Palermo, 13 giugno 2024 – Questa mattina, in piazza Anita Garibaldi, nel cuore del quartiere Brancaccio, uno dei murales dedicati a Don Pino Puglisi è stato imbrattato. Il volto sorridente del sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993 è stato coperto da scritte nere, comparse durante la notte. A lanciare l’allarme, poco dopo le 8, sono stati alcuni residenti che hanno notato il gesto vandalico. Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia municipale e i tecnici del Comune per i primi rilievi.
Murale sfregiato nel cuore di Brancaccio: la scoperta e le prime reazioni
Il murale, opera dell’artista palermitano Igor Palminteri realizzata nel 2014, è da tempo un simbolo forte per il quartiere. Stamattina, però, è apparso deturpato da frasi tracciate con una bomboletta spray scura, che coprivano parte dell’immagine. Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Puglisi, ha spiegato ai giornalisti: “Lo abbiamo trovato rovinato, con scritte che sembrano dedicate a una persona recentemente scomparsa”. “Imbrattare un’opera del genere è un reato – ha aggiunto – e lo è ancora di più quando si tratta di ricordare un martire come il beato Puglisi”.
Indagini in corso: si cercano testimoni e immagini
La polizia ha già avviato le indagini per risalire ai responsabili. Dai primi accertamenti, l’imbrattamento sarebbe avvenuto tra la tarda serata di ieri e le prime ore di oggi. Gli agenti stanno raccogliendo le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. Intanto, alcuni commercianti hanno riferito di aver notato due giovani aggirarsi intorno alle 23.30, ma al momento nessuna conferma ufficiale è arrivata.
Sul marciapiede si vedono ancora tracce di vernice fresca e qualche lattina abbandonata. L’area è stata delimitata con un nastro bianco e rosso dai tecnici comunali. Passanti si sono fermati a guardare in silenzio. “Non è la prima volta che succede”, racconta una donna che abita in via Brancaccio. “Ma questa volta fa più male, perché Don Pino era uno di noi”.
Un simbolo di memoria che resiste al tempo
La piazza dedicata a Don Pino Puglisi è ormai un punto di ritrovo per i giovani del quartiere e per le associazioni che lottano contro la mafia. Il murale di Palminteri, alto quasi tre metri, è stato inaugurato dieci anni fa in una cerimonia che ha raccolto centinaia di persone. Nel tempo è stato più volte restaurato, sia per atti vandalici che per l’usura.
Don Puglisi, nato nel 1937 e ucciso il 15 settembre 1993 davanti a casa sua, è stato beatificato nel 2013. Il suo impegno contro la criminalità organizzata e il lavoro con i ragazzi del quartiere sono ancora vivi nella memoria di molti. “Questo murale non è solo un disegno – sottolinea Artale – è un segno della presenza concreta di Don Pino tra noi”.
La città reagisce: dalle istituzioni ai cittadini
La notizia dell’imbrattamento ha fatto presto il giro sui social, dove tanti hanno espresso indignazione e chiesto un intervento rapido per ripulire l’opera. In mattinata è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “Un gesto che ferisce tutta la città – ha detto –. Serve rispetto per chi ha sacrificato la vita per la legalità”.
Nel pomeriggio, alcuni volontari del Centro Padre Puglisi hanno iniziato a pulire la parete, cercando di togliere le scritte senza danneggiare il murale. “Non ci faremo fermare da queste provocazioni”, ha detto uno di loro mentre passava una spugna umida sulla vernice.
Un campanello d’allarme per la tutela della memoria
Questo episodio riaccende il dibattito sulla protezione dei luoghi simbolo a Palermo e sulla necessità di aumentare la sorveglianza nelle zone più delicate della città. L’assessorato comunale alla Cultura ha segnalato che negli ultimi due anni sono stati registrati almeno otto casi simili, tra murales e lapidi vandalizzate.
Rimane il dispiacere tra i residenti e tra chi ogni giorno lavora per mantenere vivo il ricordo di Don Puglisi. “Solo allora – conclude Artale – capiremo se davvero questa città vuole cambiare”.
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