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Piantedosi onora la memoria di Cassarà e Antochia con una toccante cerimonia di commemorazione

Il 6 agosto 1985 segna una data tragica nella storia della lotta alla mafia in Italia. In quel giorno, a Palermo, il vice questore Ninni Cassarà e l’agente di scorta Roberto Antiochia furono brutalmente assassinati dalla mafia mentre svolgevano il loro dovere di servire e proteggere la comunità. Per onorare la loro memoria e il sacrificio che hanno compiuto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deposto una corona d’alloro presso il reparto della squadra mobile di Palermo.

Cerimonia di commemorazione

La cerimonia si è svolta in un clima di profonda commozione, con la partecipazione di numerosi esponenti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Tra i presenti, il capo della Polizia Vittorio Pisani e il questore di Palermo Maurizio Calvino, rappresentando la continuità dell’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità organizzata. Anche i vertici dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza erano presenti, sottolineando l’importanza di un fronte unito nella lotta contro la mafia.

Riflessioni sul sacrificio

L’atto di deporre una corona d’alloro è un gesto simbolico di grande significato, un modo per ricordare non solo le vite spezzate, ma anche il coraggio e la dedizione di chi, come Cassarà e Antiochia, ha messo a rischio la propria vita per difendere i cittadini. Ninni Cassarà, un vice questore di Palermo noto per il suo impegno nella lotta contro la mafia, era un investigatore rispettato che aveva contribuito a importanti operazioni contro l’organizzazione criminale. Roberto Antiochia, suo agente di scorta, lo affiancava in questo difficile compito, dimostrando un forte senso del dovere e lealtà.

  1. La mafia mostrava la sua ferocia già all’epoca.
  2. L’assassinio di Cassarà e Antiochia è solo uno dei tanti episodi che hanno segnato la storia del nostro Paese.
  3. Oggi, dopo quasi quattro decenni, il ricordo di questo sacrificio è ancora vivo.

La cerimonia di commemorazione è un momento per riflettere sull’importanza della legalità e della giustizia. Durante l’evento, i familiari di Cassarà e Antiochia erano presenti, testimoniando l’impatto duraturo che la perdita dei loro cari ha avuto sulle loro vite. La memoria di un poliziotto e del suo agente di scorta non è solo un fatto di cronaca, ma un appello a non dimenticare il prezzo che si paga per la sicurezza di tutti.

L’impegno del Governo nella lotta alla mafia

Dopo il momento di commemorazione, il ministro Piantedosi si è diretto verso la prefettura di Palermo per presiedere un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Massimo Mariani. Questo incontro rappresenta un’opportunità per discutere le strategie e le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini, oltre a esaminare i progressi nella lotta contro la criminalità organizzata. La presenza del ministro in questa occasione sottolinea l’impegno del Governo italiano nel contrastare la mafia e nel sostenere le forze dell’ordine nel loro lavoro quotidiano.

La commemorazione di Cassarà e Antiochia è anche un’occasione per riflettere su quanto sia importante la collaborazione tra le diverse forze di polizia e le istituzioni nel combattere la mafia. Negli ultimi anni, sono stati compiuti significativi progressi nella lotta contro la criminalità organizzata, ma la strada è ancora lunga e richiede un impegno costante. Le operazioni condotte dalle forze dell’ordine, il lavoro della magistratura e il supporto della società civile sono elementi fondamentali per sconfiggere un fenomeno così radicato.

L’eredità di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia continua a vivere non solo attraverso il ricordo, ma anche attraverso le azioni concrete che ogni giorno vengono intraprese nella lotta per la legalità. Ogni cerimonia di commemorazione, come quella tenutasi recentemente a Palermo, è un momento di riflessione e un forte invito a mantenere alta l’attenzione sulla questione della mafia e della sicurezza. La memoria di questi uomini deve servire da monito e da esempio per le generazioni future, affinché il loro sacrificio non venga dimenticato e la lotta per un’Italia libera dalla mafia prosegua con determinazione.

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