All’improvviso è esplosa una consapevolezza: i social fanno male agli adolescenti. E adesso si passa al “contrattacco” con una Legge shock.
Sono passati molti anni da quando Facebook, Instagram, poi TikTok e ovviamente YouTube sono diventati onnipresenti nei cellulari delle persone, sia adulti che giovani e giovanissimi.
Nel tempo, si è fatta sempre più strada l’ipotesi che l’uso dei social possa causare molti problemi psicologici, su vari fronti, a danno soprattutto dei ragazzi. Non dimentichiamo che i giovanissimi e gli adolescenti sono soggetti più vulnerabili rispetto agli adulti, più influenzabili e anche fragili.
Il dibattito sulla pericolosità dei social è ancora molto attivo, ma sembra che l’opinione più diffusa – sia da parte di genitori che di esperti – sia quella che i social possano innescare comportamenti aggressivi, violenti, incentivare il bullismo e di conseguenza accentuare episodi di ansia, depressione e autolesionismo nelle menti più fragili. Ecco che, opinioni a parte, qualcuno si muove nel concreto.
Arriva la Legge che vieta i social agli adolescenti
L’intervento più attivo al contrasto dei social da parte dei giovanissimi arriva dalla Florida, che approva una legge radicale per tenere i giovani lontani da essi.
La legge approvata sta di fatto a voler impedire a reti come YouTube, TikTok e Instagram di fornire account ai minori di 16 anni, e non solo: la Legge intima anche a far chiudere tutti gli account già presenti che riguardano i minori.
Di contro, alcuni Gruppi per le libertà civili e organizzazioni commerciali dell’industria tecnologica si sono opposti a questa nuova Legge. Affermano che in questo modo i ragazzi non avrebbero accesso a informazioni importanti. Ma viene da chiedersi, quali sarebbero queste informazioni così importanti? Anche perché i medesimi gruppi citano ” informazioni e comunità su questioni come l’organizzazione politica, la salute riproduttiva e l’identità di genere“. Informazioni forse un po’ troppo impegnative per dei ragazzini di 13, 14 o 15 anni.
Non dimentichiamoci che alcune App come Snapchat e Instagram hanno già politiche che vietano gli utenti di età inferiore ai 13 anni. Questo perché il Children’s Online Privacy Protection Act federale richiede che alcuni servizi online ottengano il permesso dei genitori prima di raccogliere informazioni personali, come nomi completi, informazioni di contatto, posizioni o foto selfie da bambini sotto i 13 anni.
Il dibattito è ancora aperto e ci sono molte realtà che vorrebbero invece offrire “libertà” agli adolescenti di iscriversi ai social, ma sicuramente siamo di fronte a una presa di coscienza che porterà inevitabilmente a dei cambiamenti.