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Schlein: il progetto del Ponte tra ingiustizia e danno ambientale

Palermo, 18 novembre 2025 – La Corte dei conti ha messo il freno all’accordo tra il ministero delle Infrastrutture e la società concessionaria, bloccando di fatto il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. A commentare la notizia è stata la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, durante un collegamento con l’evento “Liberiamo la Sicilia da malaffare, corruzione e clientele” a Palermo. «È un progetto ingiusto, sbagliato, dannoso, vecchio», ha detto Schlein, sottolineando come la decisione della magistratura contabile rappresenti uno stop importante per una delle opere più discusse degli ultimi decenni.

La Corte dei conti blocca il Ponte sullo Stretto: stop inatteso

La decisione della Corte dei conti è arrivata nelle ultime ore, dopo settimane di attesa e tensioni. I giudici contabili hanno evidenziato problemi nell’accordo firmato tra il ministero delle Infrastrutture e la società che avrebbe dovuto realizzare il ponte. Il provvedimento, che ferma tutto l’iter amministrativo e finanziario, è stato notificato ieri mattina agli uffici competenti.

Fonti vicine alla Corte spiegano che le ragioni del blocco riguardano sia questioni di procedura, sia dubbi sulla sostenibilità economica dell’opera. «Non ci sono le condizioni per andare avanti adesso», ha detto un funzionario, che ha preferito restare anonimo. Il fascicolo resta aperto e serviranno ulteriori verifiche tecniche e legali.

Schlein: “Il Ponte è un progetto fuori tempo e dannoso”

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha espresso tutta la sua soddisfazione per lo stop. Nel corso dell’iniziativa “Liberiamo la Sicilia da malaffare, corruzione e clientele”, ha ribadito la posizione del partito: «Il Ponte sullo Stretto è un progetto ingiusto, sbagliato, dannoso e vecchio». Parole nette, pronunciate davanti a militanti e amministratori locali riuniti nella sala conferenze dell’ex convento dei Cappuccini a Palermo.

Schlein ha aggiunto: «La Sicilia ha altre priorità: infrastrutture moderne, trasporti che funzionano, lotta alla corruzione. Non possiamo sprecare soldi pubblici in opere che non servono davvero alla gente». Il suo intervento ha strappato applausi, con alcuni presenti che hanno chiesto a gran voce una revisione completa delle politiche infrastrutturali per il Sud.

Ponte sullo Stretto, un tema che spacca l’opinione pubblica

Il progetto del Ponte sullo Stretto è da sempre al centro di un acceso dibattito. C’è chi lo vede come una leva per lo sviluppo del Sud e chi invece teme costi troppo alti e rischi per l’ambiente. L’idea, nata negli anni ’70 e rilanciata più volte, prevede un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria lungo oltre 3 chilometri.

Secondo il ministero delle Infrastrutture, il costo stimato supera i 12 miliardi di euro. Una cifra che ha scatenato polemiche, soprattutto dopo che la legge di bilancio 2025 ha stanziato nuovi fondi. «Non possiamo più investire in progetti faraonici mentre mancano scuole sicure e ospedali efficienti», ha commentato ieri sera il deputato regionale Giuseppe Lupo (Pd).

Stop della Corte: il governo valuta la risposta

Con lo stop della Corte dei conti, il governo guidato da Giorgia Meloni si trova davanti a un nodo difficile da sciogliere. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, non ha ancora parlato ufficialmente. Fonti del ministero dicono che si sta esaminando la documentazione e che presto sarà convocata una riunione straordinaria con i vertici della società concessionaria.

In Sicilia cresce l’attesa per capire cosa succederà davvero. Alcuni sindaci dell’area dello Stretto temono ripercussioni sul lavoro. «Molti aspettavano l’avvio dei cantieri», spiega Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni. Solo nelle prossime settimane si capirà se il progetto potrà ripartire o se si aprirà una nuova fase di confronto politico e istituzionale.

Un’opera simbolo, sospesa nel tempo

Il futuro del Ponte sullo Stretto resta un’incognita. La decisione della Corte dei conti apre un nuovo capitolo in una storia lunga mezzo secolo, fatta di annunci, stop e polemiche senza fine. Per ora, il collegamento tra Sicilia e Calabria resta solo sulla carta. E la discussione su come usare i soldi pubblici al Sud torna al centro del dibattito nazionale.

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