Roma, 6 dicembre 2025 – Un ex olimpionico di sollevamento pesi e tre suoi amici sono finiti davanti al giudice per un caso che sta scuotendo il mondo sportivo romano. Questa mattina, al Tribunale di Piazzale Clodio, si è tenuta l’udienza che ha ricostruito i fatti: un furto con destrezza avvenuto lo scorso gennaio in una palestra di via Tuscolana. La procura accusa i quattro di aver rubato materiali e attrezzi di valore da un’altra società sportiva. L’indagine, guidata dal pm Francesco Menduni, è partita dopo la denuncia del responsabile della palestra derubata.
Come sono andate le cose secondo la procura
Gli inquirenti spiegano che la mattina del 17 gennaio quattro persone sarebbero entrate nella palestra “Iron Lab” usando una copia delle chiavi. Tra loro c’era Luca B., 37 anni, che avrebbe fatto da “palo”. Gli altri avrebbero caricato su un furgone pesi, bilancieri, piastre e altri strumenti, per un valore stimato intorno agli 8.000 euro. L’ex atleta, già protagonista alle Olimpiadi di Londra 2012 e conosciuto come “il Gigante”, è stato riconosciuto grazie alle immagini delle telecamere interne. Nel video si vedono i quattro uomini con tute sportive e cappellini abbassati sul volto: uno parla al cellulare mentre gli altri caricano l’attrezzatura sul mezzo.
L’indagine è partita dopo che il titolare della palestra ha trovato “per caso alcuni pesi identici messi in vendita online”, il 28 gennaio. Da lì è arrivata la segnalazione ai carabinieri della stazione Appio e la richiesta delle immagini di videosorveglianza, che hanno permesso di identificare gli indagati.
Le difese degli imputati
Oggi in aula i quattro hanno adottato strategie diverse. L’ex olimpionico ha negato tutto: “Non c’entro nulla – ha detto davanti al giudice – ero fuori città per uno stage”. I suoi avvocati hanno chiesto di acquisire tabulati telefonici e movimenti bancari, portando come prova un biglietto del treno Roma-Milano comprato il giorno prima. Gli altri imputati sono stati più cauti: uno ha detto di “aver solo aiutato a trasportare della merce senza sapere cosa fosse”, un altro si è avvalso della facoltà di non rispondere. Solo il quarto ammette “di essere passato dalla palestra quella mattina”, ma sostiene di non sapere nulla del furto.
La procura insiste sull’organizzazione dell’azione e punta sulle immagini video come prova principale. “È un episodio che mostra come anche luoghi sportivi, apparentemente sicuri, non siano immuni da rischi – ha detto Menduni fuori dall’aula – faremo di tutto per accertare le responsabilità”.
Lo sport sotto choc
La notizia ha colto di sorpresa chi lavora nel settore. Alcuni dirigenti federali, pur mantenendo riserbo sui nomi, ammettono un certo disagio: “Siamo tutti stupiti – confida un allenatore della federazione pesistica – qui chi si allena con passione non si aspetta fatti così”. Il presidente del comitato regionale, contattato da alanews.it poco dopo le 13, ha ricordato l’importanza di aspettare il processo e ha ribadito la vicinanza alla società coinvolta.
Nel frattempo l’ex atleta, noto anche per aver promosso corsi per giovani nelle periferie e partecipato a iniziative benefiche, vede ora la sua reputazione appannata. “Non voglio essere giudicato prima che sia finita tutta la storia”, ha ripetuto a mezza voce uscendo dal tribunale senza aggiungere altro.
Cosa succederà ora
Il processo andrà avanti con la prossima udienza fissata al 20 febbraio 2026. Saranno ascoltati testimoni e acquisite le relazioni tecniche sui materiali recuperati; alcuni già restituiti ai legittimi proprietari dopo il sequestro. Fonti vicine all’inchiesta dicono che nuove svolte potrebbero arrivare da una perizia sulle impronte digitali trovate su alcuni attrezzi rinvenuti in un magazzino vicino alla zona Casilina.
Nel frattempo la palestra “Iron Lab” ha riaperto normalmente, anche se il colpo resta una ferita aperta per gli iscritti: “Abbiamo cambiato tutte le serrature – racconta un giovane frequentatore – e ci sono controlli più stretti agli ingressi”. Segni evidenti di una vicenda ancora tutta da chiudere, che rischia di lasciare una lunga ombra sullo sport romano locale.





