Genova, 25 dicembre 2025 – In poche settimane è diventata un simbolo di forza e determinazione. Ilaria Salis, docente milanese trattenuta per oltre un anno in Ungheria e da poco eletta deputata europea, rappresenta “un motivo di orgoglio per Genova e per tutta la nostra amministrazione”. A dirlo è il sindaco Marco Bucci, che ieri, durante una breve conferenza stampa a Palazzo Tursi, ha commentato l’elezione dell’attivista. Bucci ha sottolineato come il caso abbia scosso l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sui diritti civili in Europa.
Un risultato che va oltre la politica
Il sindaco, visibilmente emozionato, non ha nascosto la sua soddisfazione per il traguardo raggiunto dalla docente: “Ilaria ha mostrato una forza d’animo e una dignità rare, anche in situazioni molto difficili. Genova le è vicina”, ha detto Bucci davanti ai giornalisti, mentre nel salone del municipio i suoi collaboratori ascoltavano in silenzio. “Il fatto che sia riuscita a trasformare un’esperienza dolorosa in un percorso politico – così come la sua elezione a Strasburgo – non riguarda solo la politica, ma tutti noi”, ha aggiunto.
Negli ultimi mesi, per l’amministrazione comunale, il nome di Salis è diventato un punto di riferimento – anche senza volerlo – per giovani e attivisti. La sua storia era cominciata nel febbraio 2023 con l’arresto a Budapest durante una manifestazione antifascista e aveva acceso molte preoccupazioni anche tra le associazioni liguri. Diverse di queste avevano organizzato sit-in e raccolte firme davanti alla Prefettura.
Ilaria Salis: una vicenda che ha smosso le coscienze sui diritti civili
La storia di Ilaria Salis è uscita dai confini italiani. Dopo quasi 16 mesi di detenzione preventiva nelle carceri ungheresi con l’accusa di aggressione aggravata, la docente milanese è diventata protagonista di una mobilitazione internazionale. A Genova, numerosi cortei hanno attraversato via XX Settembre fino a piazza De Ferrari chiedendo il rispetto del diritto a un processo giusto.
La svolta è arrivata il 9 giugno scorso: proprio durante le elezioni europee, Salis si è candidata con l’Alleanza Verdi-Sinistra ed è stata eletta con oltre 170mila preferenze personali a Strasburgo. “Un segnale chiaro che la città apprezza chi si batte per i valori della democrazia”, aveva spiegato qualche giorno fa il presidente del consiglio comunale, Carmelo Cassibba.
Il sostegno delle istituzioni e della società civile
Non solo Genova: varie amministrazioni liguri avevano espresso solidarietà. Anche i rappresentanti della Città Metropolitana avevano chiesto chiarimenti all’ambasciata italiana a Budapest sulle condizioni di detenzione di Salis. “Abbiamo scritto più volte al Ministero degli Esteri”, ha ricordato l’assessora ai diritti Francesca Corso. Secondo fonti del Comune, nella scorsa primavera erano arrivate più di 2mila lettere di solidarietà da scuole e università della regione.
Il padre di Ilaria, Roberto Salis, aveva raccontato: “Non ci aspettavamo tanto calore da parte dei genovesi. Ogni volta che parlavo al telefono sentivo affetto vero”. Un sentimento condiviso anche da molti docenti dell’Università Statale di Milano, dove la neodeputata aveva insegnato fino al giorno dell’arresto.
Un futuro da protagonista a Strasburgo
Ora Salis si prepara ad assumere ufficialmente il ruolo di europarlamentare: lo farà tra pochi giorni, appena concluse le procedure formali. A Genova i suoi sostenitori parlano già di una figura capace di riportare sotto i riflettori temi spesso messi da parte nel dibattito nazionale: diritti delle minoranze, giustizia sociale, libertà individuali.
Il sindaco Bucci è sicuro che “il suo impegno sarà ancora più forte ora” e lascia intendere che la città seguirà da vicino le sue attività. Nel frattempo il Comune sta pensando a iniziative simboliche: tra le ipotesi c’è una cerimonia pubblica o l’intitolazione temporanea di uno spazio cittadino.
Genova torna al centro dell’Europa
In questi mesi la storia di Ilaria Salis ha riportato Genova – almeno per un attimo – al centro della scena europea sui diritti umani. Questa vicenda ha spinto amministratori locali e cittadini a confrontarsi con questioni scomode ma urgenti: il rispetto delle garanzie processuali e il ruolo delle città nella difesa dei diritti fondamentali.
“Un richiamo alla coscienza civile che riguarda tutti noi”, ha detto ieri Bucci. E nella sala consiliare è calato un silenzio profondo dopo le sue parole: solo allora si è capito che questa storia non parla soltanto di una persona, ma tocca tutta una comunità.





