Roma, 1 dicembre 2025 – Ieri sera Rita Marcotulli, una delle pianiste più amate nel jazz italiano, ha dato il via alla **quindicesima edizione del festival Jazz in Roma**. Sul palco dell’Auditorium Parco della Musica ha portato un omaggio sentito e personale a **Ornella Vanoni**. L’evento, molto atteso dagli appassionati, è cominciato alle 21 e ha richiamato oltre 900 persone: musicisti, addetti ai lavori e semplici curiosi.
## **Ornella Vanoni rivive in un tributo tra memoria e jazz**
Il concerto, intitolato “Canzoni per Ornella”, ha voluto celebrare la lunga e variegata carriera di **Ornella Vanoni**, che quest’anno ha compiuto 88 anni. Prima di salire sul palco, Marcotulli ha raccontato di aver scelto di rielaborare alcuni tra i pezzi più famosi della Vanoni «con rispetto ma anche con libertà, perché ogni canzone porta già dentro una sua storia da raccontare a modo suo». Il pubblico ha ascoltato versioni nuove di brani come “L’appuntamento” e “Senza fine”, immersi in arrangiamenti jazz intimi e delicati. C’erano un sax discreto, qualche tocco elettronico qua e là e molto pianoforte. L’atmosfera era quella di un incontro tra due mondi: la canzone d’autore italiana da una parte e il jazz internazionale dall’altra.
## **Jazz in Roma cresce: numeri in aumento e appuntamenti che incuriosiscono**
Questa quindicesima edizione del festival, iniziata ieri e in programma fino all’8 dicembre, rappresenta un passo importante per **Jazz in Roma**. Gli organizzatori parlano di circa 12.000 presenze attese, con una crescita del 15% rispetto allo scorso anno. Sono sette i concerti principali previsti, accompagnati da più di venti eventi collaterali: workshop, masterclass e incontri con gli artisti. «Vogliamo continuare a portare il jazz fuori dai suoi soliti confini», spiega Laura Bellini, direttrice artistica della rassegna. «Il nostro obiettivo è coinvolgere un pubblico più giovane e vario».
Gli eventi si svolgeranno tra il **Parco della Musica**, il Monk Club in via Giuseppe Mirri e luoghi meno convenzionali come il cortile del MAXXI o la Biblioteca Nazionale Centrale. I biglietti per i concerti più importanti sono andati a ruba da giorni; ieri sera si sono formate code già dalle 19 all’ingresso dell’Auditorium.
## **Marcotulli sul palco: “Con Ornella non c’è jazz senza improvvisazione”**
Rita Marcotulli, nata nel 1959, è una delle figure più note nel jazz europeo. Ha lavorato con nomi come Chet Baker e Pat Metheny. In conferenza stampa ha spiegato cosa significa per lei questo tributo: «La voce di Ornella è uno strumento non solo melodico ma anche ritmico. Nel jazz la voce non è mai un dettaglio; improvvisare su Vanoni vuol dire dialogare con la sua particolare timbrica». Sul palco l’hanno accompagnata il contrabbassista Dario Deidda e la batterista Israel Varela.
L’omaggio a **Vanoni** nasce dalla voglia di esplorare il legame tra **musica d’autore** e improvvisazione jazz. Un percorso che Marcotulli aveva già iniziato con tributi a Lucio Dalla e Fabrizio De André negli anni scorsi. Ieri sera l’atmosfera era raccolta ma aperta alle sorprese. Qualcuno in sala ha chiuso gli occhi durante “Domani è un altro giorno”, lasciandosi trasportare dal dialogo musicale dei tre.
## **Applausi soffusi e sguardi emozionati: cosa resta dopo il concerto**
Alla fine del concerto c’è stato un momento di silenzio prima degli applausi scroscianti. Un signore seduto in seconda fila, cappotto chiaro sulle ginocchia, ha sussurrato al vicino: «Sembrava quasi che Ornella fosse dietro le quinte». La stessa Vanoni ha mandato un videomessaggio proiettato all’inizio della serata: «Sono felice che le mie canzoni possano ancora viaggiare libere».
Il festival va avanti con ospiti internazionali come Brad Mehldau (4 dicembre) e la giovane trombettista Roberta Sciacca (7 dicembre). Il gran finale dell’8 dicembre sarà una jam session collettiva che riunirà molti degli artisti presenti; i posti sono ormai pochi.
Per chi vuole avvicinarsi al mondo del **jazz** senza avere conoscenze tecniche ci saranno laboratori gratuiti per ragazzi sotto i diciotto anni e incontri didattici con i musicisti stessi. Il programma completo si trova sul sito ufficiale della manifestazione.
Solo allora – nell’aria fredda di dicembre – sembra davvero che Roma cominci a suonare in jazz.