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Alla donna: il diario sentimentale più intimo del poeta Tanikawa Shuntaro edito da Quaderni del Bardo

Milano, 2 dicembre 2025 – Arriva sugli scaffali delle librerie lombarde un libro che sta già facendo parlare di sé. Si chiama “Il diario sentimentale”, pubblicato da Quaderni del Bardo Edizioni e presentato in anteprima lo scorso weekend alla Feltrinelli di Piazza Duomo, nel cuore pulsante della città. L’autore, Alessandro Galli, trentasette anni, nato a Varese ma milanese d’adozione, ha incontrato una cinquantina di persone intorno alle 18.30. In sala, occhi attenti e taccuini alla mano, i presenti hanno ascoltato in silenzio alcune pagine lette dallo stesso scrittore. Il motivo dell’interesse? Un diario molto personale, che racconta senza filtri la fatica di fare i conti con se stessi.

Il diario che si legge come un romanzo

Il libro è un quaderno con copertina morbida, 180 pagine divise in brevi pezzi datati. La scelta della forma — quella tipica del diario — non è casuale. Galli lo ha spiegato alla fine della presentazione: “Non volevo scrivere un romanzo. Avevo bisogno di una voce vera, sincera. Così ho raccolto appunti presi sul tram o durante le pause pranzo”. Parole sparse e riflessioni quotidiane: “È la mia vita degli ultimi due anni raccontata così com’è”, ha ammesso l’autore.

Durante l’incontro, Galli ha toccato temi che tornano spesso nelle sue pagine: la paura di fallire, il tentativo di dare un senso alle relazioni, l’attesa – a volte estenuante – di una parola o di un gesto che possa cambiare il corso della giornata. “Scrivere a mano su carta mi ha costretto a rallentare. Solo così alcune cose sono diventate più chiare”, ha confidato al pubblico.

Quaderni del Bardo: una scommessa sulla voce autentica

La casa editrice Quaderni del Bardo, nata a Lecce nel 2017 grazie a Stefano Donno, punta da tempo su libri che stanno a metà tra narrativa e poesia. Come ha spiegato il direttore editoriale: “Cerchiamo voci autentiche, non mode o generi.” E proprio in questa linea si inserisce “Il diario sentimentale”. Le copie sono poche — appena 800 per questa prima uscita — e la distribuzione privilegia le librerie indipendenti.

Stefania Sassi, responsabile promozione per il Nord Italia, ha raccontato un dato interessante: “Abbiamo già ricevuto molte richieste da circoli letterari lombardi e piemontesi. Il libro parla a chi oggi si sente distante dai grandi romanzi strutturati. Forse perché il diario riporta all’adolescenza, quel periodo in cui si scriveva senza filtri né paure”.

I lettori si confrontano: parole che restano dentro

Al termine della presentazione, molti sono rimasti a scambiare qualche parola con Galli. Serena Melis, insegnante al liceo Berchet, ha comprato due copie per proporle ai suoi studenti: “I ragazzi cercano autenticità più che storie perfette,” spiega con convinzione. Accanto a lei c’è Marco Donati, impiegato milanese appassionato di narrativa contemporanea: “Spesso avevo la sensazione che l’autore mi parlasse direttamente. Ho sottolineato tanti passaggi come se fossero miei appunti.”

Nel corso della serata non sono mancati riferimenti alla scrittura come forma di terapia. Alcuni hanno chiesto se questo tipo di diario possa diventare una pratica comune. Galli ha risposto con semplicità: “Non credo esistano regole precise. Per me scrivere è stato un modo per salvare la giornata. Per altri potrebbe essere diverso.”

Il futuro del libro tra librerie e social

“Il diario sentimentale” arriva nelle librerie italiane da questa settimana; il prezzo è 17 euro. Se dovesse andare esaurito, l’editore non esclude una ristampa. Nei prossimi mesi sono in programma presentazioni tra Torino e Firenze; Galli sarà presente in alcune date ancora da confermare.

Intanto il passaparola gira forte grazie ai social e alle prime recensioni uscite su blog letterari nelle ultime ore. L’hashtag dedicato al libro ha raccolto oltre 1.400 menzioni su X (ex Twitter) solo ieri. Un segnale chiaro: anche i piccoli editori riescono ancora a intercettare ciò di cui i lettori hanno davvero bisogno – ascolto sincero e storie semplici ma vere.

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