In Italia è ancora possibile andare in pensione con la legge Amato. Ecco quali sono i requisiti per presentare la domanda.
Quello del pensionamento è senza ombra di dubbio uno dei traguardi più importanti che un lavoratore raggiunge al termine di decenni di duro lavoro. Proprio per questo motivo, viene accolto con una vera e propria festa a cui partecipano amici, colleghi e parenti del neo pensionato.
In Italia il sistema previdenziale è strutturato in modo abbastanza complesso ma, generalmente, per arrivare alla pensione di vecchiaia bisogna aver raggiunto 67 anni di età e aver accumulato 20 anni di contributi. Quello che in molti non sanno è che nel nostro Paese vige ancora la legge Amato, che permette di lasciare il mondo del lavoro con 15 anni di contributi.
La legge Amato è stata approvata il 30 dicembre 1992. Prevede che, per la pensione di vecchiaia, si possa lasciare il mondo del lavoro con 15 anni di contributi anziché 20, mantenendo però delle salvaguardie per alcuni dipendenti. Originariamente, le deroghe Amato erano quattro. Tuttavia si parla solamente delle prime tre.
Possono usufruire della legge Amato i lavoratori interessati dalla quarta deroga descritta dall’articolo 2, comma 3, lettera c, del provvedimento. Questi sono i dipendenti che “hanno maturato al 31 dicembre 1992 un’anzianità assicurativa e contributiva tale che, anche se incrementata dai periodi intercorrenti tra la predetta data e quella riferita all’età per il pensionamento di vecchiaia, non consentirebbe loro di conseguire i requisiti di cui ai commi 1 e 2”
In quanto “questi ultimi sono corrispondentemente ridotti fino al limite minimo previsto dalla previgente normativa”. Vista la regolamentazione alquanto stringente, ad oggi non ci sono più le condizioni necessarie per per accedervi. Infatti, coloro che vanno in pensione nel 2024 hanno tutto il tempo possibile per raggiungere i 20 anni di contributi richiesti. Di conseguenza l’ultimo anno utile per lasciare il mondo del lavoro con 15 anni di contributi con la quarta deroga Amato era il 2007.
Anche la prima deroga Amato sta andando in disuso. Questa prevedeva di andare in pensione con meno di 20 anni di contributi laddove ci siano almeno 15 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 1992. La seconda deroga Amato, invece, interessa coloro che alla data del 31 dicembre 1992 hanno ottenuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei contributi previdenziali.
Infine la terza deroga Amato permette il pensionamento con 15 anni di contributi a coloro che hanno un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e che per almeno 10 anni hanno lavorato meno di 52 settimane contributive. Una situazione comune a chi ad esempio ha lavorato per diversi anni part-time e non ha raggiunto la retribuzione minima per l’accredito pieno dei contributi.
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