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Salvini rassicura: nessun taglio ai fondi per il ponte Stretto

Roma, 12 giugno 2024 – Nessuna opera pubblica sarà penalizzata per finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina. A dirlo è stato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, rispondendo oggi pomeriggio al question time alla Camera. “Ognuno la pensa come vuole, noi andiamo avanti con il ponte”, ha detto rivolgendosi ai deputati poco dopo le 15. Parole che arrivano in un clima di forte tensione politica, con le opposizioni che da settimane chiedono chiarezza sui fondi e sulle priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno.

Salvini: “Nessun taglio ai fondi per le altre opere”

Il ministro ha voluto mettere fine alle speculazioni: “Nessuna opera sarà tagliata per finanziare il ponte da Bolzano a Palermo”, ha ribadito rispondendo ai parlamentari dell’opposizione. Per Salvini, non c’è alcun rischio che il progetto tolga soldi ad altri cantieri in Calabria e Sicilia. “Stiamo investendo 23 miliardi in Sicilia e 22 in Calabria”, ha spiegato, elencando i lavori già in programma. “Con questo livello di investimenti, non fare il ponte non avrebbe senso”, ha aggiunto, sottolineando che il progetto fa parte di un piano più ampio per rilanciare le infrastrutture del Sud.

Posti di lavoro e interesse collettivo

Salvini ha poi affrontato il tema dell’interesse pubblico, spesso contestato da chi si oppone al ponte. “Che il Ponte non abbia interesse pubblico, lo sento per la prima volta oggi”, ha detto con tono pungente, riferendosi a critiche di alcune forze politiche e sindacali di sinistra. Il ministro ha ricordato che la costruzione dovrebbe generare circa 120 mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti. “Rifiutare questi posti di lavoro è curioso”, ha osservato, sottolineando l’impatto occupazionale che il progetto avrebbe non solo nelle due regioni, ma per tutto il Paese.

Reazioni in Aula e il nodo delle priorità

Le sue parole hanno subito acceso la reazione dell’opposizione. Alcuni deputati del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle hanno mostrato evidente scetticismo, altri hanno preso appunti. “Non è vero che tutte le altre opere si faranno comunque”, ha detto un esponente dem a margine della seduta, chiedendo trasparenza su tempi e finanziamenti. Secondo fonti parlamentari, il timore è che i soldi per il ponte possano rallentare o bloccare interventi attesi da anni, come la messa in sicurezza delle strade statali o l’ammodernamento delle ferrovie regionali.

Investimenti e tempi dell’opera

Dal ministero delle Infrastrutture arriva invece la conferma della solidità del piano. Nei documenti ufficiali si parla di oltre 45 miliardi di investimenti tra Sicilia e Calabria, spalmati su dieci anni. Il cronoprogramma prevede l’inizio dei lavori preliminari del ponte entro fine 2024, con una durata stimata di almeno sette anni per completare l’opera. Fonti vicine al ministero assicurano che i fondi per il ponte arrivano da capitoli diversi da quelli destinati agli altri cantieri regionali.

Il dibattito politico resta vivo

Nonostante le rassicurazioni del governo, il dibattito resta acceso. Le opposizioni chiedono ancora verifiche precise sulle coperture e un confronto pubblico sulle priorità infrastrutturali del Sud. “Non si può pensare che un’unica grande opera risolva i problemi della mobilità in Sicilia e Calabria”, ha commentato un sindacalista della Cgil fuori Montecitorio. Salvini però continua a spingere: “Noi andiamo avanti”, ha ripetuto più volte durante la giornata. Ma nei corridoi della Camera, la sensazione è che la partita sia ancora tutta da giocare.

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