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Saline di Sicilia: avviato il dossier per la candidatura a Riserva della Biosfera UNESCO MaB

Roma, 15 dicembre 2025 – Il Ministero dell’Ambiente ha reso noto lunedì una nuova perimetrazione per la candidatura a “Riserva della Biosfera”, coinvolgendo territori e comunità nel cuore dell’Italia. La decisione, diffusa in una nota alle 10.30 da via Cristoforo Colombo, arriva dopo mesi di confronto con amministrazioni locali e portatori di interesse. Si tratta di un passo importante per rinnovare la candidatura di alcune aree italiane, soprattutto nel Lazio, in Toscana e in Umbria, alla rete internazionale guidata dall’UNESCO.

Cosa cambia con la nuova perimetrazione della Riserva della Biosfera

La nuova perimetrazione ridefinisce i confini dell’area candidata, includendo zone che prima erano escluse o marginali. Il Ministero l’ha definita una modifica tecnica ma che avrà conseguenze pratiche significative: «Solo un assetto coerente con le linee guida UNESCO permette il riconoscimento internazionale», ha spiegato il direttore generale per la Protezione della Natura, Stefano Fiore. In pratica, questa revisione risponde alle osservazioni fatte dalla commissione UNESCO lo scorso ottobre.

L’area comprende ora – oltre alle foreste del Monte Rufeno e alle colline intorno al lago di Bolsena – anche diversi comuni della Val d’Orcia e alcune frazioni del viterbese, come Grotte di Castro e San Lorenzo Nuovo. Le mappe aggiornate sono state inviate agli enti interessati venerdì scorso con l’invito a organizzare consultazioni pubbliche entro fine gennaio 2026.

Obiettivi e implicazioni per i territori

Fonti del Ministero sottolineano come l’obiettivo principale sia mettere in valore la biodiversità e diffondere pratiche sostenibili su larga scala. Entrare nella rete delle Riserve della Biosfera UNESCO porta vantaggi concreti: accesso a progetti di ricerca, visibilità internazionale e opportunità di finanziamenti. Lo ricorda anche il presidente del Parco Naturale Regionale della Maremma, Silvio Morini: «Far parte di questa rete significa impegnarsi nella tutela dell’ambiente e nel turismo responsabile. Non è solo un titolo, ma un’occasione reale per le comunità».

Nei comuni coinvolti si respira un misto tra attesa e qualche timore. A Bolsena, lunedì mattina, alcuni negozianti hanno manifestato preoccupazioni sull’impatto che potrebbero avere vincoli su viabilità e norme edilizie: «Abbiamo paura che arrivino regole troppo rigide», racconta Marco Santucci, commerciante nel centro storico. Sul fronte opposto, gli ambientalisti locali vedono nella revisione una garanzia in più per tutelare paesaggi e specie rare.

Il percorso istituzionale verso l’approvazione UNESCO

Il Ministero ha avviato un percorso consultivo della durata di circa sei settimane. Entro fine gennaio si raccoglieranno le osservazioni degli enti locali; poi il dossier aggiornato sarà inviato alla commissione nazionale italiana per l’UNESCO. Da Parigi arriveranno i rilievi definitivi tra marzo e aprile 2026, come confermato da una fonte ministeriale. Nel frattempo le amministrazioni dovranno predisporre piani di gestione compatibili con gli standard internazionali.

Va detto che diventare Riserva della Biosfera non è solo una questione tecnica: serve anche coinvolgere la società attraverso progetti nelle scuole, iniziative di promozione locale e tavoli di lavoro tra istituzioni. «Il vero cambiamento – sottolinea ancora Morini – arriva quando cittadini e amministratori lavorano insieme».

Le reazioni degli esperti e delle comunità locali

La notizia ha riacceso il dibattito tra associazioni ambientaliste, agricoltori e operatori turistici. Il biologo Fabrizio Mancini, intervistato ieri a Viterbo durante un incontro pubblico, mette in luce la difficoltà: «La sfida sarà trovare un equilibrio tra conservazione e sviluppo economico». L’area coinvolge più di 60mila ettari con circa 45mila abitanti; un quadro complesso da gestire.

Non mancano dubbi sulle risorse disponibili per attuare i piani richiesti dall’UNESCO. Alcuni sindaci chiedono apertamente fondi statali aggiuntivi. Al contrario nei piccoli comuni come Proceno e Onano prevale la fiducia negli effetti positivi sul turismo: «Se si fa bene questa cosa può aiutare anche chi vive d’agricoltura», confida un produttore locale.

Prossimi passi e attese per il territorio

Entro la primavera 2026 si attende il via libera ufficiale dall’UNESCO. Nel frattempo bisognerà far dialogare istituzioni e cittadini su nuove regole e potenziali vantaggi. I dettagli tecnici sono già disponibili sul sito del Ministero dalla tarda mattinata; le prime assemblee pubbliche sono fissate per martedì prossimo nei comuni interessati.

Il percorso è appena cominciato ma molti guardano a questa nuova perimetrazione della Riserva della Biosfera come a una prova decisiva: «Solo allora – conclude Fiore – capiremo se le nostre comunità sono pronte a raccogliere questa sfida».

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