Islanda, paura e spettacolo per una delle più grandi eruzioni di sempre | Video

Quarta eruzione in tre mesi, la più grande in assoluto nella penisola di Reykjanes in Islanda, migliaia di persone evacuate

Si è di nuovo risvegliato, ed è la quarta volta da dicembre a oggi, il gigantesco vulcano che taglia la penisola di Reykjanes, una delle zone più attive dal punto di vista geotermico di tutto l’arcipelago islandese.

Islanda Eruzione
Oltre 4mila persone evacuate – Credits ANSA (AraboNormannaUnesco.it)

Un autentico spettacolo che è stato documentato con tutta una serie di video diventati rapidamente vitali. Ma che ha anche costretto le autorità islandesi ad alcune rapide contromisure inclusa una rapidissima evacuazione della zona più popolosa dell’isola.

Islanda, vulcani ed eruzioni

L’eruzione ha aperto una fessura nella terra lunga circa 3 chilometri con un fronte di fuoco assolutamente impressionante che ha letteralmente tagliato in due la penisola sul fronte incluso tra le montagne Stóra-Skógfell e Hagafell.

I primi segnali di quella che poteva diventare una delle manifestazioni eruttive più importanti degli ultimi anni in Islanda si erano evidenziati già l’estate scorsa: ma l’esplosione vera e propria della prima eruzione si è concretizzata in dicembre.

Il Met Office islandese, una delle istituzioni più importanti e competenti del mondo sotto l’aspetto dello studio e della misurazione di tutto quello che è attività vulcanica e geotermica, aveva definito il fenomeno ‘estremamente intenso e preoccupante’. Avvertendo che il magma – costituito da roccia semifusa e tonnellate di cenere – avrebbe impiegato mesi a uscire dalla crosta terrestre. L’eruzione di sabato è stata indubbiamente la più intensa, accompagnata da una spettacolare serie di esplosioni e fiammate potentissima.

Migliaia di persone evacuate

La penisola di Reykjanes è una delle più importanti del paese dal punto di vista turistico: uno dei motivi di richiamo più importanti sono proprio legate all’attività del benessere che ha nelle straordinarie proprietà termali dell’arcipelago islandese il suo fattore più significativo.

Sabato il primo allarme. Dopo poche ore le autorità del paese sono intervenute per sgomberare centinaia di persone che avevano in programma di trascorrere tutto il week-end presso il centro termale Blue Lagoon, una delle principali attrazioni turistiche dell’Islanda.

Islanda Eruzione
Un fronte di fuoco di oltre tre chilometri – Credits ANSA (AraboNormannaUnesco.it)

Altro motivo di preoccupazione erano i transiti aerei del vicinissimo aeroporto di Keflavik, il principale scalo islandese che serve tutti i collegamenti più importanti della capitale Reykjavik. Le esplosioni sono state accompagnate da frequenti esplosioni. Quasi tutte le strade che costeggiano il gigantesco vulcano sono state pesantemente danneggiate. Traffico a terra completamente sospeso.

Quattro eruzioni in tre mesi

Il sito dell’eruzione si trova a pochi chilometri a nord-est di Grindavik, una città costiera di 3.800 abitanti a circa 50 chilometri a sud-ovest di Reykjavik. Questa è stata la prima zona evacuata di tutta la penisola fin dalla eruzione iniziale di dicembre. Alcuni residenti erano tornati alle loro case da poche settimane: ma sabato sono stati nuovamente evacuati.

Grindavik era già stata evacuata a novembre quando il sistema vulcanico Svartsengi si è risvegliato dopo quasi 800 anni di timidi segnali, senza una eruzione vera e propria, con una serie di terremoti che hanno aperto grandi crepe nel terreno a nord della città.
Il vulcano alla fine è eruttato il 18 dicembre, con una consistente esplosione di lava, cenere e lapilli da Grindavik.

Una seconda eruzione iniziata il 14 gennaio ha ulteriormente spinto la lava verso la città. Le organizzazioni avevano già protetto le abitazioni più vicine con una serie di terrapieni e muri di contenimento. Popolazione evacuata e danni ad alcune abitazioni: ma senza alcun crollo né incendio alle zone civili.

La più potente di tutte, un disperso

Una terza eruzione è iniziata l’8 febbraio e si è esaurita nel giro di poche ore, ma non prima che un fiume di lava inghiottisse una conduttura, interrompendo il riscaldamento e l’acqua calda a migliaia di persone.
Una delle più voci più autorevoli in ambito geofisico, il dottor Magnús Tumi Gudmundsson, ha affermato che l’ultima eruzione è la più potente finora.

Un primo bilancio è stato diffuso in mattinata dalle autorità governative islandesi che confermano che non ci sono decessi. Tuttavia un operaio che stava lavorando a una conduttura sotterranea è ancora disperso dopo essere caduto in una crepa paurosa che si è aperta nel suo cantiere subito dopo una delle esplosioni provocata dal vulcano.

Il vulcano Eyjafjallajokull

L’Islanda è il centro nevralgico che sovrasta il massiccio vulcanico del Nord Atlantico, ospita da secoli eruzioni regolari di grande rilievo ma è anche molto esperta nel gestirle. L’eruzione più dirompente degli ultimi tempi è stata quella del vulcano Eyjafjallajokull che nel 2010, che ha emesso enormi nubi di cenere nell’atmosfera portando a diffuse chiusure dello spazio aereo sull’Europa. Una situazione di crisi generalizzata per il trasporto aereo che aveva portato a ritardi e cancellazioni in tutta Europa.

Islanda Eruzione
La famosa nube di cenere del vulcano Eyjafjallajokull che paralizzò l’Europa – Credits ANSA (AraboNormannaUnesco.it)

Una terra in trasformazione

Nel regno dei fenomeni geologici, pochi eventi catturano l’immaginazione quanto le eruzioni vulcaniche. Queste manifestazioni della pura potenza della Terra, spesso celata sotto paesaggi sereni, ricordano all’umanità la sua tenue esistenza su un pianeta in costante rimodellamento. L’Islanda, con la sua posizione unica in cima alla dorsale medio-atlantica, è ormai abituata all’attività vulcanica. Tuttavia, anche per gli standard islandesi, l’eruzione che ha recentemente scosso questa nazione insulare del Nord Atlantico si distingue come uno spettacolo di grandezza e conseguenze senza precedenti.

Il Monte Hekla

La regione intorno al monte Hekla, conosciuta come la “porta dell’inferno” nel folklore locale, da sempre mostra di irrequietezza. Bocche di vapore, piccoli terremoti e una maggiore attività geotermica hanno lasciato intendere il risveglio della caldera da un sonno durato secoli.

Gli islandesi da sempre considerano i propri vulcani un rischio ma anche un grande patrimonio: la loro capacità di imbrigliare e gestire l’energia geotermica consente a tutta la popolazione del paese di scaldare le case a costo zero. Le attività geotermiche, oltre ad alcuni dei resort termali più belli del mondo, portano a tutta l’Islanda un consistente patrimonio turistico.

Scosse telluriche e improvvise eruzioni sono una sorta di costante che la gente di Islanda accetta di buon grado con uno spirito di accettazione e di tolleranza non comune.

Islanda, pazienza e resilienza

Gli abitanti dei villaggi intorno al monte Hekla, in passato distrutti in più di un’occasione, si sono sempre rifiutati di abbandonare la loro regione. Con l’aiuto del governo hanno ricostruito e riorganizzato la loro vita e i loro villaggi.

Intere generazioni di famiglie hanno vissuto in questi remoti insediamenti, creando profondi legami con la terra e tra loro.

In seguito alle eruzioni, gli scienziati e i sociologi hanno studiato la capacità di rigenerazione della flora e della fauna nelle aree colpite, ma anche l’incredibile resilienza delle popolazioni locali. Il tutto mentre tonnellate di lava raffreddata e solidificata offriva un nuovo capitolo di una geologia in costante e continua evoluzione.

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