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Banksy firma due graffiti shock a Londra contro il dramma dei bambini senza tetto

Milano, 22 dicembre 2025 – Due graffiti identici, spuntati tra il quartiere Isola e la zona della Stazione Centrale, hanno riacceso il dibattito sui bambini senza tetto in città. Non un caso, quella degli autori – ancora sconosciuti fino a questa mattina – che hanno scelto di intervenire proprio nella notte tra il 20 e il 21 dicembre. Il momento non è casuale: l’inizio della settimana che precede Natale, quando freddo e pioggia mettono ancora più in evidenza la fragilità di chi vive per strada. Nei due murales si vede un bambino con la testa china, avvolto in una coperta, seduto sul marciapiede. Accanto a lui un cartello con la scritta: “Anche io voglio una casa”.

Il dramma dei minori senzatetto: i numeri e la realtà

Le ultime stime del Comune di Milano, riprese dall’associazione Terre Nuove, parlano chiaro: sono almeno 200 i minori senza fissa dimora solo nell’area urbana. Bambini spesso provenienti da famiglie migranti o travolte da improvvisi problemi economici. Gli assistenti sociali del Comune raccontano di interi nuclei costretti a dormire in auto, nei sottopassi o, se va bene, nei dormitori d’emergenza. Ma non sempre c’è spazio per tutti, soprattutto nelle notti più rigide.

Dove sono comparsi i graffiti e le prime reazioni

Il primo murale è stato notato alle 6.40 del mattino su un muro cieco di via Borsieri, vicino a un vecchio negozio chiuso da tempo. L’altro è comparso poche ore dopo all’angolo tra via Sammartini e viale Lunigiana, a meno di cento metri dall’ingresso del grande hub per i senzatetto. Già all’alba alcuni passanti si sono fermati a fotografarli con il cellulare. Una signora con la borsa della spesa ha sospirato scuotendo la testa: “Non dovrebbero esserci bambini così, non qui”, ha detto quasi sottovoce.

Anche Silvia Foti, coordinatrice di un centro per minori, riflette sulla scelta delle zone: “Non penso sia stato un caso – spiega –. Chi ha fatto quei disegni sapeva bene dove posizionarli: qui di notte passano tante famiglie in cerca di un riparo”.

La risposta delle istituzioni e il confronto sui social

Il Comune non ha perso tempo. L’assessora alle Politiche sociali Martina Andreoni ha annunciato una verifica sugli accessi ai dormitori: “Ci preoccupano da tempo i minori senza tetto – ha detto – stiamo cercando di potenziare le strutture ma le richieste aumentano e la crisi abitativa nazionale pesa anche su Milano”.

Anche sui social è esplosa la discussione intorno ai graffiti. Molti genitori, soprattutto mamme dei comitati scolastici locali, hanno condiviso le immagini commentando con amarezza la situazione. “Dietro quei disegni c’è una realtà che fa paura”, scrive Lucia P., madre di due bambini che frequenta spesso il Parco Sempione. C’è chi parla di “denuncia visiva” e chi si chiede perché sia ancora così difficile assicurare un tetto a chi ne ha bisogno.

Un problema che va oltre Milano

La questione dei bambini senza casa non riguarda solo il capoluogo lombardo: secondo i dati più recenti di Save the Children, nel 2024 in Italia ci sono almeno 3.000 minori in grave difficoltà abitativa. A Milano si cerca di tenere sotto controllo la situazione grazie a una rete che coinvolge scuole, ospedali e forze dell’ordine, ma – come conferma una fonte della Caritas Ambrosiana – spesso l’emergenza supera le risorse disponibili.

“Non bastano solo i posti letto”, avverte don Giovanni Zappa, parroco della zona Stazione Centrale. “Serve soprattutto accompagnamento educativo e sostegno alle famiglie per evitare che cadano di nuovo nella povertà”. Nel frattempo i due graffiti restano lì, immobili sui muri, a ricordare a chi passa frettolosamente che anche in una delle città più ricche d’Italia ci sono bambini che sognano soltanto una stanza calda.

Milano torna a guardarsi dentro, mentre le temperature scendono sotto i cinque gradi nelle ore notturne. Gli autori dei murales restano anonimi ma hanno lasciato un segno destinato a durare. Non solo sui muri ma anche nella coscienza di una città che fa fatica a voltarsi dall’altra parte davanti ai suoi piccoli invisibili.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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