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Romagna selvatica: un viaggio tra cinghialetti e fenicotteri

Cervia, una località affacciata sull’Adriatico, ha rappresentato per molti anni la dimora estiva di Grazia Deledda, la celebre scrittrice sarda e Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Le sue estati a Cervia, che iniziarono nel 1920 e durarono fino alla sua morte nel 1936, erano caratterizzate da lunghe passeggiate solitarie tra le pinete e le dune, un paesaggio allora incontaminato. In quei luoghi, Deledda sognava di essere un gabbiano, mentre osservava la fauna locale, un tema ricorrente nelle sue opere. Oltre trenta novelle presentano animali come protagonisti, e tra queste spicca il toccante racconto del cinghialetto, che riflette la delicatezza e la complessità dei legami tra uomo e natura.

Negli anni, il paesaggio romagnolo è cambiato radicalmente. Mentre alcune specie animali si sono estinte o hanno abbandonato queste terre, altre hanno trovato un nuovo habitat. Questo straordinario cambiamento è esplorato nel libro “Romagna selvatica, ieri e oggi” di Eraldo Baldini e Massimiliano Costa, che è stato al centro di un incontro durante l’ultima edizione del festival “Una Nobel a Cervia”, dedicato alla Deledda.

la fauna di cervia: un cambiamento nel tempo

La scrittrice trascorreva le sue giornate nel giardino di Villa Caravella, una villa affacciata sul mare che acquistò nel 1928. Massimiliano Costa racconta che, durante le sue passeggiate, Deledda avrebbe potuto imbattersi in una lontra, una specie che prosperava nelle paludi circostanti fino agli anni Settanta, quando fu spinta all’estinzione a causa di una campagna di abbattimento considerata eccessivamente aggressiva. La lontra, nota per il suo comportamento ludico e per l’abitudine di rotolarsi nel fango, venne vista come un animale nocivo e, alla fine, scomparve dal territorio.

La situazione non è migliorata per molte altre specie. Ecco un elenco delle specie che hanno subito un declino:

  1. Orsi: non sono mai più tornati in Romagna.
  2. Lupi: un tempo abitanti comuni, sono tornati dopo decenni di assenza.
  3. Pellicani, castori, volpi, tassi e faine: la loro presenza è stata drasticamente ridotta.

Nelle novelle di Deledda, la tortora è un altro protagonista significativo. Tuttavia, la tortora di cui parla la scrittrice non è la tortora dal collare orientale, che è giunta in Romagna solo negli anni Sessanta, ma la tortora selvatica, un migratore che ora non è più presente in queste terre. Altri animali delle sue storie includono cavalli e aquile, mentre i lupi, oggi tornati, rappresentano un simbolo di resilienza della natura.

storie di cervi e fenicotteri

La leggenda narra che, un tempo, la pineta di Cervia fosse popolata da cervi. Questa storia, che risale a secoli fa, è testimoniata da un testo del 1774, “Istoria Civile E Naturale Delle Pinete Ravennati”, che menziona la presenza occasionale di cervi, mentre i daini furono introdotti in seguito. Tuttavia, all’inizio del Novecento, quando Deledda soggiornava a Cervia, i cervi non erano più presenti. Oggi, invece, nella riserva naturale di Mesola, vivono almeno 200 cervi, che rappresentano una delle meraviglie faunistiche del territorio.

Un altro animale che Grazia Deledda non ebbe mai l’opportunità di osservare è il fenicottero rosa, oggi una delle attrazioni più sorprendenti della zona. I primi esemplari di fenicotteri giunsero in Romagna negli anni Novanta, ma solo nel 2017 si è registrata la prima colonia di nidificazione nella Salina di Comacchio, che ha raggiunto nel 2021 un’impressionante cifra di 10.000 coppie nidificanti. Oggi, Comacchio è l’unico luogo di nidificazione per questi magnifici uccelli in Italia.

l’importanza dell’equilibrio ecologico

Il lupo, invece, ha trovato un nuovo equilibrio nelle terre romagnole. In passato, questa specie si era ritirata verso zone più remote per sfuggire alla pressione umana, ma oggi è tornato a popolare i boschi. Massimiliano Costa sottolinea l’importanza di mantenere un equilibrio tra l’ecosistema e la presenza umana, affinché il lupo continui a prosperare senza entrare in contatto diretto con gli esseri umani, il che potrebbe alterare i delicati equilibri naturali.

La Romagna, con il suo paesaggio variegato e la sua fauna ricca, rappresenta un microcosmo di storie di interazione tra uomo e natura. Mentre celebriamo l’eredità di Grazia Deledda, è fondamentale riflettere sul nostro ruolo nella conservazione di questo patrimonio faunistico. L’incontro tra passato e presente, tra storie di animali che hanno abitato queste terre e le nuove specie che vi trovano rifugio, ci invita a considerare la bellezza e la fragilità della natura che ci circonda.

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