Milano, 3 dicembre 2025 – Con oltre 38.000 presenze e 65 titoli esauriti, si chiude oggi a Milano l’ultima edizione di BookCity 2025. L’evento, partito giovedì scorso e diffuso in decine di luoghi della città, dai palazzi storici alle biblioteche dei quartieri, ha richiamato un pubblico vasto e variegato, confermando la forza della scena letteraria meneghina. Gli organizzatori, nel corso della conferenza stampa finale al Teatro Dal Verme poco dopo mezzogiorno, hanno parlato di numeri “oltre le aspettative”, sottolineando una crescita rispetto alle passate edizioni.
BookCity 2025 va oltre i pronostici: numeri e prime reazioni
La cifra più discussa è proprio quella delle 38.000 presenze, che riguarda chi tra il 28 novembre e il 2 dicembre ha seguito gli incontri in programma. Le presentazioni più attese sono andate a ruba in poche ore: “Avevamo prenotazioni già da settimane,” racconta Anna Sormani, coordinatrice dell’evento. “Alcuni titoli sono andati esauriti quasi subito”. Tra questi, gli appuntamenti con autori del calibro di Niccolò Ammaniti, Chimamanda Ngozi Adichie e Jonathan Bazzi. Nei corridoi della Triennale e nei cortili dell’Università Statale si sono formate file sin dalle prime ore del mattino: gruppi di ragazzi e famiglie in attesa per incontrare i loro scrittori preferiti.
Il segreto del successo: pubblico giovane e partecipazione diffusa
“Quest’anno abbiamo visto tanti giovani,” spiega Giorgio Vasta, direttore artistico della manifestazione. Circa il 35% dei visitatori aveva meno di trent’anni, un dato che sorprende rispetto agli anni scorsi, quando il pubblico era formato soprattutto da adulti e addetti ai lavori. Secondo Vasta, a richiamare i ragazzi sono state soprattutto le attività nelle scuole, i laboratori creativi e l’attenzione dedicata ai temi sociali insieme alle nuove voci della letteratura.
Sabato mattina al Castello Sforzesco c’erano intere classi dei licei della provincia. “Non avevo mai visto così tanti studenti prendere parte attivamente alle discussioni,” racconta una volontaria storica della rassegna, quasi sorpresa dall’entusiasmo dei giovani.
Titoli sold out: cosa ha funzionato per editori e librerie
I 65 titoli sold out riguardano soprattutto romanzi d’attualità, saggi sui diritti civili e incontri con autori stranieri. Le case editrici Feltrinelli, E/O e Mondadori hanno confermato che “gli eventi hanno avuto un impatto immediato sulle vendite”, come spiega Silvia Zampetti, responsabile eventi di una delle maggiori realtà editoriali italiane. Alcuni editori indipendenti hanno raccontato le difficoltà a far fronte alla domanda nei giorni più intensi: “Per il libro di Giulia Caminito abbiamo finito le copie già nel primo pomeriggio,” dice un libraio milanese dal suo stand.
Ieri sera nel foyer dell’Auditorium San Fedele l’autore Marco Balzano ha firmato copie senza pause. “Questi momenti dal vivo sono un carico enorme di energia,” ammette Balzano. “Il confronto diretto con i lettori manca sempre quando si lavora online”.
Milano protagonista ovunque: dalla città al quartiere
BookCity 2025 non si è limitata al centro città. Quest’anno l’evento si è allargato anche alle periferie: presentazioni si sono tenute nelle biblioteche di Quarto Oggiaro, Barona e Chiesa Rossa, oltre che in librerie indipendenti e caffè letterari. Spazi spesso pieni fino all’inverosimile, animati da autori emergenti e realtà locali. “Abbiamo voluto portare la letteratura ovunque,” dice Anna Sormani, “non solo nei soliti posti”.
Alla Biblioteca di via Valvassori Peroni non sono mancati ospiti a sorpresa: il sindaco Giuseppe Sala è intervenuto all’incontro finale del ciclo “Milano città che legge”, sottolineando come “investire sulla cultura significhi investire nel futuro della città”.
BookCity guarda avanti: sfide sul tavolo e obiettivi per il 2026
Per l’anno prossimo gli organizzatori puntano ad ampliare ancora la partecipazione delle scuole e delle associazioni culturali. L’obiettivo – ripetono da più parti – è superare le 40.000 presenze, mantenendo però alta la qualità degli appuntamenti. Resta aperta la questione degli spazi: molti visitatori hanno lamentato sale troppo piccole per accogliere tutti.
“È una criticità nota,” ammette Vasta chiudendo la conferenza al Dal Verme. “Ma se la città continuerà a rispondere così bene troveremo insieme una soluzione”. BookCity resta insomma uno dei punti fermi nel panorama culturale italiano: un luogo dove autori, editori e lettori si incontrano in modo sempre più vivo e aperto.





