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Primavera parigina: l’arte di Giovanni Segantini risplende nella capitale francese

Parigi, 20 novembre 2025 – Il Musée Marmottan-Monet di Parigi si prepara a ospitare, nella primavera del 2026, una grande mostra dedicata a Giovanni Segantini, uno dei protagonisti più importanti del divisionismo italiano. Dal 29 aprile al 16 agosto, sulle rive della Senna, saranno esposte circa sessanta opere tra dipinti, pastelli e disegni. Un viaggio che vuole restituire la forza visionaria di un artista che ha fatto del paesaggio alpino il centro della sua ricerca estetica e spirituale. Il titolo scelto, “Je veux voir mes montagnes, voglio vedere le mie montagne”, riprende le parole stesse di Segantini e sottolinea il legame profondo che lo univa alle sue montagne.

Un omaggio atteso da oltre un secolo

La mostra, curata da Gabriella Belli e Diana Segantini, arriva a più di cento anni dalla morte prematura del pittore, avvenuta nel 1899. Segantini aveva sognato di esporre a Parigi in occasione dell’Esposizione universale del 1900, ma la sua scomparsa interruppe quel progetto. Solo ora, spiegano dal museo, si realizza un tributo che vuole “ripercorrere il percorso straordinario di un artista che ha fatto dei paesaggi alpini il cuore di una ricerca al tempo stesso estetica e spirituale”.

Il percorso espositivo racconterà le tappe fondamentali della vita di Segantini: dalla Lombardia italiana alla valle svizzera dell’Engadina, dove trascorse gli ultimi anni. In quei luoghi, l’artista ha saputo catturare la forza della natura e trasformarla in un simbolo, andando ben oltre il realismo. “Segantini – spiega Gabriella Belli – ha saputo far dialogare uomo e natura con una modernità sorprendente”.

Sessanta opere tra divisionismo e simbolismo

Il Musée Marmottan-Monet ha annunciato che saranno raccolte circa sessanta opere tra dipinti, pastelli e disegni. Un insieme che permetterà di seguire l’evoluzione di Segantini, tra divisionismo e simbolismo europeo. Tra i pezzi più attesi, ci saranno prestiti eccezionali da musei italiani e svizzeri, oltre a collezioni private che raramente aprono le porte al pubblico.

Il titolo della mostra, “Je veux voir mes montagnes”, richiama il desiderio che Segantini espresse negli ultimi giorni di vita. Secondo la famiglia, l’artista, colpito da malattia durante un soggiorno in alta quota, chiese di poter vedere ancora una volta le sue montagne. Un dettaglio che restituisce tutta la dimensione umana e poetica del pittore.

Il confronto con Anselm Kiefer

A completare la retrospettiva su Segantini, il museo presenterà anche una selezione di opere di Anselm Kiefer, con la mostra “Voglio vedere le mie montagne”, un omaggio diretto al maestro italiano. Kiefer, noto per le sue riflessioni sul paesaggio e sulla memoria storica, offrirà un contrappunto contemporaneo al percorso dedicato a Segantini.

“Abbiamo voluto mettere a confronto due artisti che, pur lontani nel tempo, condividono una visione intensa del rapporto tra uomo e natura”, spiega Diana Segantini, co-curatrice della mostra. L’inserimento di Kiefer rappresenta una novità per il Marmottan-Monet, tradizionalmente legato all’impressionismo francese.

Un appuntamento imperdibile per appassionati e studiosi

La mostra parigina si annuncia come uno degli eventi culturali più importanti del 2026 in Europa. Non solo per la qualità delle opere, ma anche per l’occasione di riscoprire un artista che ha influenzato tante generazioni di pittori tra Ottocento e Novecento.

Il Musée Marmottan-Monet, già noto per le sue collezioni dedicate a Monet e agli impressionisti, apre così una finestra sulla pittura italiana di fine secolo. “È un riconoscimento importante – confida Gabriella Belli – per un artista che troppo spesso è stato messo ai margini delle grandi narrazioni internazionali”.

I biglietti saranno in vendita online da gennaio 2026. Gli organizzatori si aspettano un grande afflusso, sia dal pubblico francese sia dagli appassionati italiani e svizzeri. Per molti sarà l’occasione di vedere riunite, forse per la prima volta fuori da Italia e Svizzera, alcune delle opere più rappresentative di Giovanni Segantini.

Questa retrospettiva si inserisce in un filone di riscoperta del divisionismo europeo, che negli ultimi anni ha visto nuove mostre e studi dedicati a questa corrente. Eppure, come sottolineano i curatori, “Segantini resta un caso a sé: la sua pittura è fatta di luce, silenzi e visioni che parlano ancora oggi al nostro tempo”.

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