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Noa all’Hallelujah Festival a Castel Gandolfo: l’artista israeliana invita a superare l’odio ascoltando il Papa

Castel Gandolfo, 8 dicembre 2025 – Questa mattina, nella sala consiliare di Castel Gandolfo, un evento ha richiamato l’attenzione di autorità, diplomatici e cittadini: l’artista israeliana Yael Naim ha ricevuto il prestigioso Peace Award. Un premio che arriva in un momento particolarmente teso per il Medio Oriente, e proprio per questo assume un valore ancora più forte: quello di promuovere la pace attraverso la cultura.

Un premio che parla di pace

Il Peace Award, giunto alla sua sesta edizione, è stato consegnato a Naim per il suo ruolo attivo nel favorire il dialogo tra popoli diversi. La cantante e compositrice, nata a Parigi da genitori israeliani, si è distinta per il suo impegno in progetti che cercano di avvicinare le comunità in conflitto. «Abbiamo scelto Yael perché la sua musica riesce a superare le barriere della lingua e a diffondere messaggi di pace», ha detto il sindaco Alberto De Angelis poco prima di consegnare la targa.

Seduta in prima fila accanto al console israeliano a Roma, David Cohen, Naim ha ascoltato i discorsi stringendo tra le mani un fazzoletto bianco, segno di una certa emozione. Intorno a lei, quadri d’epoca e vessilli comunali facevano da sfondo alla sobria cerimonia, illuminata dai numerosi flash dei fotografi. Solo dopo l’intervento del sindaco, la musicista ha preso la parola: «L’arte può davvero fare la differenza in tempi difficili. Questo premio non è solo mio, ma di chi sceglie ogni giorno il rispetto invece dello scontro».

I volti della cerimonia

L’incontro è iniziato alle 10.30 ed è durato oltre un’ora. Tra i presenti c’erano studenti del liceo artistico di Albano, una delegazione della Comunità Ebraica di Roma e diverse famiglie del territorio. «Ci siamo sentiti coinvolti – ha raccontato Roberta Terenzi, insegnante – perché il messaggio di Yael parla soprattutto ai giovani e oggi ne hanno più bisogno». Nei corridoi del municipio si scambiavano sguardi attenti e conversazioni discrete. Fuori, in piazza della Libertà, alcuni residenti aspettavano l’uscita dell’artista per salutarla o chiedere un autografo.

Il premio – nato nel 2020 su iniziativa dell’amministrazione comunale – in passato è stato assegnato a figure del mondo accademico, religioso e delle associazioni locali. Quest’anno arriva in un momento delicato segnato dalle tensioni tra Israele e Palestina. «È un segnale importante: la pace si costruisce anche nei momenti più difficili», ha commentato il vicesindaco Simone Rossi.

Musica come ponte sociale

Conosciuta in tutto il mondo per il successo “New Soul”, Yael Naim ha recentemente collaborato con artisti palestinesi e arabi in vari progetti musicali. In una breve intervista dopo la cerimonia ha spiegato: «In Israele e nei territori vicini serve più che mai una voce artistica capace di mantenere viva la speranza quando tutto sembra perso».

La sua presenza a Castel Gandolfo non è casuale. Già nel 2022 aveva partecipato a un workshop musicale rivolto ai giovani dei Castelli Romani ed è rimasta legata ad alcune realtà locali: «Torno sempre volentieri qui. La gente è accogliente e ascolta senza pregiudizi», ha confidato.

In sala erano presenti anche esponenti della cultura romana e funzionari dell’ambasciata israeliana. Tra loro si respirava attenzione verso le parole della cantante. Il console Cohen ha sottolineato come «queste occasioni siano preziose per costruire ponti dove sembrano esserci solo muri».

Un eco che va oltre i confini

La notizia del premio a Naim ha trovato spazio anche sui media francesi e israeliani. Il Peace Award non prevede un premio in denaro ma – come ricorda la presidente della giuria Paola Vannucci – «offre visibilità a chi lavora ogni giorno per promuovere la convivenza pacifica».

Intanto Castel Gandolfo guarda già al prossimo anno: sul sito del Comune è stato pubblicato l’elenco dei candidati selezionati dalla commissione. Ma oggi lo sguardo resta su questa artista israeliana che, in una limpida mattina d’inverno, ha ricordato quanto la musica possa ancora essere una via per aprire al dialogo.

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