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La casa come simbolo di inclusione: esplorando Motherland Otherland

L’Esposizione Internazionale della Triennale di Milano rappresenta un’importante occasione per riflettere sulle disuguaglianze sociali attraverso il tema della casa. Questo concetto va oltre il semplice spazio fisico, diventando un simbolo di inclusione ed esclusione. La mostra “Motherland Otherland”, che aprirà il 17 maggio presso il Padiglione Rom e Sinti, è un progetto artistico che coinvolge sei artisti Rom e Sinti internazionali. Curata da Dijana Pavlovic e Hanna Heilborn, la mostra è sostenuta dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e invita a una profonda riflessione su questi temi.

il valore simbolico della casa

Il progetto “Motherland Otherland” si propone di esplorare il significato politico e simbolico della casa, trasformando il Padiglione in un luogo di memoria e resistenza. Gli artisti coinvolti, tra cui Małgorzata Mirga-Tas (Polonia), Sead Kazanxhiu (Albania), Luna De Rosa, Noèll Maggini, Miguel Fiorello Lebbiati (Italia) e Béla Váradi (Ungheria/Regno Unito), utilizzano le loro opere per esprimere una visione collettiva. Questa visione si fa portavoce di un futuro di convivenza, uguaglianza e inclusione. Come affermato da Hanna Heilborn, “Motherland Otherland è una raccolta di espressioni artistiche che formano un gesto collettivo per chiedere un futuro di convivenza, uguaglianza e inclusione”.

la lotta contro la discriminazione

Dijana Pavlovic ha messo in evidenza il carattere sistemico della discriminazione e dell’antiziganismo: “La discriminazione di Rom e Sinti non è un’anomalia, ma il meccanismo attraverso cui le società definiscono la propria identità”. Questa affermazione sottolinea che l’esclusione di gruppi minoritari non riguarda solo l’ingiustizia sociale, ma è un processo che tocca l’auto-definizione delle società. La mostra si propone di invertire la narrativa di marginalizzazione, riportando al centro il valore del riconoscimento e della dignità.

un gesto simbolico di inclusione

Per la seconda volta nella storia della Triennale di Milano, la bandiera della Nazione Rom e Sinti verrà issata, rappresentando un atto politico e culturale significativo. Questo gesto sottolinea l’importanza della visibilità per una comunità spesso invisibilizzata e il bisogno di maggiore inclusione. L’arte diventa un potente mezzo per affrontare temi delicati come l’identità, la memoria e la lotta contro le discriminazioni.

La mostra “Motherland Otherland” non è solo un evento culturale, ma un richiamo all’azione. Essa invita ogni visitatore a riflettere sul proprio ruolo nella società e sulla necessità di lavorare insieme per costruire un futuro in cui tutti possano sentirsi a casa. La Triennale di Milano si conferma come una piattaforma di discussione e impegno per i diritti umani e per l’inclusione sociale, contribuendo a un cambiamento positivo e duraturo.

In un momento storico in cui le disuguaglianze sociali e le tensioni culturali sono sempre più evidenti, iniziative come “Motherland Otherland” rappresentano un segnale di speranza. La casa, in tutte le sue forme, deve diventare un simbolo di unità e accoglienza, un luogo in cui ogni individuo possa sentirsi valorizzato e rispettato.

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