Roma, 9 dicembre 2025 – Questa mattina, alle 10.30, nella sala del Palazzo San Macuto, il presidente della Commissione nazionale Antimafia, Chiara Fabbri, ha dato il via alla nuova sessione di audizioni pubbliche sul contrasto alla criminalità organizzata. In aula, convocati da ogni angolo d’Italia – da Napoli a Milano, passando per Palermo e Torino – si sono alternati funzionari di polizia, magistrati e un esperto di diritto penale dell’Università di Roma Tre. L’incontro, annunciato già la scorsa settimana, era molto atteso soprattutto per le novità sugli ultimi arresti legati alle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia.
Commissione Antimafia: i nuovi sviluppi delle indagini
La seduta è iniziata in orario, in un’atmosfera che i cronisti presenti definivano “carica di attesa”. La presidente Fabbri è entrata poco dopo le dieci con una cartellina blu in mano e ha subito passato la parola al questore di Reggio Calabria, Roberto Marasco. Il dirigente ha fatto il punto sulle operazioni “Acquario” e “Falco”, partite tra settembre e ottobre: più di venti arresti e sequestri immobiliari per un valore superiore a 12 milioni di euro. “Le organizzazioni criminali sono ben radicate e arrivano fino al Nord – ha detto Marasco – solo un lavoro coordinato tra le forze dell’ordine può dare risultati concreti”.
Poco dopo è intervenuta la dottoressa Elena Grimaldi, pubblica ministera della Dda di Milano. Il suo focus sono state le cosiddette “economie parallele”, soprattutto nel settore edilizio e nella ristorazione. “Abbiamo notato movimenti sospetti di denaro – ha spiegato – anche su conti intestati a prestanome. Serve più attenzione da parte delle banche nei controlli antiriciclaggio”.
Le mafie al Nord sotto la lente
Durante l’audizione è stato distribuito un dossier riservato sulle infiltrazioni nei comuni della Brianza e dell’hinterland milanese. Un documento corposo: oltre quaranta pagine piene di nomi, cifre e legami familiari tra boss storici e piccoli imprenditori locali. “Molte società apparentemente pulite hanno partecipato a gare d’appalto negli ultimi tre anni”, ha confermato un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Un allarme che preoccupa anche i sindaci: il primo cittadino di Segrate, collegato in video, ha detto senza giri di parole che “il rischio è vedere interi quartieri finire sotto il controllo di persone sconosciute”.
In aula diversi parlamentari hanno chiesto più strumenti per le indagini. Tra loro Luigi Salvatori del Partito Democratico ha puntato il dito contro la normativa sugli appalti pubblici: “Ci sono falle evidenti nel sistema dei subappalti”, ha sottolineato durante una pausa. Nessuna decisione ufficiale per ora; ma la presidente Fabbri ha anticipato che l’argomento tornerà presto in discussione con audizioni dedicate ai prefetti.
Proposte sul tavolo e passi avanti
Nel dibattito pomeridiano l’esperto di diritto penale Federico Manera (Università Roma Tre) ha suggerito una revisione dei protocolli tra enti locali e Procure. Servono “canali informativi più veloci e protetti”, soprattutto nei piccoli comuni dove il rischio corruzione è più alto.
La commissione si riunirà di nuovo il 16 dicembre: all’ordine del giorno la relazione annuale sull’applicazione della legge antimafia n. 109/1996. Nel frattempo, la presidente Fabbri ha annunciato la nascita di un gruppo ristretto per controllare i flussi finanziari sospetti nelle società sportive dilettantistiche, un settore già sotto osservazione della Guardia di Finanza.
Il Palazzo di via del Seminario resta presidiato da agenti in borghese fino alla fine dei lavori. In piazza San Macuto, intorno alle 13.10, un gruppo di studenti universitari si è fermato a vedere uscire i parlamentari: pochi commenti, volti tesi. “C’è ancora molta strada da fare – ha ammesso uno dei commissari uscendo –, ma queste audizioni ci aiutano a capire meglio come stanno davvero le cose sulle infiltrazioni mafiose”.
La lotta alla criminalità organizzata resta dunque al centro dell’agenda parlamentare. Con le feste natalizie alle porte e le elezioni amministrative imminenti in molti comuni, questo tema – almeno qui dentro – non sembra destinato a perdere importanza.





