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Artigiani valdostani protagonisti al 68° Salon International des Santonniers di Arles con opere in mostra in centro città

Aosta, 9 dicembre 2025 – La Valle d’Aosta è protagonista al 68° Salon International des Santonniers di Arles, dove porta in Provenza il ricco patrimonio del Forte di Bard e le opere del Mav – Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione. L’esposizione, inaugurata lo scorso fine settimana nel cuore della cittadina francese (sabato 7 dicembre, nella sala d’onore del municipio), rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2026, attirando migliaia di visitatori e appassionati di presepi da tutta Europa. Un’occasione per raccontare, attraverso figure scolpite e scene dettagliate, la storia di questa piccola regione italiana e la sua capacità di unire arte e tradizione.

Forte di Bard e Mav: la Valle d’Aosta fa il suo ingresso in Provenza

Non si tratta solo di una mostra tematica. La presenza valdostana ad Arles vuole essere, come spiega Gabriele Accornero, amministratore delegato del Forte di Bard, “una prova concreta del legame tra territori montani che condividono l’amore per il lavoro manuale e il rispetto delle proprie radici”. Nella sala che domina il centro storico di Arles, i visitatori possono ammirare da vicino le creazioni in legno degli artigiani riuniti attorno al Mav di Fénis. Figure – pastori, donne con il cesto, animali – che rinnovano la tradizione dei santons provenzali con un tocco ben preciso: abiti, gesti, volti ispirati ai borghi valdostani, con scialli fatti a maglia e scarponi robusti.

L’allestimento è stato curato dal team del Forte di Bard, insieme alle istituzioni francesi. “Siamo orgogliosi di poter condividere la nostra identità in un evento internazionale così importante – aggiunge Accornero –. Il presepe non è solo una scena religiosa, ma una storia corale che parla delle nostre montagne”. A fargli eco è Sonia Costa, responsabile eventi del Mav: “Ogni personaggio ha una sua storia da raccontare. Per chi arriva da fuori spesso è l’occasione per scoprire tradizioni che altrove rischiano di andare perdute”.

Un ponte culturale tra Italia e Francia

Il Salon, nato nel 1958 e ormai tappa fissa per gli amanti dei presepi artigianali in Europa, ospita ogni anno centinaia di espositori da Francia, Italia e Spagna. Quest’anno sono dieci le regioni invitate come ospiti speciali. Tra queste anche la Valle d’Aosta, che per la prima volta porta a casa un presepe interamente realizzato secondo i suoi canoni tradizionali. Nel padiglione dedicato agli ospiti stranieri le statue intagliate e dipinte convivono con le classiche figurine d’argilla provenzali: un confronto diretto tra due mondi diversi ma vicini per sensibilità e memoria.

Fin dall’apertura il flusso dei visitatori è stato costante. Sabato mattina – riferisce l’ufficio stampa locale – oltre 400 persone hanno attraversato le sale dell’antico municipio per ammirare le scene esposte. “La cura dei dettagli colpisce davvero”, osserva Marie Dubois, storica dell’arte di Nîmes incontrata tra gli stand. “La Valle d’Aosta sembra prendere vita nelle espressioni dei pastori o nei piccoli attrezzi lasciati ai piedi delle statuine”.

Artigianato valdostano: radici solide e futuro aperto

Gli artigiani valdostani sono sempre stati distinti dal rispetto delle tecniche tradizionali: legno locale, colori naturali, strumenti fatti a mano passati da generazioni. Secondo i dati forniti dal Mav sono oltre 200 i maestri intagliatori attivi in Valle d’Aosta, molti sotto i 40 anni. Una realtà viva che nel Salon internazionale trova una vetrina preziosa per far conoscere oltre confine la qualità delle proprie opere.

“Non è facile oggi portare avanti certe tradizioni”, ammette Emilio Bionaz, artigiano presente ad Arles con alcuni dei suoi pastori più belli. “Ma qui ci sentiamo accolti: il pubblico francese guarda alle nostre creazioni con curiosità e rispetto”. L’entusiasmo si percepisce anche tra i più piccoli: bambini in fila per toccare le statuine o famiglie italiane residenti in Provenza che fotografano orgogliose quel presepe così familiare.

Il Salone conferma l’arte vera

L’edizione 2025 del Salon des Santonniers conferma il crescente interesse verso forme autentiche di artigianato europeo. Gli organizzatori aspettano oltre 25 mila visitatori entro gennaio. Oltre alla mostra ci saranno dimostrazioni pratiche, laboratori per le scuole e visite guidate dedicate agli ospiti stranieri.

Per la Valle d’Aosta – con Forte di Bard e Mav protagonisti – questa esperienza ad Arles è un riconoscimento importante della qualità della propria arte popolare. Ma anche una sfida: far parlare lingue diverse attraverso la materia fatta a mano. “È come un abbraccio tra comunità che non vogliono dimenticare le proprie origini”, confida Sonia Costa poco prima della partenza per l’Italia. E proprio lì, tra legno scolpito e lo sguardo attento dei visitatori, la memoria si fa presente.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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