Pensione prima o più alta: la novità INPS fa felici gli italiani ma bisogna scegliere bene

In quali casi si può ottenere la pensione prima di quanto preventivato? Anche nel 2024 c’è un’apposita procedura da conoscere.

I tempi ed i requisiti per poter beneficiare della pensione di vecchiaia, ovvero del trattamento pensionistico nella misura ‘piena’ li conosciamo tutti. Occorre infatti aver raggiunto i 67 anni con un minimo di contributi versati non inferiore a 20 anni. In alternativa, se non si vuole considerare il parametro anagrafico, occorrerà aver versato ben oltre 41 anni di contributi, con lievi differenze tra uomo e donna.

Pensione prima e più alta: come riceverla
Novità Inps sulla pensione: come ricevere un importo maggiore (arabonormannaunesco.it)

Ciò nonostante vi è anche una possibilità meno nota per ‘anticipare’ i tempi, ovvero uno stratagemma utile per maturare prima del tempo i requisiti richiesti e, a quel punto, smettere di lavorare. Questo sarà possibile nel 2024 pertanto è bene che chi si sta avvicinando alla pensione, conosca nel dettaglio questa procedura.

Pensione prima e di importo maggiore? È possibile, ecco come

In cosa consiste questa procedura? È molto semplice, nella possibilità di rendere validi dei periodi non lavorati a fini pensionistici. Si tratta di un’opportunità che viene offerta agli italiani dal 1997 e che consente di fatto di aggiungere contributi a quelli versati durante la carriera lavorativa, ‘prelevandoli’ da periodi antecedenti l’avvio del lavoro. Ed essi potranno contribuire non solo al raggiungimento del requisito previdenziale ma anche al calcolo dell’importo che successivamente verrà mensilmente corrisposto sotto forma di trattamento pensionistico.

Come si calcola il riscatto della pensione
Riscattare i periodi di studio per la pensione, la procedura (arabonormannaunesco.it)

Stiamo parlando del cosiddetto ‘riscatto’ dei contributi ovvero la possibilità, qualora il ciclo di studio universitario sia stato completato arrivando alla laurea, di trasformare quel periodo di tempo in ‘periodo di lavoro’. Si tratta di una strada che implica, da parte del lavoratore, il pagamento di un onere, ma esso rappresenta una sorta di investimento per poter successivamente ricevere la pensione prima del tempo. Sono diversi i fattori da considerare per capire quanto un contribuente debba pagare per riscattare il periodo universitario.

Anzitutto il massimale in termini di tempo è pari a cinque anni qualora sia stato ottenuto il titolo di studio, ma vi è anche la possibilità di riscattare un singolo anno. Nel 2023 il riscatto di un anno aveva un costo di 5.776 euro ma l’importo è cresciuto nel 2024 ed oggi occorre sborsare 6.100 euro.

Questo per quanto riguarda il riscatto agevolato a quota fissa, riguardante i periodi di studio relativi al periodo contributivo ovvero successivi al 31 dicembre 1995. Invece per quanto riguarda il riscatto ordinario il calcolo si effettua tenendo conto delle retribuzioni percepite nell’arco dell’anno che precede l’istanza di riscatto. Il tutto con aliquota che è quella del fondo al quale viene presentata la domanda. Importante è aggiungere che per il riscatto di laurea è possibile ottenere detrazioni e deduzioni d’imposta.

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