Nel 1853, l’amministrazione comunale di Perugia si trovò di fronte a una decisione cruciale riguardo alla Collezione Albertini, una straordinaria raccolta di circa 1.749 documenti e pergamene risalenti al XIV e XV secolo. Questi preziosi documenti, finemente decorati e dipinti, erano originariamente parte dei registri di podestà, capitani del popolo e giudici del Comune di Perugia. La vendita avvenne per una cifra modesta, solo 500 lire, e i documenti furono acquistati da Joseph Spithöver, noto antiquario tedesco residente a Roma.
Spithöver, dopo vent’anni di custodia della collezione, cercò di rivenderla sia al neonato Regno d’Italia sia al Comune di Perugia. Tuttavia, le istituzioni pubbliche non riuscirono a garantire l’acquisto in tempo, e nel 1873 la collezione fu trasferita a Parigi da Louis Albertini, un giurista argentino di origini italiane. Qui, le pergamene rimasero in custodia presso gli eredi di Albertini fino a un’asta che si è tenuta il 21 giugno 2024.
Il recupero della collezione
In questo contesto, la Fondazione Perugia ha compiuto un passo decisivo, acquistando 153 lotti della Collezione Albertini durante un’asta organizzata dalla casa d’aste Mirabaud Mercier, a Parigi, con il necessario permesso degli Archivi di Francia. Questo acquisto non rappresenta solo un’importante operazione commerciale, ma un atto di recupero del patrimonio culturale che rispecchia la storia di Perugia e della sua amministrazione giudiziaria.
Le pergamene, che vantano un indiscusso valore artistico, storico e araldico, sono state oggetto di un intenso lavoro di studio, restauro e ricerca in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria. Questo progetto ha l’obiettivo di ricostruire la realtà amministrativa di Perugia, contribuendo a una migliore comprensione del suo passato.
La mostra “Extra segni antichi/visioni contemporanee”
La valorizzazione della Collezione Albertini non si ferma qui. È stata recentemente inaugurata una mostra presso Palazzo Baldeschi a Perugia, dal titolo “Extra segni antichi/Visioni contemporanee”. Curata da Marco Tonelli, la mostra sarà aperta fino al 6 gennaio 2026 e si propone di far conoscere la Collezione Albertini al pubblico, mostrando la sua vitalità attraverso un dialogo con diciotto artisti contemporanei. Tra questi, nomi illustri come Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Maria Lai, David Tremlett e Gianni Dessì, i cui lavori offrono accostamenti inediti e sorprendenti con i documenti storici.
Alcide Casini, presidente della Fondazione Perugia, ha dichiarato: “La Collezione Albertini rappresenta un tassello prezioso della memoria storica di Perugia che, dopo oltre 170 anni, torna finalmente a casa.” Questo approccio innovativo non solo mira a preservare la memoria storica, ma anche a renderla accessibile e pertinente per le nuove generazioni, unendo il passato al presente in modo significativo.
Un’opportunità per la comunità umbra
La presentazione della Collezione Albertini ha avuto luogo all’Archivio di Stato di Roma, a Sant’Ivo alla Sapienza, alla presenza di figure di spicco del settore culturale. Tra i partecipanti, Antonio Tarasco, Direttore Generale Archivi del Ministero della Cultura, e Giovanna Giubbini, dirigente dello stesso Ministero, hanno lodato l’impegno della Fondazione Perugia nel riportare questa straordinaria collezione nel suo territorio. Tarasco ha sottolineato l’importanza di questa acquisizione, evidenziando come la sinergia tra pubblico e privato possa rappresentare un modello virtuoso anche in contesti più ristretti come quello perugino.
Il recupero della Collezione Albertini non è solo un trionfo per la Fondazione Perugia, ma anche per l’intera comunità umbra, che ha ora l’opportunità di riappropriarsi di un patrimonio culturale fondamentale. La mostra “Extra segni antichi/Visioni contemporanee” rappresenta un’occasione unica per esplorare le connessioni tra il passato e il presente, stimolando il pubblico a riflettere sull’eredità storica e sull’arte contemporanea.
Con il continuo lavoro di studi e restauri, la Collezione Albertini si prepara a diventare un punto di riferimento non solo per gli studiosi, ma anche per tutti coloro che desiderano approfondire la ricca storia di Perugia. La mostra non è solo un’esposizione di documenti storici, ma un invito a riscoprire e apprezzare la cultura e l’arte in tutte le loro forme, dimostrando che la storia può parlare anche attraverso le opere contemporanee.