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Sacerdote Assolto a Siracusa: Violenza Sessuale su Minore, Accuse Cadono per Contraddizioni nella Denuncia

Roma, 6 dicembre 2025 – Ieri pomeriggio, nelle aule del Tribunale di Roma, si è consumato un nuovo capitolo del processo sulle presunte violenze avvenute nel quartiere Trionfale nel novembre 2023. Durante una lunga udienza, la Procura ha messo in luce forti dubbi sulla coerenza delle dichiarazioni della presunta vittima. Diversi passaggi del suo racconto, secondo gli inquirenti, non tornano con i fatti accertati finora. Un dettaglio che potrebbe cambiare il corso delle indagini.

Le dichiarazioni messe sotto la lente

“Ci sono incongruenze tra quello che dice la ragazza e i riscontri emersi”, ha spiegato il sostituto procuratore Manuela Greco, che segue il caso sin dall’inizio. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la giovane – 24 anni, studentessa universitaria – avrebbe fornito ai carabinieri una versione dei fatti che col passare del tempo presenta “passaggi poco chiari”, parole usate proprio dalla procura. Gli accertamenti nell’appartamento di via Bernini e le testimonianze di vicini e amici hanno sollevato “perplessità”, come riferito da una fonte vicina all’indagine, soprattutto sulle tempistiche e sulla dinamica degli eventi.

I pezzi raccolti finora

Ieri alle 16.30, nell’aula del secondo piano, il magistrato ha mostrato alcuni punti chiave dell’inchiesta. “Abbiamo trovato discrepanze negli orari e negli spostamenti ricostruiti”, ha detto Greco. La ragazza aveva raccontato di essere stata seguita dall’indagato subito dopo aver lasciato la biblioteca comunale. Ma le telecamere pubbliche hanno ripreso solo lei, da sola, nei dintorni di piazza Risorgimento. Nessuna traccia del presunto aggressore in quella zona. Dettagli che gettano ombre sulla versione iniziale.

Tensione in aula e reazioni

L’atmosfera in tribunale è diventata via via più tesa durante l’udienza. Gli avvocati difensori hanno parlato con cautela, chiedendo ulteriori controlli su tabulati telefonici e testimonianze incrociate. Il legale della ragazza, l’avvocato Giulia Corsi, ha confermato la piena fiducia nella sua assistita: “La memoria può vacillare quando si vive un trauma”, ha detto ai giornalisti, invitando a evitare conclusioni affrettate. Alcuni amici della giovane erano presenti in aula, visibilmente scossi.

Le indagini proseguono

Fonti investigative confermano che gli accertamenti sono ancora in corso. Sono previsti nuovi interrogatori entro fine mese e l’acquisizione dei dati di localizzazione di uno smartphone, utile a chiarire i movimenti delle persone coinvolte. “Serve tempo per mettere insieme tutti i pezzi”, ha detto uno degli investigatori al termine dell’udienza. Solo allora si capirà se le dichiarazioni discordanti sono semplicemente frutto dello stress o nascondono omissioni più gravi.

La prudenza della Procura

La procura mantiene un atteggiamento molto cauto: “Non mettiamo in dubbio la parola della denunciante – ha sottolineato Greco –, ma è nostro dovere fare chiarezza in ogni fase del procedimento”. Fonti vicine alle indagini ribadiscono che l’obiettivo resta “scoprire la verità” a tutela sia della presunta vittima sia dell’indagato, un trentenne romano senza precedenti penali. Il caso è seguito con attenzione anche dal comando provinciale dei carabinieri.

Nessuna decisione definitiva al momento

Per ora non sono state prese misure restrittive nei confronti dell’indagato, che – secondo il suo avvocato – si dice “sereno” e convinto che le prossime verifiche lo scagioneranno completamente. La prossima udienza è fissata per il 21 gennaio. Fino ad allora restano molte domande aperte: quanto peseranno queste discrepanze nei racconti? Le risposte arriveranno dalle verifiche tecniche – dati delle celle telefoniche e filmati – e dalle nuove testimonianze che verranno raccolte. Una vicenda ancora lontana dalla parola fine, che richiede tempo e calma per evitare errori o fraintendimenti.

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