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Palermo: confermata la condanna a 12 anni per padre che abusava della figlia di 9 anni

Palermo, 19 dicembre 2025 – La Corte d’assise d’appello di Palermo ha emesso oggi, poco dopo le 11.30, la sentenza che condanna l’imputato principale a 12 anni e 5 mesi di reclusione. La decisione, arrivata nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, chiude un capitolo molto delicato di una vicenda giudiziaria che ha tenuto la città con il fiato sospeso per mesi. Gli avvocati della difesa, visibilmente provati, hanno già annunciato che ricorreranno in Cassazione, mentre la procura sottolinea come il verdetto confermi le responsabilità già stabilite in primo grado.

Un processo sotto i riflettori

Fin dall’inizio, il procedimento – avviato nell’autunno del 2023 – ha attirato l’attenzione della stampa locale e nazionale. L’accusa, guidata dal sostituto procuratore generale Maria Grazia Cardinale, ha ricostruito una serie di eventi risalenti al 2021. Secondo gli inquirenti, l’imputato avrebbe avuto un ruolo chiave nell’organizzazione di una rete criminale attiva tra Palermo e provincia. Le indagini, coordinate dai carabinieri del comando provinciale, avevano portato a numerosi arresti nel giugno dello stesso anno.

Nelle ultime udienze si sono alternati sul banco dei testimoni decine di investigatori e alcuni testimoni oculari. La difesa – con l’avvocato Fabio Greco – ha contestato punto per punto le ricostruzioni degli inquirenti, evidenziando “carenze e contraddizioni” nelle prove raccolte durante le indagini preliminari. Ma la corte ha ritenuto “sufficientemente provati i fatti contestati”, come spiegato nelle motivazioni lette dal presidente del collegio giudicante.

I dettagli della condanna

La pena inflitta – 12 anni e 5 mesi – si basa sulla gravità dei reati contestati e sulla recidiva specifica dell’imputato. La sentenza riconosce solo attenuanti generiche per la collaborazione offerta in alcune fasi dell’istruttoria. Al termine della lettura del dispositivo, il pubblico ministero ha commentato: “Si tratta di una sentenza che tiene conto sia del quadro probatorio sia delle esigenze di giustizia espresse dalle parti civili”.

Fuori dal tribunale, pochi minuti dopo il verdetto, alcuni familiari della vittima hanno manifestato un misto di sollievo e delusione, chiedendo pene più severe per tutti gli imputati coinvolti. Gli avvocati difensori non hanno nascosto l’amarezza parlando con i cronisti: “Crediamo che ci fossero margini per una valutazione diversa dei fatti – ha detto Greco – e porteremo la nostra battaglia davanti alla Suprema Corte”.

Le reazioni in città

Intorno al palazzo di giustizia si erano radunate diverse persone in attesa della sentenza. “Non poteva andare diversamente”, ha commentato una donna che segue il processo da mesi per motivi personali. Tra i residenti del quartiere Zisa – teatro degli episodi al centro dell’inchiesta – molti vedono questa sentenza come un primo passo importante ma sottolineano che servirà molto altro per riportare fiducia nei cittadini.

Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, contattato da alanews.it nel primo pomeriggio, non ha voluto entrare nei dettagli ma ha ribadito: “La città rispetta sempre il lavoro della magistratura”.

I prossimi passi giudiziari

Come anticipato dagli avvocati della difesa, la partita legale non è finita qui. Il ricorso in Cassazione è ormai pronto e potrebbe essere depositato nelle prossime settimane. I tempi sono però ancora incerti: fonti giudiziarie indicano che l’udienza davanti alla Suprema Corte non arriverà prima della primavera del 2026. Intanto l’imputato rimane detenuto nel carcere Pagliarelli dal giugno 2021.

Si attendono ora le motivazioni complete della sentenza, che saranno depositate entro 60 giorni come prevede la legge. Nel frattempo resta alta la tensione intorno al caso e forte l’attenzione dei media. A Palermo si discute se questa sentenza possa davvero segnare una svolta nella lotta contro la criminalità organizzata nei quartieri più difficili della città. Ma quella “è tutta un’altra storia”, dicono in molti tra i corridoi del tribunale e i bar vicini.

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