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Sicilia: Caccia ai Cervelli con Rimborso Irpef al 50% per i Nuovi Residenti

Roma, 4 dicembre 2025 – Nella serata di ieri, intorno alle 20, il Senato ha dato il via libera a un articolo della Legge di Stabilità che introduce il rimborso del 50% dell’Irpef per chi decide di trasferire la propria residenza in Italia. Una misura – spiegano fonti di governo – studiata per spingere i cittadini italiani a tornare e per attirare nuovi contribuenti dall’estero, in particolare giovani professionisti e lavoratori con competenze qualificate. Una novità che, come ha sottolineato il relatore Antonio Fraccaro, punta a invertire la fuga dei cervelli che ha segnato l’ultimo decennio.

La norma e come funziona

Nel dettaglio, chi sposta la residenza fiscale in un comune italiano potrà godere del rimborso pari al 50% dell’Irpef versata nei primi tre anni. Il testo è passato con 164 voti favorevoli e 95 contrari. Non ci sono limiti rigidi sull’età dei beneficiari, ma su richiesta della Commissione Bilancio sono stati inseriti vincoli sulla permanenza: per ottenere il rimborso bisognerà restare con la residenza in Italia almeno 36 mesi consecutivi. Chi invece tornerà a vivere all’estero prima del termine perderà il beneficio e dovrà restituire quanto già ricevuto.

Gli obiettivi e chi ne potrà usufruire

Il Ministero dell’Economia stima che la misura potrà riguardare circa 50mila persone nei primi due anni. L’obiettivo è doppio: da una parte far tornare i cosiddetti “cervelli in fuga”, dall’altra attirare nuovi residenti con redditi elevati. “Abbiamo pensato a un incentivo concreto per chi sceglie di investire il proprio futuro in Italia”, ha detto il ministro Giancarlo Grilli dopo il voto. Ma le opposizioni non hanno tardato a muovere critiche: la senatrice Ilaria Quinti (PD) teme che la norma “rischi di creare nuove disparità tra chi resta e chi rientra”. Per ora però il governo va avanti, puntando a una possibile estensione della platea durante l’attuazione.

Impatto sul bilancio e coperture finanziarie

Per coprire la misura sono stati stanziati circa 300 milioni di euro nel triennio 2026-2028. Palazzo Chigi assicura che questa cifra sarà sostenibile grazie alle nuove entrate fiscali attese dai nuovi residenti attratti dall’incentivo. Tuttavia, la Ragioneria generale dello Stato – in una nota diffusa nel pomeriggio – raccomanda di tenere sotto controllo l’effettivo impatto sul gettito fiscale e suggerisce una revisione annuale dei dati. Resta aperto il nodo delle regioni con tassazione più bassa: alcune simulazioni pubblicate dal Sole 24 Ore segnalano il rischio di trasferimenti “di comodo”, soprattutto verso piccoli comuni del Sud.

Passi avanti e scadenze

Il via libera del Senato è solo l’inizio: ora toccherà alla Camera esaminare il provvedimento, dove sono già previsti emendamenti mirati a evitare abusi. L’entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2026. Alcuni dettagli operativi – come le modalità dei rimborsi e i controlli sulla reale residenza – saranno fissati da un decreto attuativo atteso entro marzo. Nel frattempo, le associazioni dei commercialisti (tra cui l’Unione Nazionale dei Dottori Commercialisti) hanno chiesto un tavolo tecnico per chiarire alcuni dubbi su doppie imposizioni e casi particolari come quello dei frontalieri.

Reazioni dal mondo politico e professionale

Le principali sigle sindacali non si sono fatte attendere: la Cgil parla chiaro, “servono investimenti strutturali più che bonus temporanei”, mentre la Cisl guarda con favore al possibile ritorno degli italiani dall’estero. Tra i professionisti – commercialisti e consulenti fiscali – regna più prudenza: “La norma è interessante ma rischia di premiare soprattutto chi ha redditi medio-alti”, osserva Luigi Parodi, tributarista romano. Nei prossimi giorni sono attesi ulteriori chiarimenti dai tecnici del ministero.

In sintesi, questo incentivo al rientro apre una partita importante nel piano del governo per rilanciare demografia ed economia del Paese. Resta da vedere quanti decideranno davvero di tornare e se i controlli impediranno le solite scorciatoie sugli spostamenti anagrafici. La discussione, sia a Montecitorio sia tra gli operatori economici, è appena cominciata.

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