Burattini e tragedia: un re lear sorprendente al teatro libero di palermo - ©ANSA Photo
Il Teatro Libero di Palermo si appresta a presentare un evento straordinario: una reinterpretazione audace del celebre “Re Lear” di William Shakespeare. Questo spettacolo, in programma venerdì 6 e sabato 7 dicembre alle 21.15, rappresenta un momento unico all’interno della 57esima stagione internazionale del teatro. La regia è affidata a Walter Broggini, un burattinaio di fama internazionale, e a Luca Radaelli, che insieme esplorano il confine tra teatro popolare, farsa e ironia nera, offrendo una nuova lettura della complessità dell’opera shakespeariana.
La proposta scenica è tanto innovativa quanto provocatoria: la tradizionale scena elisabettiana viene trasfigurata in una baracca di burattini, in cui il Re Lear è interpretato da un attore in carne e ossa. Questa scelta artistica non è solo un vezzo stilistico, ma serve a mettere in evidenza il dialogo tra il mondo reale e quello fantastico, creando un’atmosfera che invita il pubblico a riflettere sui temi universali dell’opera. In questo contesto, il re interagisce con i suoi fantasmi scolpiti nel legno, dando vita a un confronto surreale che esplora l’idea di follia e lucidità.
“Re Lear” è conosciuto per essere una delle tragedie più cupe di Shakespeare, un dramma che scava nell’animo umano e nelle sue fragilità. In questa versione, i registi mettono in luce la dualità dei personaggi. Il re dialoga con il suo buffone, in un gioco di ruoli che sfida le convenzioni. Chi è il vero folle? È Lear, che perde la propria ragione nel disfacimento della sua famiglia, o il buffone, che con sagacia e ironia smaschera le verità scomode? Questo scambio di ruoli è centrale nella narrazione, riflettendo il caos e l’ambiguità che pervadono l’intera opera.
Luca Radaelli e Walter Broggini intendono andare oltre la superficie della tragedia, mescolando elementi di comicità e tragicità. I personaggi, apparentemente buoni, si rivelano malvagi, e viceversa, in un balletto indemoniato di marionette e maschere che si muovono tra l’elevato e il volgare. Shakespeare stesso, attraverso il suo inconfondibile black humour, presenta figure che, nonostante la celebre affermazione “La maturità è tutto”, si comportano in modo infantile, come burattini manovrati dal destino. Questa visione offre una riflessione profonda sulla condizione umana, sul potere e sulla follia, sulla fragilità delle relazioni familiari e sull’inaffidabilità della verità.
Una delle sfide più interessanti che questo spettacolo si propone è quella di superare il pregiudizio italiano che considera il teatro dei burattini come un’arte esclusivamente destinata ai bambini. Broggini e Radaelli riscoprono le origini rituali e demoniache delle maschere, come Arlecchino e Brighella, portando alla luce la loro natura inquietante. I burattini, infatti, non sono semplici giocattoli, ma strumenti di esplorazione dell’animo umano, capaci di toccare temi complessi e profondi.
In questa riscrittura di “Re Lear”, i burattini diventano simboli delle nostre vulnerabilità, delle nostre paure e delle nostre aspirazioni. L’aspetto inquietante di personaggi come Punch e Guignol si fa portavoce di una verità scomoda, invitando il pubblico a confrontarsi con le proprie emozioni più oscure. La messa in scena di Broggini e Radaelli si propone quindi come un viaggio attraverso la mente umana, un’odissea che mescola realtà e illusione, gioco e serietà.
Il Teatro Libero di Palermo, con questa produzione, si conferma come un luogo di sperimentazione e innovazione, intendendo non solo intrattenere, ma anche educare e provocare riflessioni. Gli spettatori sono invitati a immergersi in un mondo in cui i confini tra il reale e l’immaginario si dissolvono, dove la tragedia si intreccia con la commedia, e dove le marionette diventano veicoli di una narrazione universale che parla di amore, potere, follia e redenzione.
In un’epoca in cui la complessità dei sentimenti e delle relazioni umane è sempre più evidente, “Re Lear tra i burattini” si propone come un’opera che invita a una profonda introspezione, un richiamo a esplorare le nostre fragilità e a riconoscere, attraverso il gioco, le verità più scomode della nostra esistenza. Con questa audace reinterpretazione, il Teatro Libero di Palermo si prepara a regalare al pubblico un’esperienza unica e indimenticabile.
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