×

Avemmaria: Napoli tra sogni e realtà oltre Gomorra

Napoli, 23 novembre 2025 – Fortunato Cerlino, volto noto soprattutto per il ruolo di Don Pietro Savastano in “Gomorra”, ha presentato ieri al 43° Torino Film Festival il suo primo film da regista: “Avemmaria”. Il film, tratto dalla sua autobiografia “Se vuoi vivere felice” (Einaudi, 2018), racconta una storia di sogni e riscatto, ambientata nella periferia napoletana, segnata da povertà e violenza.

Felice, un ragazzo che sogna oltre il destino

Al centro di “Avemmaria” c’è Felice, un ragazzino interpretato da Mario Di Leva, che cerca una via d’uscita dal suo mondo difficile. Felice non è come gli altri ragazzi: sogna di diventare cantante neomelodico e trova nella sua maestra una figura che crede davvero in lui. La famiglia, invece, è più scettica, quasi rassegnata a un futuro segnato. Nel film c’è anche un personaggio misterioso, una sorta di angelo custode interpretato da Salvatore Esposito, che accompagna Felice nel suo cammino.

Cerlino ha detto: “Non volevo fare un film di cronaca, ma raccontare il peso dei sogni. I sogni salvano la vita, ma portano anche un carico. Volare vuol dire rompere gli schemi, cambiare modo di pensare, e spesso è dura”. Una frase che spiega bene il cuore del film, dove la lotta per uscire dalla propria condizione si mescola con la ricerca di un senso più profondo.

Un cast di volti noti per una Napoli vera

Oltre a Cerlino, nel cast di “Avemmaria” ci sono Marianna Fontana, Carmine Borrino, Franca Abategiovanni, Cecilia Bertozzi, Giulia Coppini, Francesca Colapietro, Armando Manfregola, Gabriele Di Gennaro e Gennaro Di Colandrea. Le riprese si sono svolte tra i vicoli di Napoli e alcune zone della provincia, restituendo un’immagine autentica e mai edulcorata della città. Il film arriverà presto nelle sale italiane con Europictures.

Uno dei passaggi più significativi del film è il tormentone “Chi è nato tondo nun pò murí quadrato”, che riecheggia nei dialoghi come una sentenza. Ma proprio Felice vuole sfidare questa regola non scritta: per lui ci sono due strade, arrendersi alla miseria o credere nei propri sogni. Un bivio che tanti ragazzi delle periferie italiane conoscono bene.

Spiritualità e simboli: il tocco personale di Cerlino

Cerlino ha voluto mettere nel film molti riferimenti simbolici e spirituali. “Da bambino non riuscivo a smettere di guardare il cielo. L’infinito non è solo un’idea, ma una condizione reale”, ha raccontato a Torino. E ancora: “Da giovane ho letto la Bibbia e il Corano. La figura di Cristo mi ha sempre colpito. Poi c’è la fisica quantistica: il tempo può piegarsi, e puoi essere giovane e vecchio nello stesso momento”.

Questi temi si vedono in varie scene del film, che alterna momenti di vita quotidiana a sequenze quasi sospese, dove la realtà lascia spazio all’immaginazione. Salvatore Esposito, che interpreta l’angelo custode di Felice, ha ammesso: “Ho riflettuto a lungo prima di accettare questo ruolo. Il mio personaggio rappresenta qualcosa di sottile, quel confine tra gioia e dolore, amore e odio”.

Un omaggio ai maestri che aprono le porte

“Avemmaria” è dedicato alla maestra Giulia, una persona reale che ha segnato la vita di Cerlino. “La maestra Giulia mi ha insegnato a guardare oltre, con una carezza. C’è un muro invisibile che schiaccia queste province, ma i maestri ti fanno capire che quel muro si può superare”, ha ricordato il regista. Un tributo a chi, con piccoli gesti, può davvero cambiare il destino di un bambino.

Il film – che uscirà nelle prossime settimane – si inserisce nel filone delle storie di crescita ambientate nel Sud, ma sceglie una strada diversa: quella della speranza e della possibilità di riscatto attraverso l’arte e l’educazione. Una storia che lascia spazio alla luce, senza nascondere le ombre del luogo da cui nasce.

Change privacy settings
×