Ars approva manovra: prima legge bilancio Stato anticipata, tensioni tra Fi, FdI, Pd e M5s in opposizione

Roma, 21 dicembre 2025 – Le tensioni tra Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono fatte sentire forte ieri a Palazzo Madama, dove il clima nella maggioranza è diventato più teso durante le votazioni sugli ultimi provvedimenti dell’anno. Come previsto, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno scelto di stare all’opposizione, bocciando le misure chiave proposte dal governo Meloni.

Forza Italia e Fratelli d’Italia, lo scontro si accende in aula

Nel pomeriggio, l’aula del Senato ha ospitato una discussione accesa sulla legge di bilancio, iniziata alle 15:00. L’atmosfera era carica di nervosismo. Forza Italia ha mostrato malumori per alcune misure giudicate insufficienti sul fronte delle tasse e del sostegno alle imprese. Dall’altra parte, Fratelli d’Italia ha difeso la linea del governo con fermezza. “Non si può pretendere di fare tutto subito, ci sono delle priorità”, ha detto il capogruppo FdI al Senato, Lucio Malan, rivolgendosi ai colleghi azzurri. Ma a stretto giro è arrivata la replica secca del senatore FI Maurizio Gasparri: “Chi rappresenta imprese e famiglie non può ignorare certi segnali”.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha dovuto interrompere il dibattito due volte per richiamare all’ordine i più accesi durante le repliche. Con il calendario parlamentare ormai agli sgoccioli prima della pausa natalizia, non c’è stato molto spazio per mediazioni tra i due partiti alleati. Solo dopo un confronto in notturna, fonti di Palazzo Chigi riferiscono che sono state apportate alcune modifiche minori su bonus edilizi e detrazioni.

Il nodo delle nomine agita la maggioranza; l’opposizione resta unita

Dietro la tensione crescente c’è anche la partita delle nomine nei grandi enti pubblici. Forza Italia avrebbe chiesto un ruolo più deciso nella scelta dei vertici di Enel e Rai, dossier che da settimane alimentano malumori e sospetti tra gli alleati. In questo clima, l’opposizione ha mantenuto la sua compattezza: il Pd ha bocciato senza esitazioni la manovra – “un provvedimento che non aiuta chi sta peggio”, ha detto la segretaria Elly Schlein – mentre Giuseppe Conte del M5S ha definito l’intera sessione “un’occasione persa per il Paese”.

Alle 18:45 sono arrivate le prime reazioni ufficiali. La vicepresidente dem Anna Ascani ha rincarato la dose: “La maggioranza litiga sulle poltrone mentre aumentano povertà e disuguaglianze”. Poco dopo, in Transatlantico, alcuni esponenti del centrodestra hanno cercato di minimizzare: “Sono normali discussioni interne”, ha spiegato un deputato di FdI sotto anonimato.

Il voto decisivo e lo scenario che si apre per Meloni

La votazione finale sulla legge di bilancio è arrivata intorno alle 20:10. Il governo ha ottenuto 189 voti favorevoli, mentre le opposizioni hanno confermato il loro no con 94 contrari. Eppure i contrasti tra Forza Italia e Fratelli d’Italia restano evidenti. Nei corridoi si parla già di un incontro chiarificatore dopo Natale, previsto per gennaio.

Nel frattempo il Quirinale segue da vicino gli sviluppi. Secondo indiscrezioni raccolte da alanews.it, il presidente Sergio Mattarella avrebbe invitato a “trovare equilibrio nelle scelte strategiche”, sottolineando l’importanza della stabilità istituzionale in vista delle riforme costituzionali attese per il 2026.

Le incognite sulle riforme e il futuro della maggioranza

Per ora Giorgia Meloni evita commenti ufficiali sulle tensioni tra gli alleati. Fonti di Palazzo Chigi spiegano che “l’importante era chiudere i provvedimenti chiave entro fine anno”. Però in maggioranza cresce la preoccupazione che dossier delicati – come le autonomie differenziate o il presidenzialismo – possano accentuare le distanze tra FI e FdI.

Antonio Tajani, leader azzurro intercettato a tarda sera fuori dal Senato, si è limitato a dire: “Lavoreremo per rafforzare la coalizione”. Parole prudenti che però non scacciano i timori di un 2026 segnato da nuovi scontri dentro la destra al governo.

Con la pausa natalizia alle porte, i lavori parlamentari riprenderanno solo l’8 gennaio. Sarà allora che si capirà se queste tensioni sono solo un momento passeggero o l’inizio di una nuova fase difficile nella maggioranza guidata da Giorgia Meloni.