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Nasce l’Associazione SAP per la Tutela dei Diritti dei Cittadini e l’Inclusione Sociale

Roma, 20 dicembre 2025 – Questa mattina a Roma, il presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali, Gianfranco Giuliano, ha ribadito con forza l’importanza del loro ruolo. «Siamo il collegamento diretto tra i bisogni della gente e le istituzioni», ha detto durante un incontro nella sede di via del Corso. In sala c’erano operatori del settore, amministratori locali e rappresentanti del terzo settore. L’appuntamento, fissato per le 10.30, si è svolto in un clima teso ma aperto al dialogo, mentre molte delle difficoltà che da mesi attanagliano il mondo dell’assistenza sociale restano irrisolte.

Assistenti sociali, il ponte indispensabile tra cittadini e istituzioni

«Il nostro lavoro – ha spiegato Giuliano all’inizio – è ascoltare davvero le persone, spesso fragili o isolate, e tradurre le loro esigenze in proposte concrete per chi governa». Solo così si possono mettere in campo politiche che funzionano. Il presidente ha ricordato che in Italia ci sono circa 45.000 assistenti sociali, distribuiti soprattutto nei servizi comunali e nelle strutture sanitarie. «Siamo presenti ovunque, ma il carico di lavoro è pesante e le risorse quasi sempre insufficienti», ha aggiunto.

Queste parole hanno fatto discutere i presenti. Alcuni operatori del Lazio hanno raccontato casi concreti: «A Latina – ha raccontato Lucia Barbetti, assistente sociale con vent’anni di esperienza – ogni collega segue oltre cento situazioni all’anno. Garantire attenzione a tutti è diventato quasi impossibile». Una realtà che, secondo Giuliano, riguarda molte province italiane, non solo quelle meridionali.

Povertà ed emergenze sociali: un quadro allarmante

Negli ultimi anni la situazione sociale è peggiorata: i dati Istat aggiornati a novembre 2025 mostrano che in Italia sono più di 5 milioni le persone in povertà assoluta. A risentirne sono soprattutto famiglie con bambini, anziani soli e nuovi migranti. «La crisi delle case sta esplodendo nelle grandi città», ha sottolineato Giuliano durante la discussione. Lo confermano anche i report dell’Alleanza contro la Povertà, che segnalano decine di richieste d’aiuto ogni settimana nei centri di ascolto.

Questa emergenza mette sotto pressione i servizi sociali di base. «Riceviamo chiamate anche la sera – ha raccontato Simona Rossi, responsabile dell’area minori a Roma Nord – quando i telefoni dovrebbero essere spenti. La gente ci cerca per sfratti imminenti, problemi scolastici o domande per la carta acquisti». Sono situazioni che chiedono risposte rapide e coordinate. «Ma manca ancora una vera collaborazione tra servizi sociali comunali e strutture sanitarie o scuole», ha osservato Rossi.

Risorse scarse e carichi di lavoro sempre più pesanti

Sui fondi disponibili Giuliano non ha usato mezzi termini: «Da anni chiediamo investimenti stabili, non soluzioni tampone». Nel documento consegnato oggi all’assessore regionale alle Politiche Sociali si parla chiaro: servono almeno 3.000 nuovi operatori per coprire almeno il minimo nei principali comuni italiani. Un appello raccolto anche dall’ANCI, che nelle scorse settimane ha descritto una situazione “al limite del collasso” nelle città più grandi.

Durante l’incontro sono emerse altre criticità: dalla formazione continua degli operatori – «Non basta laurearsi una volta sola» – alla precarietà dei contratti. «Spesso lavoriamo con contratti a termine – ha raccontato una giovane collega di Napoli – cambia la giunta comunale e il rinnovo arriva all’ultimo momento».

Lo sguardo al futuro: cosa chiedono gli assistenti sociali al governo

Nel finale Giuliano ha chiesto un confronto urgente con il nuovo ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. «Le istituzioni devono ascoltare chi è sul campo ogni giorno», ha detto dal palco di via del Corso. Sullo sfondo ci sono la riforma del reddito di cittadinanza (ora sostituito dall’Assegno di Inclusione) e l’urgenza di rafforzare i servizi vicini alle persone.

«Non possiamo più essere lasciati soli», questo il messaggio conclusivo della mattinata. Applausi in sala, volti stanchi ma determinati tra gli operatori presenti. Perché — come ha ricordato Giuliano stringendo mani prima di uscire — «il nostro lavoro è stare vicino alla gente e portare la voce dei più deboli proprio dove si prendono le decisioni».

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