×

Palermo, scoperto business della corruzione sul caro estinto: 49 casi accertati tra mazzette e salme sequestrate

Napoli, 15 dicembre 2025 – Nel cuore della notte, all’obitorio dell’Ospedale Cardarelli, è emerso un episodio che getta nuova ombra su un sistema già sotto accusa da tempo. Nelle ultime ore è venuto fuori che alcuni operatori avrebbero chiesto soldi alla famiglia di un giovane assassinato per restituire la salma, pochi giorni fa. La vicenda, confermata da fonti investigative e ora al vaglio della Procura di Napoli, riporta al centro il tema delle mazzette negli obitori cittadini, un problema noto da anni che però torna ciclicamente con modi sempre più spregiudicati.

Soldi richiesti nella notte e il dolore della famiglia

I fatti sono avvenuti tra venerdì e sabato, dentro i locali mortuari dell’ospedale di via Cardarelli. Secondo il racconto dei familiari del ragazzo – ventitré anni appena, ucciso durante una lite in strada a Ponticelli – un impiegato li ha avvicinati chiedendo “qualcosa per sbrigare le carte” e consentire così il trasferimento della salma verso l’agenzia funebre incaricata. La cifra non sarebbe stata specificata subito. “Ci hanno fatto capire che senza una mancia tutto sarebbe andato molto più lentamente e che le pratiche sarebbero rimaste bloccate”, ha detto la zia del giovane, la signora Rosalia D’Auria. “In quel momento non ci abbiamo nemmeno pensato: volevamo solo poter piangere nostro nipote”.

Gli inquirenti stanno verificando le testimonianze della famiglia e di altri presenti in quel momento. Stanno controllando anche i turni degli operatori e le immagini delle telecamere all’ingresso dell’obitorio. Da una prima ricostruzione, la richiesta di soldi sarebbe stata fatta più volte e avrebbe riguardato anche altre famiglie.

Un meccanismo rodato: indagini e reazioni

Non è la prima volta che l’obitorio del Cardarelli – uno dei più grandi del Sud Italia – finisce nel mirino della magistratura per casi simili. Nel 2022 era partita un’indagine su presunte “tariffe” imposte agli addetti alle onoranze funebri per accelerare le pratiche mortuarie. Dopo alcuni provvedimenti interni, sembrava che il fenomeno delle mazzette per la restituzione delle salme fosse rallentato. Ora però torna alla luce, con un episodio ancora più doloroso perché coinvolge una famiglia colpita da un omicidio.

Il direttore sanitario del Cardarelli, Giuseppe Longobardi, ha spiegato che “ogni segnalazione viene subito girata alle autorità. I parenti delle vittime vanno protetti e il rispetto per la dignità delle famiglie è una priorità”. Longobardi ha aggiunto che “la collaborazione con la magistratura è totale” e ha invitato “chiunque subisca richieste indebite a denunciare senza paura”.

Una pratica diffusa e difficile da estirpare

Fonti della Polizia giudiziaria di Napoli spiegano che le tangenti negli obitori non riguardano solo Napoli. “Riceviamo segnalazioni simili anche da Caserta, Avellino e alcune strutture nel Lazio”, racconta un investigatore esperto del caso. Il sistema è quasi sempre lo stesso: in un momento di grande dolore per le famiglie colpite da lutti improvvisi arriva una richiesta velata o lasciata cadere quasi per caso (“serve qualcosa per accelerare”). Gli importi vanno dai cinquanta ai duecento euro, quasi sempre in contanti.

“È difficile prendere i responsabili sul fatto”, spiega un dirigente della Squadra Mobile. “Le famiglie spesso pagano pur di chiudere tutto in fretta. E raramente trovano il coraggio di denunciare, cosa comprensibile viste le circostanze”.

Il quadro legale e le possibili conseguenze

Dal punto di vista legale, chiedere soldi in queste condizioni configura reati come concussione o induzione indebita a dare utilità: accuse gravi punite dal codice penale. La Procura di Napoli, guidata da Nicola Russo, ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità individuali ma anche possibili complicità interne. Non si esclude che dietro ci sia una rete tra dipendenti infedeli e operatori esterni. L’ospedale ha già annunciato la sospensione preventiva degli addetti coinvolti.

Intanto nella piccola chiesa di Ponticelli si celebrano i funerali del giovane assassinato. In silenzio, davanti a una bara bianca, amici e parenti dicono ai cronisti quanto sia dura “dover lottare persino per poter seppellire i propri morti”. Un senso di impotenza che qui a Napoli sembra quasi normale.

Le indagini vanno avanti. Ma dentro alle famiglie resta un’amarezza che nessuna sentenza potrà davvero cancellare.

Change privacy settings
×