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La corsa ai bunker privati, gli italiani pronti a spendere cifre folli per i siti anti-bomba atomica

In un contesto segnato da crescenti tensioni geopolitiche e dalle persistenti minacce nucleari, l’Italia osserva una nuova tendenza.

In un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni geopolitiche e dalle persistenti minacce nucleari, l’Italia osserva una nuova tendenza tra i cittadini più abbienti: la costruzione di bunker anti-atomici privati, concepiti per garantire sicurezza in caso di conflitto o emergenze di natura atomica.

Questa realtà, un tempo relegata alla narrativa fantascientifica, si sta affermando concretamente anche nel nostro Paese, testimoniando un clima di crescente insicurezza globale.

La crescita della domanda di bunker anti-atomici in Italia

Negli ultimi mesi, il settore dei rifugi anti-atomici ha visto un’impennata significativa in tutto il territorio nazionale. Secondo i dati forniti da ItalBunker, una delle aziende italiane leader nel settore, le richieste per la realizzazione di rifugi blindati sono aumentate del 30% solo negli ultimi mesi, con un incremento complessivo del 200% dall’inizio del conflitto in Ucraina. La domanda proviene da diverse regioni e include famiglie facoltose, imprenditori e società che desiderano dotarsi di strutture di protezione avanzate, spesso installate in giardini privati o persino nei seminterrati delle abitazioni.

Bunker novità Italia
Bunker, tutto sulla nuova tendenza italiana (www.arabonormannaunesco.it)

Questa nuova corsa alla sicurezza nasce dalla consapevolezza della crescente instabilità internazionale, aggravata dal riacutizzarsi delle tensioni tra Russia e Ucraina, dalle rinnovate minacce nucleari e dall’incertezza politica globale accentuata dall’elezione di figure come Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Non sorprende, dunque, che chi ha la possibilità economica stia investendo in strutture che assicurano una protezione duratura e completa, trasformando la paura in un investimento tangibile.

I bunker anti-atomici oggi richiesti in Italia non sono più semplici rifugi di emergenza, ma veri e propri ambienti dotati di comfort e tecnologie all’avanguardia. Questi spazi sono progettati per garantire autonomia e sicurezza anche per lunghi periodi, includendo sistemi di ventilazione sofisticati, cucine attrezzate e ambienti insonorizzati per il riposo e il tempo libero.

Le strutture più basiche si estendono su circa 50 metri quadrati e hanno un costo che varia tra i 150.000 e i 300.000 euro. Tuttavia, esistono progetti molto più elaborati, con investimenti che superano il milione di euro, in cui viene curato ogni dettaglio per garantire una protezione totale, combinando tecnologia avanzata e comodità abitativa. Questi rifugi sono particolarmente richiesti in località considerate a rischio, come aree vicine a basi militari, aeroporti o zone di confine, dove la percezione del pericolo è maggiore.

Per tutelare la privacy e la sicurezza dei committenti, ogni progetto è realizzato sotto stretto riserbo. Le aziende specializzate adottano rigidi accordi di riservatezza e, in alcuni casi, procedono addirittura alla distruzione dei documenti relativi ai lavori, garantendo così la massima discrezione. Questa attenzione testimonia l’importanza strategica attribuita a tali rifugi in un momento storico di incertezza.

Le richieste di rifugi anti-atomici rappresentano un fenomeno in crescita che riflette un cambiamento profondo nelle preoccupazioni della società italiana benestante, sempre più attenta a difendersi da scenari apocalittici che fino a pochi anni fa sembravano lontani o esclusivamente cinematografici.

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