate di Calasso a Fleur Jaeggy, sua moglie, durante i viaggi, sono un altro aspetto della vita quotidiana che Frohlich ricorda con affetto, mostrando il lato più umano e vulnerabile di un uomo altrimenti noto per la sua grande intelligenza e cultura.
“Roberto parlava sempre di coincidenze, convergenze”, riflette Frohlich, “e ripensandoci dopo 30 anni, quello che mi affascina è che queste corrispondenze c’erano”. La sua scrittura si snoda attraverso una trama complessa, che unisce eventi e percezioni in un modo che sembra quasi predestinarli.
Frohlich, guardando al futuro, non si ferma con La trama dell’invisibile; sta già pensando a un nuovo libro, rivelando di essere “già dentro una trama densa”. La sua continua ricerca di immagini e significati, il desiderio di esplorare l’invisibile e di raccontare storie che trascendono il tempo, sono elementi che promettono di arricchire il panorama letterario italiano nei prossimi anni.