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Restaurato il crocifisso ligneo a Palermo: cerimonia con Bernini, Mantovano e il Sindaco Lagalla

Palermo, 13 dicembre 2025 – In una mattinata di cielo limpido, Palermo ha festeggiato l’apertura della nuova sede dell’Università, un evento di rilievo che ha richiamato la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e le principali autorità locali. Nel cuore storico di via Maqueda, il sindaco Roberto Lagalla ha definito questa giornata “un simbolo di rinascita” per la città, evidenziando il valore pubblico e civile dell’investimento. L’appuntamento era fissato alle 10.30, con studenti, docenti e cittadini pronti a partecipare.

L’ateneo si rifà il look nel cuore della città

La nuova sede – a due passi dal Teatro Massimo e immersa tra i palazzi storici del centro – è stata definita dalla ministra Bernini come “un salto in avanti per l’offerta formativa e la qualità degli spazi dedicati ai giovani”. Il progetto, partito nel 2022 grazie a fondi pubblici e contributi privati, ha richiesto due anni di lavori e un investimento complessivo di circa 18 milioni di euro. Il rettore Massimo Midiri ha spiegato: “Abbiamo voluto unire innovazione e rispetto per il patrimonio architettonico. Questo edificio sarà un punto di riferimento per formazione e ricerca in Sicilia”.

Il taglio del nastro è arrivato davanti a una platea piena. Alle 11.15, l’ingresso delle autorità è stato accolto da un lungo applauso; qualcuno dai balconi gridava: “Finalmente!”. Lagalla ha commentato: “Non è solo cemento e vetro, ma una scommessa sul futuro. Palermo ha bisogno di posti così, dove i giovani possano far sentire la loro voce”.

Istituzioni in prima linea e un segnale forte per la società

Anche il sottosegretario Mantovano non ha nascosto il suo apprezzamento, ricordando l’importanza di “riportare al centro le università del Sud”. Nel suo intervento Bernini ha parlato dei dati sulla dispersione scolastica: “In Sicilia quasi il 20% dei ragazzi lascia gli studi dopo le superiori. Serve un impegno serio sulla formazione; questa sede va proprio in quella direzione”.

La presenza del presidente della Regione Renato Schifani – che ha definito la giornata “una festa per tutta la Sicilia” – non è passata inosservata sul piano politico. La Regione punta a trattenere i talenti che troppo spesso lasciano l’isola: “Le nuove strutture servono a creare opportunità concrete”, ha detto Schifani ai cronisti dopo l’evento. Tra gli assessori presenti spiccavano i nomi di Roberto Di Mauro (Bilancio) ed Elvira Amata (Beni culturali).

Gli spazi nuovi raccontati dagli studenti

Secondo i dati forniti dall’Università, il complesso ospita 15 aule multimediali, una biblioteca su tre piani e laboratori all’avanguardia per le facoltà scientifiche. Le lezioni partiranno già dal semestre prossimo; durante le visite guidate molti studenti hanno scherzato chiedendo se le sedie nuove reggeranno al ritmo delle ore passate in aula. Tra i ragazzi intervistati si respirava anche un po’ di scetticismo: “Speriamo che funzioni davvero”, confidava Alice, iscritta al secondo anno di Giurisprudenza.

L’impatto sul quartiere è stato valutato positivamente anche dai residenti. Giuseppe, titolare di una bottega storica in via Sant’Agostino, commenta: “Qui ci voleva davvero una boccata d’aria fresca. Speriamo porti movimento vero e non solo traffico”. L’amministrazione comunale assicura che i lavori hanno tenuto conto delle esigenze del quartiere.

Un’occasione da non perdere per Palermo

Il sindaco Lagalla – che negli anni Duemila è stato rettore dello stesso Ateneo – ha ribadito il significato profondo dell’iniziativa: “Palermo non può fermarsi ai successi del passato. Ci vuole coraggio nelle scelte pubbliche, come questa”. Le sue parole sono state accolte da un applauso spontaneo; alcuni docenti hanno ricordato con emozione i mesi difficili in cui l’edificio era chiuso e abbandonato.

Secondo gli organizzatori oltre mille persone hanno partecipato alla cerimonia nel corso della giornata. La nuova sede non rappresenta solo nuovi spazi accademici ma anche un segnale concreto – atteso da tempo – per dare nuova vita al centro storico.

Solo uscendo dalla sala magna intorno alle 13 passate, uno studente commentava sottovoce: “Finalmente qualcosa si muove qui da noi”. Non era solo entusiasmo ma anche una speranza precisa: che questa rinascita diventi realtà vera.

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